"A proposito di magia
e demonologia"
Nota Pastorale della Conferenza Episcopale Toscana
11.
Incompatibilità tra magia e fede
E tale è l’insegnamento costante della tradizione
cristiana. Già la «Didaché», tra le vie che conducono alla
morte, accanto all’idolatria, pone la magia e gli
incantesimi. Taziano, verso la fine del II secolo, elabora
una dura polemica contro il fatalismo astrale nel quale
vede una forma di potere del demonio sull’umanità.
Ippolito, nella «Tradizione apostolica», esclude dal
battesimo maghi, astrologi e indovini. Tertulliano
pronuncia parole severissime verso tutti gli operatori di
magia: «Di astrologi, di stregoni, di ciarlatani d’ogni
risma, non si dovrebbe nemmeno parlare. Eppure,
recentemente, un astrologo che dichiara di essere
cristiano ha avuto la sfacciataggine di fare l’apologia
del suo mestiere! È dunque necessario ricordare, sia pure
brevemente, a lui e ai suoi simili, ch’essi offendono Dio,
mettendo gli astri sotto la protezione degli idoli e
facendo dipendere da loro la sorte degli uomini.
L’astrologia e la magia sono turpi invenzioni dei
demoni».Un giudizio questo condiviso dalla maggioranza dei
padri della Chiesa. Secondo Agostino, la magia è
demoniaca; la religione cristiana all’opposto è vittoria
sul potere del demonio e rottura completa con tale mondo.
Di fronte alle difficoltà dei neo-convertiti ad
abbandonare le antiche pratiche magiche, la condanna si fa
così forte e massiccia da finire per trasferire a carico
del demonio tutta la magia, in ogni sua forma,
identificata con la possessione diabolica. Se la posizione
di san Tommaso rimane estremamente equilibrata, non
mancano testi che, specie nel tardo medioevo, tendono ad
accentuazioni eccessive, arrivando a sviluppare l’idea del
«maleficio» come di un potere che esseri umani,
specialmente donne, possono esercitare sugli altri, avendo
patteggiato con il demonio la cessione della propria anima
in cambio di capacità preternaturali da esercitare in
vita. Un’idea che ha condotto nei secoli XV-XVIII alla
triste storia delle persecuzioni di streghe e maghi.
Questa vicenda, pur tenendo conto del contesto e della
difficoltà di un giudizio storico a posteriori, rimane
mortificante per la cristianità occidentale. Non dobbiamo
dimenticare d’altra parte che, anche in quelle
circostanze, non sono mancati uomini coraggiosi come
Cornelius Loos e il gesuita E von Spes in Germania che, in
nome della fede, si sono opposti a simili eccessi. Le
vicende di quei secoli, in ogni caso, devono rendere i
cristiani cauti nel giudicare la magia come un effetto
diretto - sempre e in ogni circostanza - dei demonio. Dal
punto di vista teologico, peraltro, non si può
razionalisticamente ridurre la realtà delle pratiche
magiche, specie quelle «nere», solo ad un fenomeno
psichico deviante o ad un semplice atto peccaminoso
dell’uomo. In tali pratiche non si può escludere un’azione
o dipendenza da satana, avversario giurato dei Signore
Gesù e della sua salvezza. Il diavolo - come ci insegna
l’Apocalisse - sino alla fine dei tempi userà tutti i suoi
poteri e la sua sagacia per ingannare i battezzati ed
ostacolare la piena attuazione dei progetto salvifico di
Dio sul mondo. «Tutta intera la storia umana afferma il
Concilio Vaticano II - è pervasa da una lotta tremenda
contro le potenze delle tenebre, lotta cominciata fin
dall’origine del mondo, che durerà fino all’ultimo giorno.
Inserito in questa battaglia, l’uomo deve combattere senza
soste per poter restare unito al bene, né può conseguire
la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche,
con l’aiuto della grazia di Dio» (GS 37).
Commento:
tutto il documento, che è reperibile on-line è
interessantissimo! Auspicabile una conoscenza ed una
diffusione corretta di questo atto di Magistero dei
Vescovi tutti della regione Toscana.
da amarelachiesa.blogspot.com
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