CHI È COME DIO?
Gli Angeli sono stati dotati da Dio della massima
intelligenza e, comunque, hanno peccato, rivoltandosi
contro il loro Creatore. Mistero del male… San
Michele, per la sua fedeltà, ha ricevuto in premio la
missione di proteggere la Santa Chiesa. Tutte le
domeniche, un incalcolabile numero di fedeli nell’orbe
cattolico canta o recita, durante la celebrazione
della sacra Eucaristia, il simbolo della nostra fede.
Le verità della nostra santa religione sono
proclamate, una dopo l’altra, in un’ispirata e sublime
sintesi, fino a completare la totalità dell’unica
dottrina della fede: “Come la semente della senape
contiene in un piccolissimo ramo un gran numero di
grani – ci insegna San Cirillo di Gerusalemme, allo
stesso modo questa sintesi della fede racchiude in
qualche parola tutta la conoscenza della vera pietà
contenuta nell’Antico e nel Nuovo Testamento”. “Credo
in Dio Padre onnipotente!”.
Dopo questa prima e fondamentale
affermazione, dalla quale dipendono tutti gli altri
articoli del Credo, proclamiamo in seguito “l’inizio
della storia della salvezza”: “Creatore del Cielo e
della terra!”.
IL MISTERO DELLA
CREAZIONE Dio, essendo assoluto ed eterno,
non aveva bisogno di nessuna creatura che Gli rendesse
omaggio e riconoscesse la sua illimitata grandezza.
Però, nella sua misericordia, ha voluto creare, non
per accrescere la sua gloria, intrinseca e sempiterna,
ma per manifestare il suo amore onnipotente e
“comunicare la sua gloria” agli esseri da Lui creati,
facendoli partecipare alla sua verità, alla sua bontà
e alla sua bellezza. Un’immensa moltitudine di
creature le più diverse e varie – esseri visibili e
invisibili, intelligenti o sprovvisti di ragione,
disposti in una meravigliosa gerarchia – costituisce
allora l’Ordine dell’universo, riflesso della
perfezione adorabile dell’Essere infinito, che si
sarebbe manifestato totalmente solo nella pienezza dei
tempi, col suo Figlio Unigenito, Gesù Cristo, il Verbo
eterno incarnato. Il Dottor Angelico spiega che “ogni
effetto rappresenta qualcosa della sua causa”. Così,
in tutte le creature possiamo trovare vestigia
dell’eterna Sapienza che le ha tratte dal nulla: negli
astri che riempiono le vastità del firmamento e le cui
costellazioni si trovano separate, alle volte, da
milioni di anni luce; nei piccoli granelli di sabbia,
mai uguali tra loro, che coprono deserti e spiagge;
nella varietà stupefacente di vegetali, che va
dall’”erba del campo che oggi esiste e domani è
bruciata” (Mt 6, 30) alle secolari sequoie e “jequitibàs”;
nel mirabile istinto degli insetti, nella fedeltà
quasi intelligente di un cane, nella delicatezza
verginale di un ermellino, nelle migliaia di microbi
che possono pullulare in una goccia d’acqua… Ma Dio ha
voluto specchiarsi soprattutto nell’uomo, creandolo a
sua immagine. Nel costituirlo di un corpo corruttibile
e di un’anima immortale, lo ha reso anello di
congiunzione tra la materia e il mondo spirituale.
IL MONDO ANGELICO
Tuttavia, in vetta a questa grandiosa
gerarchia, “superando in perfezione tutte le creature
visibili”, Dio ha collocato la natura angelica:
spiriti puri, intelligenti e capaci di amare, pieni
della grazia divina dall’inizio della loro esistenza,
all’alba del primo mattino della creazione.
