Templari di San Bernardo
Congregazione laicale cattolico-cavalleresca di ispirazione templare
 
 
 
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Domenica 19 aprile Festa della Divina Misericordia

PECCATORI CERCANSI

Cuoca, giardiniera e portinaia: è stata questa la strepitosa carriera di suor Faustina Kowalska, al secolo Elena, entrata a 20 anni in Polonia nella Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. E dire che aveva bussato inutilmente alla porta di diversi conventi e nessuno la voleva. Dio l’aspettava lì. Dal 1931 al ’38, l’anno della morte, ha avuto a Varsavia, a Cracovia e in altre comunità dove ha vissuto, una serie di esperienze mistiche, fra cui la visione di Gesù che le chiese di essere dipinto come oggi lo conosciamo nella figura del “Gesù Misericordioso”.
Il suo volto – le confidò Gesù – era lo stesso che lui aveva sulla croce; una mano era alzata nell’atto di benedire, l’altra era portata vicino al costato trafitto dalla lancia del centurione. Proprio dal costato uscivano due raggi, uno bianco, raffigurante l’acqua, l’altro rosso a indicare il sangue. Sangue e acqua uscirono dal costato di Cristo, dicono i Vangeli. Il sangue e l’acqua indicano la Chiesa e i sacramenti; l’acqua i sacramenti della rinascita dai peccati – il battesimo e la penitenza -, il sangue, che è la vita, l’eucaristia. Nel dipinto doveva poi apparire la scritta “Gesù confido in te”.

LA MISERICORDIA COME UN MARE. Centro di tutta questa esperienza erano la Festa della Divina Misericordia da celebrare la prima domenica dopo Pasqua, la Novena di preparazione che inizia il Venerdì Santo, la coroncina della Divina Misericordia (che si recita usando la corona del rosario) e la preghiera nell’Ora della misericordia, le tre del pomeriggio, l’ora della morte di Cristo sulla croce. La Festa è stata introdotta ufficialmente dalla Chiesa nel 1994 e dal 2002 è associata anche all’indulgenza.
La missione di suor Faustina era chiara: portare nel mondo il messaggio della Divina Misericordia. Un mare di misericordia – sintetizziamo le sue parole – attende anche i peccatori più incalliti. Una missione che la coinvolse in una preghiera continua per gli altri, in particolare per gli agonizzanti. Morì a soli 33 anni, come Cristo, dopo un lungo Calvario di malattia, che però non spense il suo spirito. Suor Faustina, che fin da bambina coltivava il sogno di diventare santa, era sempre incredibilmente serena.

L’OPERAIO KAROL.
Più volte l’allora operaio Karol Wojtyla, nei primi anni ’40, quando lavorava alla fabbrica Solvay di Cracovia, sostava in preghiera nella chiesa del convento dove visse e morì suor Faustina. Certamente lì venne contagiato dall’esperienza vissuta proprio da suor Faustina, beatificata e poi canonizzata dallo stesso Papa polacco rispettivamente nel 1993 e nel 2000. Il 17 agosto 2002 Giovanni Paolo II consacrò il mondo alla Divina Misericordia.

PERCHE' QUESTA FESTA.
Ma che cos’è mai questa Divina Misericordia? C’era proprio bisogno di una nuova festa per sottolineare che Dio è misericordioso?
Il messaggio di suor Faustina è semplice. Incredibilmente semplice. Come sulla confessione, ad esempio: “Quando vai alla confessione – le diceva Gesù -, sappi che Io stesso ti aspetto in confessionale. Mi copro dietro il sacerdote, ma sono Io che opero nell’anima. Lì la miseria dell’anima s’incontra col Dio della misericordia”.
E ancora: “Se la loro fiducia (delle anime) sarà grande, la Mia generosità non avrà limiti. […] Lì (nella confessione) avvengono i più grandi miracoli. Per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane né celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un Mio rappresentante e confessargli la propria miseria. Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! La invocherete invano, quando sarà troppo tardi”.
Pregare non è fuggire dal mondo, dalle cose, dalla vita. L’attaccamento alla Divina Misericordia si esprime in fatti concreti: una maggiore fiducia in Dio (“Più un’anima ha fiducia, più ottiene”); e in una carità attiva verso gli altri (“Esigo da te – diceva Gesù a suor Faustina – atti di misericordia che devono derivare dall’amore verso di me. Devi mostrare misericordia sempre e dovunque verso il prossimo”).
Portare agli uomini la misericordia di Dio: è questo, e non altri, il vero volto della Chiesa, descritto anche nella seconda enciclica di Papa Wojtyla, la “Dives in misericordia”. Mai “la Chiesa può dimenticare la preghiera che è grido della misericordia di Dio dinanzi a molteplici forme di male che gravano sull’umanità e la minacciano”. La misericordia, cioè l’amore, attrae, convince, trasforma.
Gesù sembrava quasi scherzare con suor Faustina: un tempo mandai al popolo i profeti con i fulmini, oggi mando te all’umanità con la mia misericordia. Non voglio punire gli uomini sofferenti, ma guarirli e stringerli al mio cuore misericordioso.
La misericordia è il nome di Dio. Come nasconderci ancora? Come non desiderare di incontrarla?

Davide Maloberti - Il Nuovo Giornale - settimanale della Diocesi di Piacenza  n. 15 - 2009


 Scudetto della Congregazione T.S.B.

 

 
   

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