Templari di San Bernardo
Congregazione laicale cattolico-cavalleresca di ispirazione templare
 
 
 
  Approfondimenti spirituali
 

ALLELUIA !

Una sofferenza che

finisce in gioia

 

di Igino Giordani

 

Sapendo, dalla promessa di Cristo e dalle innumerevoli conferme della storia, che la Resurrezione, come tutta la Redenzione, continua, al termine della settimana di Passione, e a epilogo del periodo di digiuno, la Chiesa erompe in grida di gioia, perché in Cristo la vita è un dramma che si conclude con una vittoria, una sofferenza che finisce in gioia. Una vittoria sulla morte e sulla tristezza.

E come l'intera vicenda liturgica è costellata di feste, così anche la passione di Cristo culmina in festa e anche le passioni dei martiri, che la continuano, diventano feste: rinascite; inesausto riaffermar della vita e della speranza; un perpetuo rinnovarsi; un pullular di giovinezza senza termini.

Vittoria sulla morte. Che per non far perire l'uomo, morì Cristo. E per donargli una vita nuova, risorse. E la Resurrezione è il fiore bianco spuntato sul rosso fusto della croce, le cui radici si prolungano per entro la spoglia di Adamo, abbracciandone tutti i figli addormentati sotto le zolle.

L'altare - tavola del sacrificio - è fatto sacro dallo scrigno di reliquie di martiri, che chiude al centro; stando essi come i testimoni e i garanti del sangue di Cristo su di esso offerto. Un tempo il sacrificio della Messa si celebrava sulle tombe dei martiri, i cui corpi dissanguati facevano, così, da base, al Mistero del Sangue e del Corpo immolati.

In certo modo anche il martire fa, del luogo del supplizio, un altare, in cui offre sé, come vittima d'espiazione, a Cristo. Al quale tutti i martiri si ricongiungono; che tutti i martiri fanno insomma un'unica preghiera, quella che oscilla come un'armonia nostalgica in fondo ai cuori di tutti, sospinta dalla promessa di Gesù: «Io sono la resurrezione e la vita».

Da Christus patiens, Morcelliana, 1941, pp. 173-174.

Gv 20,11-18
Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.


 Scudetto della Congregazione T.S.B.

 

 
   

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