Distribuiti ed ordinati da Dio in nove Cori –
Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Virtù,
Potestà, Principati, Arcangeli e Angeli –
costituiscono l’esercito della Gerusalemme celeste ed
hanno ricevuto la triplice missione di perpetui
adoratori della Santissima Trinità, esecutori dei
divini disegni e protettori del genere umano. Immensa
ed incalcolabile è questa corte del Signore. “Per caso
possono essere contate le sue schiere?”, chiede il
Libro di Giobbe (25, 3). E il profeta Daniele,
sorpreso, scrisse: “Mille migliaia lo servivano e
diecimila miriadi lo assistevano” (Dn 7, 10).
Comunque, ognuno di questi spiriti possiede una
personalità propria, inconfondibile e specifica, non
essendone stato creato uno uguale all’altro.
IL PRIMO DEGLI ANGELI
A tanta diversità e splendore Dio ha voluto
collocare un apice, un punto monarchico, un essere che
rispecchiasse in modo ineguagliabile la luce eterna e
inestinguibile. Meraviglia tra meraviglie, capolavoro
del mondo angelico, era folgorante nel più alto dei
cori e tutti rimanevano estasiati davanti a lui. “Tu
sei il modello della somiglianza di Dio, pieno di
sapienza, perfetto in bellezza; tu vivevi nelle
delizie del paradiso di Dio e tutto fu impiegato per
risaltare la tua bellezza” (Ez 28, 12-13). Essendo il
primo dei Serafini, illuminava tutti gli spiriti
celesti con i riflessi della divinità che la sua
intelligenza impari discerneva con l’aiuto della
grazia. Lucifero era il suo nome: colui che portava la
luce…
LA PROVA DEGLI SPIRITI
CELESTI Comunque, prima di poter contemplare,
per tutta l’eternità, l’essenza di Dio, gli angeli
dovevano passare per una prova, e nonostante
l’altissima perfezione della loro natura, “non
potevano dirigersi a questa beatitudine con la propria
volontà, senza l’aiuto della grazia di Dio”. Davanti a
loro le sembianze dell’Essere infinito rimanevano come
avvolte in penombra e soltanto i suoi riflessi erano
capaci di alimentare l’ardente amore delle legioni del
Signore. Come affermano Tertulliano, San Cipriano, San
Basilio, San Bernardo ed altri santi, la prova che ha
deciso il destino eterno degli spiriti angelici è
stato l’annuncio dell’Incarnazione del Verbo, Gesù
Cristo, vero Dio e vero Uomo, che avrebbe dovuto
nascere dalla Vergine Maria. Possiamo immaginare,
allora,che un fremito di stupore abbia percorso le
schiere delle milizie celesti quando hanno conosciuto
intuitivamente, con un’azione di Dio, il piano della
Salvezza: il Creatore eterno, inaccessibile,
onnipotente, si sarebbe unito ipostaticamente alla
natura umana, elevandola così fino al trono
dell’Altissimo; una donna, la Madre di Dio, sarebbe
diventata mediatrice di tutte le grazie, sarebbe stata
esaltata sopra i cori angelici e coronata Regina
dell’universo! L’inesplicabile sorgeva davanti agli
angeli come la vetta e il centro dell’opera della
creazione. La prova era arrivata. Amare senza
intendere! Amare sopra ogni cosa Dio Altissimo che in
una sublime manifestazione del suo amore aveva tratto
dal nulla tutte le creature! Riconoscere, in un
supremo slancio d’adorazione e sottomissione, la
superiorità infinita della Bontà assoluta ed eterna!
Era questo l’atto che avrebbe confermato gli spiriti
angelici nella grazia divina e li avrebbe introdotti
nella visione beatifica per tutta l’eternità.
