Mons. Gianni Ambrosio,
Vescovo Diocesi di
Piacenza-Bobbio
Siamo al cuore del mistero
della fede cristiana. Gesù, il Figlio di Dio, si è fatto
uomo, ha dato la sua vita per noi, è morto in croce ed è
risorto. Gesù di Nazaret è veramente risorto. L’alba
radiosa della Pasqua di risurrezione è testimoniata da
duemila anni da uomini e donne che, con grande coraggio,
hanno tenuto vivo l’inaudito annuncio, la bella notizia,
sempre sorprendente e sconvolgente. Anche a costo della
loro stessa vita, anche a costo di essere derisi, ieri e
oggi, in ogni parte del mondo. La morte di Gesù è reale ed
è reale anche la sua risurrezione: “Perché cercate tra i
morti colui che è vivo?” (Lc 24, 5).
Solo un’esperienza così
profonda e così trasformante può aiutarci a comprendere il
cambiamento avvenuto nei discepoli che, durante la vita
terrena di Gesù, e poi soprattutto durante la sua
passione, manifestano tutta la loro paura. Non vogliono
condividere il destino di Gesù, lo abbandonano e fuggono,
pieni di paura. Poi, dopo non poche resistenze, si
arrendono alla realtà. Improvvisamente, tutto cambia. Quel
Gesù che è morto sulla croce è proprio il Messia e il
Signore.
Presto i discepoli arrivano
a maturare la fede che ciò che è accaduto a Gesù di
Nazaret è il destino di tutti. Il muro della morte è
crollato per tutti, la porta del futuro è definitivamente
spalancata. Con Gesù crocifisso e risorto, è iniziata una
nuova storia che coinvolge tutto e tutti. Già ora
partecipiamo di questa vita nuova, già ora possiamo essere
certi che la nostra vita non finirà nel nulla. L’amore è
più forte della morte, l’amore di Cristo crocifisso “ha
vinto la morte e ha fatto risplendere la vita” (2 Timoteo
1,10). L’ultima parola non è la morte ma è la vita, non è
la disperazione ma è la speranza.
La Pasqua di risurrezione
di Gesù diventa la nostra Pasqua se apriamo il cuore e la
mente per accogliere la straordinaria forza dell’amore.
Così Cristo risorge in noi per vincere la nostra vita
ripiegata e triste e per donarci la forza di lottare
contro il male che è dentro e fuori di noi. Certamente
l’oscurità sulle strade del mondo è ancora densa e il male
ha ancora molta forza. Nella storia quotidiana, la
vittoria di Cristo non è ancora definitiva, ma è decisiva,
anche se la distanza tra il venerdì santo e la domenica di
risurrezione è poca. Ma non può che essere così, perché è
proprio al sepolcro che sgorga la notizia che cambia la
storia del mondo. Cristo è risorto e la speranza ha un
nome, quello di Gesù di Nazaret, ha anche un volto, quello
di Cristo, crocifisso e risorto.
Non è un principio
astratto, la speranza. Non è neppure qualcosa di
desiderato ma che è solo evanescente. No, la speranza
fondata sul crocifisso-risorto è forza che si cala nella
storia, entra nelle crisi e nelle fatiche per portare
luce, dinamismo, vita. Il Risorto non ci parla solo del
mondo che verrà, ma anche del nostro oggi, delle nostre
difficoltà, delle nostre paure. Nella vita che attendiamo,
ciascuno di noi troverà la sua identità più vera e una
piena e definitiva felicità, ma già ora la forza di amore
del Risorto ci raggiunge per sostenerci nelle prove e
nelle difficoltà e per aiutarci a vivere la logica nuova
della carità. La tomba è scoperchiata una volta per sempre
e per tutti. Questa speranza che è Cristo
crocifisso-risorto è inesauribile: lì sempre rinasce
perché lì è aperto per sempre il futuro di tutti. Buona
Pasqua! |