Sapendo,
dalla
promessa
di Cristo
e dalle
innumerevoli
conferme
della
storia,
che la
Resurrezione,
come tutta
la
Redenzione,
continua,
al termine
della
settimana
di
Passione,
e a
epilogo
del
periodo di
digiuno,
la Chiesa
erompe in
grida di
gioia,
perché in
Cristo la
vita è un
dramma che
si
conclude
con una
vittoria,
una
sofferenza
che
finisce in
gioia. Una
vittoria
sulla
morte e
sulla
tristezza.
E come
l'intera
vicenda
liturgica
è
costellata
di feste,
così anche
la
passione
di Cristo
culmina in
festa e
anche le
passioni
dei
martiri,
che la
continuano,
diventano
feste:
rinascite;
inesausto
riaffermar
della vita
e della
speranza;
un
perpetuo
rinnovarsi;
un
pullular
di
giovinezza
senza
termini.
Vittoria
sulla
morte. Che
per non
far perire
l'uomo,
morì
Cristo. E
per
donargli
una vita
nuova,
risorse. E
la
Resurrezione
è il fiore
bianco
spuntato
sul rosso
fusto
della
croce, le
cui radici
si
prolungano
per entro
la spoglia
di Adamo,
abbracciandone
tutti i
figli
addormentati
sotto le
zolle.
L'altare -
tavola del
sacrificio
- è fatto
sacro
dallo
scrigno di
reliquie
di
martiri,
che chiude
al centro;
stando
essi come
i
testimoni
e i
garanti
del sangue
di Cristo
su di esso
offerto.
Un tempo
il
sacrificio
della
Messa si
celebrava
sulle
tombe dei
martiri, i
cui corpi
dissanguati
facevano,
così, da
base, al
Mistero
del Sangue
e del
Corpo
immolati.
In certo
modo anche
il martire
fa, del
luogo del
supplizio,
un altare,
in cui
offre sé,
come
vittima
d'espiazione,
a Cristo.
Al quale
tutti i
martiri si
ricongiungono;
che tutti
i martiri
fanno
insomma
un'unica
preghiera,
quella che
oscilla
come
un'armonia
nostalgica
in fondo
ai cuori
di tutti,
sospinta
dalla
promessa
di Gesù:
«Io sono
la
resurrezione
e la
vita».
•
Da
Christus
patiens,
Morcelliana,
1941, pp.
173-174.
Gv
20,11-18
Dal
Vangelo
secondo
Giovanni
In quel
tempo,
Maria
stava
all'esterno,
vicino al
sepolcro,
e
piangeva.
Mentre
piangeva,
si chinò
verso il
sepolcro e
vide due
angeli in
bianche
vesti,
seduti
l'uno
dalla
parte del
capo e
l'altro
dei piedi,
dove era
stato
posto il
corpo di
Gesù. Ed
essi le
dissero:
«Donna,
perché
piangi?».
Rispose
loro:
«Hanno
portato
via il mio
Signore e
non so
dove
l'hanno
posto».
Detto
questo, si
voltò
indietro e
vide Gesù,
in piedi;
ma non
sapeva che
fosse
Gesù. Le
disse
Gesù:
«Donna,
perché
piangi?
Chi
cerchi?».
Ella,
pensando
che fosse
il custode
del
giardino,
gli disse:
«Signore,
se l'hai
portato
via tu,
dimmi dove
l'hai
posto e io
andrò a
prenderlo».
Gesù le
disse:
«Maria!».
Ella si
voltò e
gli disse
in
ebraico: «Rabbunì!»
- che
significa:
«Maestro!».
Gesù le
disse:
«Non mi
trattenere,
perché non
sono
ancora
salito al
Padre; ma
va' dai
miei
fratelli e
di' loro:
"Salgo al
Padre mio
e Padre
vostro,
Dio mio e
Dio
vostro"».
Maria di
Màgdala
andò ad
annunciare
ai
discepoli:
«Ho visto
il
Signore!»
e ciò che
le aveva
detto. |