I Doni e le Virtù
dello
SPIRITO SANTO
Per attuare in pienezza la vita nuova nello Spirito e
rimanere fedele alla sua realtà di figlio, il cristiano
viene munito di molteplici aiuti divini che gli sono
comunicati dallo Spirito Santo, come i doni infusi al
battesimo, le virtù teologali e cardinali, i carismi e i
frutti. In questa sede consideriamo i doni e le virtù.
Secondo la tradizione cristiana sono sette i doni dello
Spirito Santo, conformemente al testo di Isaia 11,2-3
nella versione greca dei LXX. Tuttavia non è tanto
importante determinare il numero dei doni, quanto capirne
il significato. Nella Scrittura il numero sette indica la
pienezza o la perfezione dello Spirito che viene riversato
sul Messia, il quale raccoglie in sé e porta a compimento
le virtù degli antenati. Questi medesimi doni sono
comunicati al cristiano il giorno del suo battesimo e
confermati con il sacramento della cresima. Essi sono il
patrimonio spirituale che lo accompagna per tutta la vita
e ogni battezzato ne può liberamente usufruire. Tommaso
d’Aquino definisce l’essenza e la funzione dei doni dello
Spirito Santo in questi termini: «I doni sono perfezioni
dell’uomo, con i quali l’uomo è disposto ad assecondare
benevolmente l’istinto divino». I doni perciò sono delle
disposizioni interiori che lo Spirito Santo infonde
nell’animo per predisporlo a seguire prontamente e
docilmente le sue ispirazioni. Infatti l’uomo, pur avendo
la grazia santificante, non possiede in modo perfetto la
natura divina e quindi necessita di altri aiuti spirituali
che lo rendano abile e pronto a compiere quegli atti che
sono conformi alla volontà divina e alla sua verità. Con i
doni dello Spirito Santo il cristiano acquista una certa
connaturalità con la sfera divina ovvero un istinto
divino, con il quale vive e agisce secondo Dio e non più
secondo le sole capacità umane. In ciò sta la differenza
tra i doni e le virtù teologali e cardinali, in quanto
queste dispongono l’uomo a muovere se stesso verso il fine
soprannaturale secondo il modo umano di conoscere ed
amare; mentre i doni dello Spirito sono dati affinché
l’uomo sia pronto ad agire in conformità al modo di vedere
e di pensare di Dio, cioè sia totalmente mosso dallo
Spirito di Dio. Secondo tale prospettiva alcuni doni sono
dati per perfezionare l’intelligenza umana (intelletto,
scienza, sapienza e consiglio); altri per muovere la
volontà umana (pietà, fortezza, timore di Dio). Ad essi
corrispondono armonicamente le sette virtù cristiane: tre
teologali (fede, speranza e carità) e quattro cardinali
(giustizia, fortezza, prudenza, temperanza).
DONI
INTELLETTIVI
I
doni intellettivi sono rapportati alle verità proposte
dalla fede, in modo che siano capite e vissute con
profonda chiarezza interiore, sia le verità che riguardano
il mistero di Dio sia quelle che si riferiscono alla cose
create e agli uomini. Il dono dell’intelletto ha il
compito di penetrare intimamente (“intus legere” = leggere
dentro), cioè di leggere dentro le verità accolte mediante
la fede e capirle nella loro profondità e nel loro
autentico valore. La virtù della fede è una semplice
adesione alla verità rivelata, mentre il dono
dell’intelletto dà una percezione viva e una retta
comprensione di essa sia nell’aspetto teorico che pratico.
Pertanto con il dono dell’intelletto non sono date
all’uomo nuove verità o nuove concezioni, ma semplicemente
è data l’intelligenza o percezione delle verità di fede,
con la giusta valutazione del loro significato vitale e
con l’esatta distinzione della verità dagli errori. Il
dono dell’intelletto perciò perfeziona e approfondisce la
virtù della fede.
L'intelletto è una luce soprannaturale, che illumina
l'occhio dell'anima fortificandola e donandole una più
estesa vista sulle cose divine.