LA PRIMA RIVOLUZIONE
DELLA STORIA Lucifero, però, dubitò, di
fronte ad un mistero che oltrepassava il suo angelico
intendimento. Forse che Dio ignorava la natura
perfettissima degli angeli e preferì unirSi ad un
essere umano, tanto inferiore a loro nell’ordine delle
creature? Lui, il più alto dei Serafini, sarebbe stato
costretto ad adorare un uomo? “Quest’unione ipostatica
dell’uomo con il Verbo gli parve intollerabile e
desiderò che fosse realizzata con lui”, afferma
Cornelio a Lapide. Sì, proprio soltanto a lui,
Lucifero, “il perfetto dal giorno della creazione” (Ez
28, 15), Dio avrebbe dovuto unirSi ed in questo modo
costituirlo come mediatore unico e necessario tra il
Creatore e le creature. Così, “colui che dal nulla era
stato fatto angelo, comparandosi, pieno di superbia,
col suo Creatore, pretese rubare ciò che era proprio
del Figlio di Dio”, concluse San Bernardo. “L’angelo
ha peccato volendo essere come Dio” e il principe
della luce è diventato tenebra. Si è fatto udire il
primo grido di rivolta della storia della creazione:
“Non servirò! Salirò in cielo, sulle stelle di Dio
innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell’assemblea,
mi farò uguale all’Altissimo” (cfr Is 14, 13-14).
IL DIFENSORE DELLA
GLORIA DI DIO Echeggiò, allora, un urlo nel
Cielo: “Chi è come Dio?”. Tra l’angelo ribelle e il
trono dell’Onnipotente si ergeva “uno dei primi
principi” (Dn 10, 3), un Serafino incomparabilmente
più splendente e forte di quello che era stato “colui
che portava la luce”. Chi era costui che osava sfidare
il più alto degli angeli e ora rifulgeva invincibile,
rivestito del “potere della giustizia divina, più
forte di tutta la forza naturale degli angeli”? Chi
era costui? Fiamma viva d’amore, fuoco di zelo e
umiltà, esecutore della divina giustizia. “Chi è come
Dio?” – Questo simbolo di fedeltà, che in ebraico si
dice Mi-ka-el, passò ad essere il nome di quel
Serafino che con la sua impareggiabile carità fu il
primo ad alzarsi in difesa della Maestà offesa.
Michael, Michele: nome che esprime, nella sua sonora
brevità, la lode più completa, l’adorazione più
perfetta, il riconoscimento più pieno d’amore della
trascendenza divina e la confessione più umile della
contingenza della creatura.
LA PRIMA BATTAGLIA DI
UNA GUERRA ETERNA “Scoppiò in Cielo una
grande battaglia” (Ap 12, 7). Lotta tra angeli e
demoni, lotta della luce contro le tenebre, della
fedeltà contro la superbia, dell’umiltà e dell’ordine
contro l’orgoglio e il disordine. “Michele e i suoi
angeli combattevano contro il drago, e il drago
combatteva insieme con i suoi angeli contro di lui” (Ap
12, 7). Satana, sconvolto dall’orgoglio e “ostinato
nel suo peccato, trascinò un terzo” (Ap 12, 4) degli
spiriti angelici, sommergendoli con sé nelle tenebre
eterne della rivolta. Tuttavia, questi non hanno
prevalso, né il loro posto si è più trovato nel Cielo.
E’ stato precipitato quel grande drago, che si chiama
demonio e satana, e sono stati precipitati con lui i
suoi angeli (cfr Ap 12, 8-9) negli abissi tenebrosi
dell’inferno (cfr 2Pt 2, 4). Un immenso clamore ha
riempito l’universo: come sei caduto dal cielo, o
astro risplendente, che brillavi nel nascere del
giorno? (cfr Is 14, 12). La tua superbia è stata
abbattuta fino agli inferi! (cfr Is 14, 11). Mentre il
serafino ribelle era visto “cadere dal cielo come la
folgore” (Lc 10, 18) ed essere condannato al fuoco
inestinguibile, “preparato per lui e i suoi angeli” (Mt
25, 41), San Michele era elevato dal Re eterno alla
vetta della gerarchia degli angeli fedeli e diventava
il “gloriosissimo principe della milizia celeste”,
com’è designato dalla liturgia della Santa Chiesa
Cattolica.
