Santa
Giovanna d'Arco
Vergine
30
maggio
- Comune
Domrémy, Francia, 1412
circa - Rouen, Francia, 30
maggio 1431
Figlia di contadini, analfabeta,
lasciò giovanissima la
casa paterna per seguire
il volere di Dio,
rivelatole da voci
misteriose, secondo il
quale avrebbe dovuto
liberare la Francia dagli
Inglesi. Presentatasi alla
corte di Carlo VII,
ottenne dal re di poter
cavalcare alla testa di
un'armata e, incoraggiando
le truppe con la sua
ispirata presenza, riuscì
a liberare Orleans e a
riportare la vittoria di
Patay. Lasciata sola per
la diffidenza della corte
e del re, Giovanna non
potè condurre a termine,
secondo il suo progetto,
la lotta contro gli
Anglo-Borgognoni; fu
dapprima ferita alle porte
di Parigi e nel 1430,
mentre marciava verso
Compiegne, fatta
prigioniera dai
Borgognoni, che la
cedettero agli Inglesi.
Tradotta a Rouen davanti a
un tribunale di
ecclesiastici, dopo
estenuanti interrogatori
fu condannata per eresia
ed arsa viva. Fu
riabilitata nel 1456. Nel
1920 Benedetto XV la
proclamava santa.
Patronato: Francia,
Radiofonisti
Etimologia: Giovanna = il
Signore è benefico, dono
del Signore, dall'ebraico
Emblema: Corona d’oro,
Gigli, Spada
Martirologio Romano: A
Rouen in Normandia, in
Francia, santa Giovanna
d’Arco, vergine, detta la
pulsella d’Orléans, che,
dopo aver combattuto
coraggiosamente in difesa
della patria, fu infine
consegnata nelle mani dei
nemici, condannata con
iniquo processo e bruciata
sul rogo.
Santa Giovanna d’Arco,
celeberrima patriota
francese, fu in un primo
tempo arsa viva sul rogo e
non molti anni dopo, nel
1456, riabilitata dalla
Santa Sede. Il suo ruolo
fu decisivo nel
risollevare il morale
francese nel corso della
guerra dei Cento Anni e
certamente avrebbe
meritato una sorte
migliore che essere data
dai borgognoni in mano
agli inglesi, rifiutata
dai suoi stessi
compatrioti ed ifine
giustiziata sotto
pressione inglese. Molto è
stato scritto su questa
santa quasi leggendaria,
purtroppo però gli
agiografi non haano fatto
altro che rivestirla di
loro proprie convinzioni.
Fu indubbiamente una
grande patriota francese,
perita di morte violenta,
ma non una “martire” in
senso cristiano, cioè
uccisa non in odio alla
sua fede, quant,
Telegrafistio piuttosto
per motivi politici.
Indubbi furono il suo
immenso coraggio e la sua
grande determinazione.
Nata a Domrémy verso il
1412 da una famiglia
contadina, imparò a cucire
e filare, ma non a leggere
e scrivere. Ebbe
un’infanzia tutto sommato
felice, anche se turbata
dal pericolo
dell’invasione lorenese e
dalla Guerra dei Cento
Anni. Giovanna aveva
solamente tre anni quando
Enrico V d’Inghilterra
vinse la battaglia d’Azincourt
e rivendicò il trono
francese, sul quale sedeva
allora Carlo VI il Folle.
La Francia era inoltre
indebolita dalle divisioni
insorte fra la casa
d’Orléans e quella di
Borgogna, che comportarono
l’assassinio del duca da
parte del Delfino, il
futuro Carlo VII. Queste
vicende sugellarono il
legame tra i borgognoni e
gli inglesi ed i
britannici portarono
avanti, seppur fra non
poche difficoltà
economiche, la battaglia
per conquistare il trono
di Francia.
Nel frattempo Giovanna,
allora quattordicenne, dal
1426 iniziò a udire delle
misteriose voci celesti
accompagnate da bagliori
di luce e due anni dopo
proprio in tal modo fu
invitata a presentarsi
volontariamente alle
autorità militari allo
scopo di “salvare la
Francia”. Orléans era in
stato d’assedio e le sorti
della nazione parevano
incerte. Nel 1429 Giovanna
riconobbe a Chinon il
Delfino, nonostante questi
si fosse mascherato fra i
suoi cortigiani, ed
ottenne un colloquio
segreto con lui, riuscendo
a guadagnarne la stima.
Venne tuttavia condotta a
Poitiers per sottoporla
all’esame da parte di
teologi circa la sua fede
ed i suoi costumi, ma
poiché non fu scorta in
lei alcuna ombra, al
Delfino venne dunque
consigliato di sfruttare
al meglio i carismi della
ragazza. Giovanna chiese
che delle truppe fossero
messe a sua disposizione
per liberare Orléans e,
vestitasi di un’armatura
bianca, cavalcò alla loro
testa con uno stendardo
recante i nomi di Gesù e
Maria.