L'intelligenza ci fa apparire le cose spirituali come nuda
Verità. (S. Tommaso)
Si rivela la bellezza piena d'incanto dei misteri di Dio
ed appaiono armonie nuove che portano ad una dolcezza
infinita. Tutto sembra nuovo all'anima, la Verità è colta
in maniera più completa.
La condizione indispensabile per il dono dell'intelletto è
la purezza di cuore: un cuore puro è un cuore sincero,
limpido, leale, trasparente, libero da ogni male. "Ti
benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché
hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti ed agli
intelligenti e le hai rivelate ai piccoli." (Mt.5,8)
Bisogna essere piccoli, lasciarsi purificare, spogliarsi
di tutto, anche delle certezze più assolute. Il dono
dell'intelletto dona all'anima una conoscenza profonda
della propria vita, le fa capire i disegni di Dio
facendola raggiungere lo scopo della sua esistenza.
Il dono della scienza riguarda il giudizio nei confronti
delle verità di fede, per mezzo del quale l’uomo riesce a
distinguere ciò che si deve credere ovvero che è conforme
alla volontà di Dio e alla sua verità da ciò che si oppone
ad essa od ostacola e ottenebra la sua attuazione. Il suo
oggetto proprio non è il mistero di Dio in se stesso, come
per il dono dell’intelletto, ma tutte le realtà create che
sono collegate con Dio e da lui dipendono. In tal modo il
dono della scienza fa capire all’uomo che le creature non
sono il bene ultimo e assoluto, sono invece rapportate al
bene sommo e ad esso sottomesse. Pertanto il cristiano,
con il dono della scienza, può ordinare se stesso e l’uso
delle cose create al bene divino e non scambiare i beni
creati con l’unico vero bene che è Dio. A questo scopo
mette a disposizione la virtù della temperanza, con il cui
esercizio sa disporre giustamente di tutto quello che
possiede, senza eccedere nell’abuso o nel disprezzo né
delle cose né di se stesso. La temperanza prepara e
accompagna l’attuazione del dono della scienza, il quale,
a sua volta, ne diventa il rafforzamento e il
perfezionamento.
"Grazie al dono della scienza ci è dato conoscere il vero
valore delle creature nel loro rapporto col Creatore.
Grazie ad essa - scrive S. Tommaso - l'uomo non stima le
creature più di quello che valgono e non pone in esse, ma
in Dio, il fine della propria vita."(Giovanni Paolo II).
Il dono della scienza insegna a fare ringraziamento e
offerta di ogni cosa creata perché ci è stata data per
aiutarci nel cammino verso Dio. La scienza suggerisce un
ordinato e illuminato distacco dalle creature per entrare
in armonia e in profonda comunione con esse e assaporarne
tutta la bellezza come riflesso della bellezza di Dio.Nel
Siracide leggiamo: "...pose lo sguardo nel cuore degli
uomini per mostrare loro la grandezza delle sue opere", "I
loro occhi contemplarono la grandezza della sua gloria e i
loro orecchi sentirono la magnificenza della sua voce".
Il dono della scienza è sorgente di lode, di canto ed è
fonte di libertà interiore che porta alla contemplazione
di Dio.
Il dono della sapienza consente all’uomo la contemplazione
delle verità rivelate con amore, cioè con l’adesione del
cuore. Nel rapporto con Dio non basta conoscere
intellettivamente il suo mistero, ma occorre aderirvi con
tutto il proprio essere, con tutto l’amore. Infatti,
mediante l’amore l’uomo si unisce a Dio formando un solo
Spirito con Lui ed effondendosi in una profonda comunione
affettiva. Sotto questo aspetto il dono della sapienza
completa il dono dell’intelletto e pone in esso uno
slancio sempre più intenso di desiderare la conoscenza
diretta di Dio e la piena unione con lui, che si avrà alla
fine della vita nella visione beatifica. Questo desiderio
è sorretto dalla virtù della speranza, che consiste
precisamente nel coltivare nel cuore umano l’anelito alla
vita eterna come all’unico proprio bene, che diventa luce
e nutrimento salutare lungo il cammino cristiano. Il dono
del consiglio abilita l’uomo a compiere le proprie azioni
in ordine al fine ultimo voluto da Dio. Ciò comporta che
il cristiano, con il dono del consiglio, accoglie dentro
di sé la ragione stessa di Dio, le sue motivazioni, i suoi
pensieri, le sue prospettive, le quali dirigono
l’intelletto umano a comprendere le cose e gli avvenimenti
nel senso giusto, quello voluto da Dio, soprattutto in
alcuni casi particolari in cui si può avere incertezza o
dubbio. Alle volte il dono del Consiglio illumina l’uomo
ad attuare delle scelte che vanno al di là della semplice
concezione o saggezza umana o anche al di là della stessa
legge, ponendolo in uno stato di interiore illuminazione e
libertà. Tale dono si accompagna ed è sorretto dalla virtù
della prudenza, che rende l’uomo capace di vagliare il
momento in cui deve agire con decisione senza lasciarsi
condizionare da situazioni o da atteggiamenti puramente
terreni, ma con la forza di seguire il disegno divino
qualunque siano gli effetti, con la consapevolezza che la
sapienza di Dio oltrepassa i progetti umani e conduce
sempre al bene per se stesso e per gli altri.
"Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma
trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter
discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui
gradito e perfetto." (Rm. 12,2)
Il dono del consiglio ci fa attuare il proposito di vivere
secondo il Vangelo nelle situazioni concrete: ci ispira
scelte conforme alla volontà di Dio, ci aiuta a risolvere
i problemi della condotta personale.
E' una specie d'intuizione soprannaturale che aiuta a
giudicare prontamente e sicuramente ciò che conviene fare
e decidere, senza esitazioni e dubbi, anche nei casi
difficili.Lo Spirito ci mette in piena sintonia con Dio e
ci fa realizzare il proposito di vivere secondo la sua
volontà, e viene in aiuto della nostra debolezza perché
nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare.
Occorre essere docili, sottomessi alla mozione dello
Spirito, cioè non ostacolarne l'azione: il dono del
consiglio richiede alcune disposizioni fondamentali tra
cui un profondo sentimento della nostra impotenza ed
incapacità, che solo può attirare lo Spirito di Dio ad
agire in noi. E' necessaria anche la semplicità e la retta
intenzione che ci libera da riguardi e considerazioni
umane e ci indirizza con purezza di cuore a Dio.
DONI VOLITIVI
I
doni volitivi perfezionano la volontà umana in modo che si
ponga in perfetta sintonia e disponibilità alla volontà
divina e al suo amore. Il dono della pietà ha la funzione
di offrire a Dio un culto autentico e appropriato alla sua
realtà di Padre e Signore. Tale culto è dato dall’amore
filiale verso di lui e dal riconoscimento della sua
sovranità. Il cristiano, mosso dallo Spirito, onora e
prega Dio in quanto lo considera Padre e Signore ed ha
verso di lui un affetto filiale e una sottomissione
obbediente. Tale dono completa la virtù della giustizia
intesa nel senso religioso di dare a Dio ciò che a lui
compete quale Creatore di tutte le cose e di rivolgersi a
lui quale unico vero Dio, il quale vuole la salvezza di
tutti i suoi figli. Con il dono della pietà e la virtù
della giustizia l’uomo si allontana dall’idolatria o dai
culti esoterici e pagani, per orientare tutta la sua vita
al culto di adorazione dovuto al Signore rivelatosi in
Cristo suo Figlio.
La pietà, come dono dello Spirito Santo, ci rende capaci
di rispondere all'amore misericordioso di Dio con un
attaccamento filiale fatto di vigilanza e tenerezza, che
si traduce in un'obbedienza pronta e gioiosa verso Dio e
un'attenta misericordia verso il prossimo. (A. Doneda)
La consapevolezza dell'amore di Dio permette all'anima di
volgere lo sguardo a Lui. Ci sentiamo figli protetti,
custoditi in mani sicure, perché sappiamo che il suo
perdono è amore, non giustizia.
Consapevole della propria povertà, la creatura si
abbandona al suo Creatore per riceverne consolazione.
Dio ama e attende da ciascuno una risposta al suo amore.
