Non abbassiamo la guardia, e facciamo si
che la mascherata detta 'halloween' non faccia più
notizia!
Halloween non fa più notizia.
È un dato di fatto, anche in
Italia. Come se ci fosse sempre stata. Invece è
comparsa, almeno come fenomeno di costume, non più di
sette anni fa. Ma nessuno si chiede più perché
ragnatele, zucche e teschi invadano le vetrine di ogni
genere di negozi a fine ottobre. «In fondo si tratta
solo di una festa innocua», è l'acquiescente risposta
che ci diamo.
Occorre promuovere, innanzi
tutto, una serie di atteggiamenti positivi e propositivi
che per il cristiano significano testimonianza prima
ancora che sfida. Un primo passo è
quello della conoscenza e dell'informazione per vivere
consapevolmente questi veri e propri segni dei tempi. La
repentina imposizione di un fenomeno di massa come
Halloween non può passare sotto l'attenzione di tutti
come se nulla fosse, a meno che non si sia sprofondati
nella rassegnazione. Bisogna avere il coraggio di farsi
delle domande, ma anche di farle: provate a domandare
che cosa si festeggia ad Halloween, o perché la si
festeggia in Italia: otterrete le più varie, balbettanti
risposte.
Offrire
alternative valide
Il secondo atteggiamento
che dovrebbero promuovere quanti si occupano della
catechesi è riproporre il valore della solennità di
Tutti i santi, all'interno di una rinnovata catechesi
sui misteri escatologici della fede cristiana.
La liturgia ci prepara alla commemorazione dei fedeli
defunti celebrando la comunione di tutta la Chiesa – di
quanti pellegrinano, di quanti si purificano e di quanti
già contemplano Dio – ricordandoci la comune vocazione
alla santità. Dunque la solennità di Tutti i santi va
riproposta innanzi tutto nel suo significato ecclesiale,
secondo quanto ricorda Lumen gentium 49: «Tutti
quelli che sono di Cristo, infatti, avendo il suo
Spirito formano una sola Chiesa e sono tra loro uniti in
lui (cf Ef 4,16). L'unione di coloro che sono in cammino
coi fratelli morti nella pace di Cristo non è affatto
spezzata, anzi, secondo la perenne fede della Chiesa, è
consolidata dalla comunione dei beni spirituali».
Questa fraternità indistruttibile è
un annuncio di speranza più liberante di qualsiasi
esorcismo sull'aldilà: nella notte in cui Halloween dà
piede libero ai nostri fantasmi interiori,
la Chiesa c'invita a
meditare non sulla morte, ma sulla vita eterna.
Tornare a contemplare l'orizzonte ultimo della nostra
vita è l'incoraggiamento di cui abbiamo bisogno per
dissipare demoni e paure.
L'ultima attenzione pastorale da attuare è
quella verso i bambini, proprio perché Halloween ne fa i
suoi involontari protagonisti. Qui il
ruolo dei genitori diventa insostituibile: per quanto
insegnanti o catechisti possano aiutarli, è loro compito
accompagnare gradualmente i figli verso una presa di
coscienza pacifica, ma senza veli, con il mistero della
morte. Una modalità
è certamente la visita ai propri cari al cimitero,
raccontando le loro vite ai ragazzi se non li hanno
conosciuti, magari con l'aiuto delle loro fotografie.
Insegnare a pregare
per i defunti con serena confidenza è la via migliore
per sviluppare una visione cristiana dell'aldilà,
vitale, sentita, integrata anche a livello affettivo.
Da incoraggiare, infine, il rapporto dei bambini con gli
anziani e i nonni in modo speciale.
Paolo Pegoraro
brano
tratto dalla rivista Vita Pastorale 10 ottobre 2005
Editrice San Paolo
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