MEDITAZIONE
Il termine
"meditazione", in greco meléte, è un termine convenzionale
tradizionale strettamente legato a una lettura
approfondita delle Scritture che tocca il cuore e che
lascia un segno indelebile nella memoria, nel sentimento e
nel linguaggio.
Secondo la
tradizione patristica, la meditazione è la chiave di tutte
le grazie; a colui che la pratica con fervore conferisce
pensiero, linguaggio e sentimenti evangelici; comprende le
realtà alla maniera di Dio e può progredire in tutti i
doni e i carismi. Se apre la bocca, le parole della
Scrittura ne escono senza artifici, né affettazione e,
insieme a esse, i pensieri divini fluiscono come onde di
luce che attraverso la conoscenza divina rischiarano lo
spirito di colui che ascolta toccandone il cuore e
infiammandone i sentimenti.
Il termine
"meditazione", in ebraico haghig e in greco meléte, dal
verbo meletào, veicola un senso di studio, di
approfondimento della comprensione attraverso l'esercizio
del pensiero e del cuore. Così la meditazione della
sapienza, meléte sophìas, significa studio della sapienza
con applicazione, approfondimento ed esercizio pratico.
Secondo la
tradizione patristica, questo termine tendeva all’assidua
applicazione del cuore e dell'intelletto alla Parola di
Dio, affinché, grazie alla Parola, i monaci fossero
trasformati. I padri, infatti, ritenevano che fosse
opportuno dedicarsi alla meditazione solo attraverso la
lettura della Parola di Dio; perché la meditazione del
cuore ha il potere di modellare la coscienza e il pensiero
dell'uomo, il quale non deve lasciarsi modellare se non
dalla benedetta Parola di Dio, secondo la sua volontà e il
suo pensiero.
E’ per questo
motivo che il termine "meditazione" si riferisce in modo
particolare alla lettura della Bibbia e il suo uso si
limita allo studio della Parola di Dio unito alla
concentrazione interiore per esserne impregnati e reagirvi
spiritualmente.
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