di Don
Gianluca Scrimieri
CITTA’ DEL
VATICANO - Con la preghiera, tutto è possibile; senza
preghiera, nulla è possibile. Con questa certezza,
ispirata dalla Fede nell’Altissimo, vorremmo dare la
giusta importanza ad un’orazione dimenticata, il Rosario a
Dio Padre, che si può trovare nel libretto: “Pregate,
pregate, pregate” o nel libretto specifico: “Novena e
Rosario a Dio Padre”. Questa preghiera si compone di
cinque misteri, un’Ave Maria e 10 Padre Nostro così
enunciati:
PRIMO
MISTERO
si
contempla il trionfo del Padre nel giardino dell’Eden
quando, dopo il peccato di Adamo ed Eva, promette la
venuta del Salvatore;
SECONDO
MISTERO
Nel
secondo mistero si contempla il trionfo del Padre al
momento del “Fiat” di Maria durante l’Annunciazione;
TERZO
MISTERO
si
contempla il trionfo del Padre nell’orto del Getsemani
quando dona tutta la sua potenza al Figlio;
QUARTO
MISTERO
si
contempla il trionfo del Padre al momento del giudizio
particolare;
QUINTO
MISTERO
si
contempla il trionfo del Padre al momento del giudizio
universale. Alla fine del mistero si aggiunge: “Padre mio,
Padre buono, a Te mi offro, a Te mi dono” e poi l’Angelo
di Dio.
Vorrei
testimoniare come sacerdote che il Rosario a Dio Padre,
che personalmente recito tutti i giorni, ha fatto sì che
molte persone ottenessero delle grazie e delle guarigioni
spirituali e fisiche. Cosa ci può essere di più bello e
profondo, d’altro canto, che pregare con le stesse parole
di Gesù, in sintonia con Lui, in onore di Dio Padre,
soprattutto per i malati nel corpo e nello spirito, per
chi soffre a causa del maligno, per i sacerdoti e per le
nuove vocazioni sacerdotali? Naturalmente, è possibile
qualsiasi altra intenzione personale. So che questo
Rosario al Padre viene utilizzato e pregato durante le
preghiere di liberazione dagli spiriti infernali,
ottenendo la guarigione e la liberazione e la pace da
Colui che è Padre Onnipotente, Potente e Misericordioso.
L’auspicio è che questa preghiera possa essere recitata
più spesso e da tutti noi cristiani in questo tempo di
guerre e di persecuzioni, un tempo in cui regnano
malessere, indifferenza, vuoto interiore, divisioni e
disagi nelle famiglie. Il Padre Nostro è l'orazione più
efficace perché è la più accetta a Dio in quanto ci è
stata trasmessa direttamente dal Suo unigenito Figlio. Noi
chiamiamo Dio Padre Nostro per risvegliare la nostra
fiducia nella sua infinita bontà, essendo noi tutti Suoi
figli. Sì, noi siamo figli di Dio! 1º Perché Egli ci ha
creato a sua immagine e ci conserva e governa con la sua
provvidenza; 2º Perché ci ha, per speciale benevolenza,
adottati nel Battesimo come fratelli di Gesù Cristo e
coeredi insieme con lui della gloria eterna. Perché
chiamiamo Dio Padre nostro e non Padre mio? Chiamiamo Dio
Padre Nostro e non Padre mio, perché tutti siamo suoi
figli e perciò dobbiamo riguardarci e amarci tutti come
fratelli, e pregare gli uni per gli altri. Che cosa
chiediamo nella prima domanda: sia santificato il tuo
nome. Chiediamo che Dio sia conosciuto, amato, onorato e
servito da tutto il mondo, e da noi in particolare. Che
cosa intendiamo chiedendo che Dio sia conosciuto, amato e
servito da tutto il mondo? Noi intendiamo chiedere che gli
infedeli giungano alla cognizione del vero Dio, gli
eretici riconoscano i loro errori, gli scismatici
ritornino all'unità della Chiesa, che i peccatori si
ravvedano e che i giusti siano perseveranti nel bene.