Negli avvenimenti di ogni giorno e nelle prove più
difficili, questo dono ci fa essere pronti ad ogni
sacrificio, per amore di un Padre così tenero che in tutti
gli eventi opera solo per il bene dei suoi figli. E' il
dono della pietà che trasforma il nostro cuore e vi
infonde gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù.
Il dono della fortezza comporta la fermezza d’animo
richiesta sia nel fare il bene sia nel sopportare il male,
in particolare quei beni e quei mali che si presentano
molto ardui e impegnativi. Con questo dono il cristiano
viene rafforzato in modo tale che non deve lasciare di
fare il bene a causa delle difficoltà, né deve essere
sopraffatto dal male a motivo delle grandi sofferenze da
affrontare. Lo Spirito Santo viene in soccorso dell’uomo
aiutandolo a superare tutte le contrarietà e restare
fedele alla volontà di Dio, fino al punto estremo di
vivere le prove più difficili come fossero le più amabili
e persino dilettevoli. È naturale vedere come il dono
della fortezza si unisca alla virtù della fortezza per
formare un unico robusto baluardo contro qualsiasi
ostacolo che si voglia opporre sul cammino che conduce
alla vita eterna e alla totale comunione con Dio.
La fortezza è l'espressione della fede matura, provata da
tutto quello che il maligno può scatenare dentro di noi e
intorno a noi per vincere la debolezza umana.A sostegno
della fortezza Dio ci offre se stesso e la sua parola."
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio lo
amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di
lui." (Gv. 14,23)
L'impegno perseverante delle virtù morali, porta come
frutto il gaudio spirituale.
La fortezza è dono della bontà di Dio e frutto della
redenzione: Maria, la Madre di Dio, è donna forte nei
disagi, nei pericoli, nel silenzioso servizio quotidiano
nella famiglia, più ancora ai piedi della croce, ed è oggi
modello di fortezza per tutti.
Gesù, l'Emmanuele, "Dio con noi" può trasformare la
debolezza dell'uomo in fortezza, la croce nella gloria
della resurrezione. Per quanto riguarda il dono del timore
di Dio, occorre precisare che non si tratta della paura
servile di chi non accetta la signoria divina e si chiude
in se stesso, e ciò è sempre un dato negativo, piuttosto
esso indica l’atteggiamento di colui che vuole aderire a
Dio per timore del peccato quale offesa di Dio Padre e
separazione dal suo amore salvifico. In tal senso il dono
del timore è mosso e animato dalla virtù della carità ,
che spinge l’uomo ad allontanarsi dal male per non
offendere il Signore e ad obbedire a Dio unicamente per
amore, trovando in ciò la piena soddisfazione e il
compimento della propria felicità. Il timore di Dio va
capito in unione con la carità, che ne è come l’anima e il
dinamismo interiore che gli offre gioia e freschezza.
I
sette doni e le sette virtù costituiscono un tesoro
spirituale immenso, che ogni cristiano porta dentro di sé,
ma che purtroppo non viene sempre sufficientemente
valorizzato e compreso. Da qui l’urgenza e l’importanza di
riscoprirne e riviverne il significato e il valore,
affinché esso rifiorisca nell’animo e sia utilizzato per
la propria santificazione."
Venite, figli, ascoltatemi; vi insegnerò il timore del
Signore"(Sal. 34,12)
Mentre l'amore ci fa accelerate il passo, il timore ci
induce a guardare dove posiamo il passo per non cadere.
Il timore servile induce a fuggire il peccato per evitare
le pene eterne dell'inferno: è un timore buono, che per
molti uomini lontani da Dio rappresenta il primo passo
verso la conversione e l'inizio dell'amore, è una grande
difesa contro le tentazioni e le attrattive del male.
Il cristiano è mosso dall'amore divino ed è chiamato ad
amare: quando l'amore elimina ogni timore, questo si
trasforma tutto in amore.
Il cristiano dunque deve coltivare il santo timore di Dio,
per avere una percezione forte del senso del peccato, per
non avere paura " di quelli che uccidono il corpo, ma non
hanno potere di uccidere l'anima" ma avere santo timore di
"Colui che può far perire e l'anima e il corpo...".
Il dono del timore è per eccellenza il dono della lotta
contro il peccato.
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