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Beata Vergine Maria di Loreto
10 dicembre
Il Santuario di Loreto è
sorto nel luogo in cui è miracolosamente stata traslata dagli
Angeli la dimora di Maria
Vergine.
Questo santuario risale al IV secolo, ed è uno dei più antichi.
Anche oggi questa basilica è meta di continui pellegrinaggi, e
considerata la “Lourdes italiana. La convinzione di questa
miracolosa traslazione ha spinto papa Benedetto XV a costituire la
Beata Vergine di Loreto “Patrona principale presso Dio di tutti
gli aeronautici”.
Etimologia: Maria = amata da Dio
Iniziamo questa scheda
riportando una riflessione di papa Giovanni Paolo II, riferendosi
alla Santa Casa di Loreto: “Quello Lauretano è un Santuario
mirabile. In esso è inscritta la trentennale esperienza di
condivisione, che Gesù fece con Maria e Giuseppe. Attraverso
questo mistero umano e divino, nella casa di Nazaret è come
inscritta la storia di tutti gli uomini, poiché ogni uomo è legato
ad una ‘casa’, dove nasce, lavora, riposa, incontra gli altri e la
storia di ogni uomo, è segnata in modo particolare da una casa: la
casa della sua infanzia, dei suoi primi passi nella vita.
Ed è eloquente ed importante per tutti che quest’Uomo unico e
singolare, che è il Figlio unigenito di Dio, abbia pure voluto
legare la sua storia ad una casa, quella di Nazaret, che secondo
il racconto evangelico, ospitò Gesù di Nazaret lungo l’intero arco
della sua infanzia, adolescenza e giovinezza, cioè della sua
misteriosa maturazione umana… La casa del Figlio dell’uomo è
dunque la casa universale di tutti i figli adottivi di Dio. La
storia di ogni uomo, in un certo senso, passa attraverso quella
casa…”.
A partire da papa Clemente V che con una bolla del 18 luglio 1310
confermò indirettamente l’autenticità della Santa Casa, i papi nei
secoli successivi confermarono nuovamente la loro devozione alla
Vergine Lauretana, specie in drammatiche circostanze.
Ma le origini dell’antica e devota tradizione della traslazione
della Casa dalla Palestina a Loreto, risalgono al 1296, quando in
una visione, ne era stata indicata l’esistenza e l’autenticità ad
un eremita, fra’ Paolo della Selva e da lui riferita alle
Autorità.
Ciò ci è narrato da una cronaca del 1465, redatta da Pier Giorgio
di Tolomei, detto il Teramano, che a sua volta l’aveva desunta da
una vecchia ‘tabula’ consumata, risalente al 1300. Si riportano
alcuni passi più significativi, che poi sono stati tramandati
nelle narrazioni, più o meno arricchite nei secoli successivi;
“L’alma chiesa di santa Maria di Loreto fu camera della casa della
gloriosissima Madre del nostro Signore Gesù Cristo… La quale casa
fu in una città della Galilea, chiamata Nazaret.
E in detta casa nacque la Vergine Maria, qui fu allevata e poi
dall’Angelo Gabriele salutata; e finalmente nella stessa camera
nutrì Gesù Cristo suo figliuolo… Quindi gli apostoli e discepoli
consacrarono quella camera in chiesa, ivi celebrando i divini
misteri…
Ma dopo che quel popolo di Galilea e di Nazaret abbandonò la fede
in Cristo e accettò la fede di Maometto, allora gli Angeli
levarono dal suo posto la predetta chiesa e la trasportarono nella
Schiavonia, posandola presso un castello chiamato Fiume (1291).
Ma lì non fu affatto onorata come si conveniva alla Vergine…
Perciò da quel luogo la tolsero nuovamente gli Angeli e la
portarono attraverso il mare, nel territorio di Recanati (1294) e
la posero in una selva di cui era padrona una gentildonna chiamata
Loreta; da qui prese il nome la chiesa: ‘Santa Maria di Loreta…”.
Per il gran numero di gente, purtroppo succedevano anche ladrocini
e violenze, per cui continua il racconto, gli Angeli la spostarono
altre due volte, sempre per gli stessi motivi, depositandola alla
fine sul colle, nella notte del 9-10 dicembre 1294, dove si trova
attualmente.
“Allora accorse tutto il popolo di Recanati a vedere la detta
chiesa, che stava sopra la terra senza alcun fondamento. Per la
qual cosa, il popolo considerando così gran miracolo e temendo che
detta chiesa non venisse a rovina, la fecero circondare da un
altro ben grosso muro e di buonissimo fondamento, come ancor oggi
chiaramente si vede”.
Questo il racconto del 1465; che si fonda sull’aspetto storico
dell’epoca, quando i rapporti culturali e religiosi delle comunità
insediate sulle due sponde dell’Adriatico, erano intensi, per
l’attraversamento delle navi veneziane e poi di quelle di Ancona e
dell’attuale Dubrovnik, che trasportavano i pellegrini ai Luoghi
Santi della Palestina.
Sullo sfondo vi è la conquista della Terra Santa da parte dei
mamelucchi e poi la lenta penetrazione degli ottomani nella
penisola balcanica, dopo la caduta di Costantinopoli.
Da questi eventi scaturirono le Crociate, per liberare i popoli ed
i paesi dall’occupazione araba e secondo la tradizione, gli Angeli
intervennero per mettere in salvo la casa della Vergine, già
trasformata in chiesa sin dai tempi apostolici.