Perché prima di ogni altra cosa domandiamo che sia
santificato il nome di Dio? Perché la gloria di Dio ci
deve interessare più di tutti i nostri beni e vantaggi. In
quale modo possiamo procurare la gloria di Dio? Con la
preghiera, con il buon esempio, e con l'indirizzare a Lui
tutti i pensieri, gli affetti e le nostre opere. Che cosa
intendiamo per regno di Dio? Intendiamo un triplice regno
spirituale; cioè il regno di Dio in noi, ossia il regno
della grazia; il regno di Dio in terra, cioè la Santa
Chiesa cattolica; e il regno di Dio nei cieli, ovvero il
Paradiso. Che cosa chiediamo con le parole: Venga il tuo
regno, in ordine alla grazia? Chiediamo che Dio regni in
noi con la sua grazia santificante per la quale Egli si
compiace di risiedere in noi come re nella sua reggia; e
di tenerci uniti a Lui con le virtù della fede, della
speranza e della carità per le quali regna sul nostro
intelletto, sul nostro cuore e sulla nostra volontà. Che
cosa chiediamo con le parole: Venga il tuo regno, in
ordine alla Chiesa? Chiediamo che questa sempre più si
dilati e si propaghi in tutto il mondo a salvezza degli
uomini. Che cosa chiediamo con le parole: Venga il tuo
regno, in ordine alla gloria? Chiediamo di potere un
giorno essere ammessi nel santo Paradiso, per il quale
siamo stati creati, dove saremo pienamente felici. Che
cosa chiediamo nella terza domanda: Sia fatta la tua
volontà, come in cielo così in terra? La grazia di fare in
ogni cosa la volontà di Dio obbedendo ai suoi santi
comandamenti davvero prontamente, come gli Angeli e i
Santi gli obbediscono in cielo. Chiediamo inoltre la
grazia di corrispondere alle divine ispirazioni, e di
vivere rassegnati alla volontà di Dio quando Egli ci manda
delle tribolazioni. È necessario eseguire la volontà di
Dio? È necessario eseguire la volontà di Dio quanto è
necessario conseguire la salvezza eterna, perché Gesù
Cristo ha detto che entrerà nel regno dei cieli soltanto
chi avrà fatto la volontà del Padre suo. In quale modo
possiamo conoscere la volontà di Dio? Specialmente per
mezzo della Chiesa e dei nostri superiori spirituali
stabiliti da Dio per guidarci nella via della salvezza.
Possiamo anche conoscere questa santissima volontà dalle
divine ispirazioni e dalle stesse circostanze nelle quali
il Signore ci ha posti. Che cosa chiediamo nella quarta
domanda: Dacci oggi il nostro pane quotidiano? Chiediamo a
Dio ciò che ci è necessario ogni giorno per l'anima e per
il corpo. Che cosa domandiamo a Dio per la nostra anima?
Domandiamo a Dio il sostentamento della vita spirituale,
cioè preghiamo il Signore che ci doni la sua grazia, di
cui abbiamo continuamente bisogno. Come si nutre la vita
della nostra anima? Si nutre specialmente con il cibo
della divina Parola e con l’Eucaristia. Che cosa
domandiamo a Dio per il nostro corpo? Domandiamo ciò che è
necessario al sostentamento della vita temporale. Perché
diciamo: dacci oggi il nostro pane, e non piuttosto: dacci
oggi il pane? Per escludere ogni desiderio della roba
d'altri; perciò preghiamo il Signore che ci aiuti nei
guadagni giusti e leciti, affinché ci procuriamo il vitto
con le nostre fatiche, senza furti e inganni. Perché
aggiungiamo quotidiano? Perché dobbiamo desiderare quello
che ci è necessario alla vita, e non l'abbondanza dei cibi
e dei beni della terra. Che cosa chiediamo nella quinta
domanda: E rimetti a noi i nostri debiti come noi li
rimettiamo ai nostri debitori? Chiediamo a Dio che ci
perdoni i nostri peccati come noi perdoniamo ai nostri
offensori. Dobbiamo essere misericordiosi come il Padre è
misericordioso. Quelli che non perdonano al prossimo
possono sperare che Dio perdoni loro? Quelli che non
perdonano al prossimo non hanno nessuna ragione di sperare
di essere perdonati da Dio, tanto più che si condannano da
se stessi, dicendo a Dio che perdoni loro come essi
perdonano al prossimo. Che cosa chiediamo nella sesta
domanda: E non ci indurre in tentazione? Chiediamo a Dio
che ci liberi dalle tentazioni, o non permettendo che
siamo tentati, o dandoci grazia di non essere vinti. Che
cosa sono le tentazioni? Le tentazioni sono un incitamento
al peccato che ci viene dal demonio, o dai cattivi, o
dalle nostre passioni. Perché Dio permette che siamo
tentati? Per provare la nostra fedeltà, per far aumentare
le nostre virtù e per accrescere i nostri meriti. Che cosa
dobbiamo fare per evitare le tentazioni? Dobbiamo fuggire
le occasioni pericolose, custodire i nostri sensi,
ricevere spesso i Santi Sacramenti, e far uso della
preghiera. Che cosa chiediamo nella settima domanda: Ma
liberaci dal male? Nella settima domanda chiediamo a Dio
che ci liberi dai mali passati, presenti e futuri, e
specialmente dal sommo male che è il peccato e dalla
dannazione eterna, che ne è la pena. A che cosa ci giovano
le tribolazioni che Dio ci manda? Le tribolazioni ci
giovano per fare penitenza delle nostre colpe, per
esercitare le virtù, e soprattutto per imitare Gesù Cristo
nostro capo, al quale è giusto che ci conformiamo nelle
sofferenze e nelle prove, se vogliamo aver parte nella sua
gloria. Che cosa vuol dire Amen alla fine del Padre
Nostro? Vuol dire: così sia, così desidero, così prego il
Signore e così spero. Per ottenere le grazie domandate nel
Padre Nostro basta recitarlo in qualunque maniera? Bisogna
recitarlo senza fretta, con attenzione e accompagnarlo con
il cuore. Tanto meglio se ciò avviene con il Rosario a Dio
Padre, da affiancare, naturalmente, a quello
‘tradizionale’ che prevede le decine di Ave Maria.