IL NUOVO CAMPO DI
BATTAGLIA Ristabilito l’ordine nei cieli
angelici, il campo di battaglia dov’è proseguita la
lotta tra la luce e le tenebre è diventata la terra
degli uomini. L’angelo detronizzato è riuscito a
sedurre i nostri primi padri a peccare, come lui,
contro l’Altissimo, volendo essere come dei (cfr Gn 3,
5), e il Signore Dio ha dichiarato guerra al
tentatore: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra
la tua stirpe e la sua” (Gn 3, 15). A partire da
questo momento una lotta ardua contro il potere delle
tenebre rasenta la storia dell’umanità. Iniziata
all’origine del mondo, durerà fino all’ultimo giorno,
secondo le parole del Signore. Inserito in questa
battaglia, l’uomo deve lottare sempre per aderire al
bene. In questo combattimento, oltre alle armi
decisive della grazia di Dio, che riceviamo in
sovrabbondanza per mezzo dei sacramenti, gli uomini
contano sull’aiuto e la protezione degli angeli. Al
principe della Gerusalemme celeste è affidata la guida
di tutte le legioni angeliche nella lotta contro la
forza dell’inferno, per la salvezza delle anime. Così,
San Michele continua sulla terra la lotta trionfale
che ha iniziato nel Cielo.
PROTETTORE DEL POPOLO
ELETTO E DELLA SANTA CHIESA E’ stato San
Michele l’angelo tutelare del popolo di Israele. Nelle
Sacre Scritture, è lui menzionato per la prima volta
nel Libro di Daniele. Questo profeta, scrivendo le
rivelazioni ricevute dall’angelo Gabriele sul
combattimento per liberare il popolo eletto dalla
servitù ai persiani, afferma che nessuno lo difenderà
“se non San Michele, il vostro principe” (Dn 10, 21).
Aggiunge, nel narrare le tribolazioni delle epoche
venture: “A quel tempo, sorgerà Michele, il grande
principe, che vigila sui figli del tuo popolo” (Dn 12,
1). Il serafino della fedeltà non ha cessato di
proteggere il popolo di Israele e di vegliare sulla
fede della Sinagoga fino al momento supremo della
morte di Gesù. Si è oscurato il sole e sono
sopravvenute le tenebre, la terra ha tremato, si sono
crepate le rocce e il velo del Tempio – monumentale
tessuto di giacinto, porpora e scarlatto che copriva
l’entrata dell’impenetrabile “Santo dei Santi” – si è
strappato in due parti, dall’alto in basso (cfr Mt 27,
51; Mc 15, 38; Lc 23, 45). Ci narra il famoso storico
ebreo, Flavio Giuseppe, che dopo questi avvenimenti
gli stessi sacerdoti del Tempio hanno udito dentro al
recinto sacro una misteriosa voce che gridava ripetute
volte: “Usciamo da qui!”. San Michele, la sentinella
di Israele, abbandonava definitivamente il Tempio
dell’Antica Alleanza, inutile ora, perché l’unico e
vero sacrificio si era appena consumato in cima al
Calvario. Dal cuore trafitto dell’Agnello Immacolato
nasceva la Santa Chiesa, Corpo Mistico di Cristo,
Tempio eterno dello Spirito Santo. A partire da questo
istante, Michele il trionfatore, il primo adoratore
del Verbo incarnato, è diventato anche il vigile
protettore dell’unica Chiesa di Dio. A questo
proposito ha scritto il cardinale Schuster: “Dopo la
funzione di padre legale di Gesù Cristo, che
corrisponde a San Giuseppe, non c’è in terra nessun
ministero più importante e più sublime di quello
conferito a San Michele: protettore e difensore della
Chiesa”.
Padre Pedro
MORAZZANI ARRAIZ, E. P., da Salvami Regina degli
Araldi del Vangelo n° 52, Settembre 2007, pp. 18-21 |