Da allora moltitudini di fedeli si sono recati in pellegrinaggio
al grandioso santuario, che racchiude la Santa Casa, iniziato a
costruire nel 1468 da papa Paolo II, in breve diventò ed è,
secondo una felice definizione di papa Giovanni Paolo II, “cuore
mariano della cristianità”.
Fin dall’inizio del Trecento fu già meta di pellegrinaggio, anche
per quanti prendendo la strada costiera, erano diretti a S.
Michele al Gargano oppure in Terrasanta; il flusso nei secoli XV e
XVI diventò enorme, fino ad indurre nel 1520 papa Leone X ad
equiparare il voto dei pellegrini del Santuario di Loreto a quello
di Gerusalemme, che già man mano Loreto aveva sostituito nelle
punte dei grandi pellegrinaggi penitenziali, che vedevano Roma,
Santiago di Compostella, Gerusalemme.
Il prodigio eclatante della traslazione della Santa Casa attirò
anche, a partire dal secolo XV, la peregrinazione di re e regine,
principi, cardinali e papi, che lasciarono doni o ex voto per
grazie ricevute; a loro si aggiunsero nei tempi successivi,
condottieri, poeti, scrittori, inventori, fondatori di Ordini
religiosi, filosofi, artisti, futuri santi e beati.
Grandi architetti furono chiamati a progettare e realizzare le
opere edili, che costituiscono il grandioso complesso del
santuario, che sorto come chiesa dalle linee goticheggianti, su
progetti degli architetti Marino di Marco Cedrino e Giuliano da
Maiano; venne poi per necessità di difesa dai pirati, che
infierivano sui centri costieri, munita di un cammino di ronda e
di stanze per i soldati, ad opera di Baccio Pontelli; ma non fu
sufficiente, perché papa Leone X (1475-1521) fece erigere una
cinta fortificata intorno al complesso, che divenne in pratica un
vero e proprio castello.
Nel frattempo intorno al Santuario, sempre più frequentato dai
pellegrini, sorse un borgo che fu chiamato Villa Santa Maria e che
in seguito nel 1586 papa Sisto V promosse a sede vescovile.
L’interno del Santuario ebbe varie trasformazioni a cui lavorarono
insigni artisti, come Giuliano da Sangallo che innalzò la solenne
cupola, Giorgio Marini, il Bramante, il Sansovino, Antonio da
Sangallo il Giovane, Luigi Vanvitelli.
Per la facciata nel 1571 lavorò Giovanni Boccalini da Carpi e nel
1587 Giovan Battista Chioldi. Come pittori portarono la loro arte,
per citarne alcuni, Melozzo da Forlì, Luca Signorelli, Lorenzo
Lotto, Cristofaro Pomarancio, ecc.
L’interno attuale del Santuario è a croce latina a tre navate,
ospita sotto la grande cupola la Santa Casa, letteralmente coperta
da un rivestimento marmoreo, arricchito da statue e bassorilievi
raffiguranti sibille e profeti e narranti otto storie della vita
di Maria, oltre a rilievi bronzei narranti alcuni episodi della
vita di Gesù.
Un incendio nel 1921, sviluppatosi all’interno della Santa Casa,
la danneggiò gravemente, distruggendo anche la venerata immagine
lignea della Madonna, attualmente sostituita da una copia,
riccamente vestita e con il volto nero dell’originale, scurito dal
fumo delle lampade.
La raccolta religiosità dell’interno, ben specifica e fa
immaginare la semplice vita di Maria, di Gesù e di Giuseppe, nella
Palestina di allora, tutto invita alla preghiera ed al
raccoglimento. Trent’anni dopo la costruzione della chiesa,
incominciò quella del Palazzo Apostolico, che occupa uno dei lati
della piazza della Chiesa e in cui sono conservati capolavori
d’arte di ogni genere, compresi gli arazzi, porcellane e tavolette
votive, costituenti il tesoro della Santa Casa, donato nei secoli
da tanti devoti.
Oltre 50 papi si sono recati in pellegrinaggio a Loreto e sempre è
stata grande la loro devozione; alla Vergine si rivolsero i papi
Pio II e Paolo II per guarire miracolosamente dalle loro gravi
malattie; papa Benedetto XV (1914-1922) in considerazione della
traslazione della sua Casa, dalla Palestina a Fiume e poi a
Loreto, la proclamò patrona degli aviatori.
Loreto è considerata la Lourdes italiana e tanti pellegrinaggi di
malati vengono organizzati ogni anno, con cerimonie collettive
come quelle di Lourdes; aggiungo una mia piccola esperienza
personale, in ambedue i luoghi sacri a Maria, ho sentito
improvvisamente la necessità di piangere, come se avvertissi la
spiritualità nei due ambienti permeati della sua presenza.
Innumerevoli sono i luoghi pii, chiese, ospedali o di assistenza,
come pure delle Congregazioni religiose, intitolati al nome della
Vergine di Loreto, il suo nome cambiato in Loredana è fra i più
diffusi fra le donne; infine come non ricordare le “Litanie
Lauretane” che dal XII secolo sono divenute una vera e propria
orazione alla Vergine, incentrata sui titoli che in ogni tempo le
sono stati tributati, anche con riferimenti biblici. Le “Litanie
Lauretane” sostituirono nella cristianità, quelle denominate
‘veneziane’ (in uso nella basilica di S. Marco e originarie di
Aquileia) e quelle ‘deprecatorie’ (ossia di supplica, originarie
della Germania).
La celebrazione liturgica nella Chiesa Cattolica è al 10 dicembre,
in ricordo della data dell’arrivo della Santa Casa a Loreto.
Autore: Antonio Borrelli - da Santiebeati.it
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