In effetti la spedizione
militare ebbe successo ed
Orléans fu liberata: ciò
dipese indubbiamente
dall’intervento della
“pulzella”, che seppe
risollevare il morale
francese e far percepire a
tutti l’aiuto divino.
L’entusiasmo popolare
crebbe ancora in seguito
ad altre vittorie, sino
alla liberazione di Reims,
ove Carlo VII poté essere
incoronato con accanto
Giovanna ed il suo
stendardo. Forti
opposizioni si levarono
però ben presto dal mondo
maschilista di corte,
dell’esercito e della
Chiesa, che guardavano a
Giovanna con sospetto. Ben
presto emersero gli
effetti di questa
avversione nei suoi
confronti: rimasta ferita
durante un fallito attacco
a Parigi, il suo carisma
fu ridimensionato e,
quando mesi dopo ella
liberò Compiègne, il ponte
levatoio fu sollevato
prima che Giovanna potesse
mettersi in salvo.
Catturata dai borgognoni,
il re di Francia non fece
alcuno sforzo per ottenere
il suo rilascio e dunque
il 21 novembre 1430 venne
venduta agli inglesi.
Questi, desiderando che la
giovane fosse condannata
quale ribelle o eretica,
la sottoposero ad un
interrogatorio incrociato
da un tribunale presieduto
dal vescovo di Beauvais.
Furono esaminati le “voci”
misteriose che ella udiva,
l’uso di abiti maschili,
la sua fede e la sua
volontà di sottomissione
alla Chiesa. Non essendo
particolarmente colta,
Giovanna diede talvolta
risposte non appropriate,
ma seppe sempre difendersi
da sola con coraggio e
precisione. Il processo
terminò con una “rozza e
sleale ricapitolazione dei
fatti”, in cui i giudici
giudicarono diaboliche le
rivelazioni da lei
ricevute e l’università di
Parigi la denunciò
duramente. In parte, anche
se non ci è chiaro in
quale misura, convinsero
Giovanna a ritrattare le
sue posizioni, ma poi
tornò ad indossare gli
abiti maschili, divenuti
ormai provocatori non
traddandosi più di
protezioni per la guerra,
e confermò di aver
esclusivamente agito per
mandato di Dio stesso, che
grazie alle “voci” le
aveva affidato tale
missione.
I giudici, accogliendo
anche le istanze del
vescovo, condannarono
infine Giovanna d’Arco
quale eretica recidiva ed
il 30 maggio 1431, non
ancora ventenne, venne
arsa via sul rogo nella
piazza del mercato di
Rouen. Il suo
comportamento fu esemplare
sino alla fine: richiese
che un domenicano tenesse
elevata una croce ed alla
morì atrocemente invocando
il nome di Gesù. Le sue
ceneri furono gettate
nella Senna, onde evitare
una venerazione popolare
nei loro confronti. Un
funzionario reale inglese
ebbe a commentare circa
l’accaduto: “Siamo
perduti, abbiamo messo al
rogo una santa”.
Una ventina di anni dopo,
sua madre ed i due
fratelli si appellarono
alla Santa Sede affinchè
il caso di Giovanna fosse
riaperto. Papa Callisto
III nel 1456 riabilitò
l’eroina francese,
annullando l’iniquo
verdetto del vescovo
francese. Ciò costituì una
premessa essenziale ber
giungere alla sua
definitiva glorificazione
terrena: nel 1910 San Pio
X beatificò Giovanna
d’Arco ed infine nel 1920
Benedetto XV la proclamò
“santa”. Il suo culto fu
particolarmente
incentivato in Francia
durante i momenti di
particolare crisi in campo
militare, sino ad essere
proclamata patrona della
nazione. Anche in
Inghilterra la sua fugura
è stata rivalutata ed una
sua statua è stata posta
nella cattedrale di
Winchester, dinnanzi alla
tomba del Cardinal
Beaufort, colui che ebbe
un ruolo decisivo
nell’iniquo processo
contro Giovanna.
Non manca chi ha voluto
considerare questa
intraprendente ragazza
vissuta nel Basso Medioevo
quale “prima protestante”,
oppure in tempi più
recenti una sorta di
anticipatrice del
femminismo. In realtà,
Giovanna d’Arco non fu
altro che una semplice
ragazza di campagna, che
seppe adempiere fedelmente
la vocazione ricevuta
tramite le rivelazioni
attribuite a San Michele
Arcangelo, Santa
Margherita di Antiochia e
Santa Caterina
d’Alessandria. Seppur
possa sembrare una vicenda
incredibile, è
impressionante la mole di
documenti raccolti dalla
Santa Sede grazie alla
quale si rendette postuma
giustizia alla giovane
innocente vittima. La cosa
più deprecabile sta nella
presenza di ecclesiastici
fra i colpevoli di questo
errore giudiziario che nel
XV secolo fu responsabile
della sua morte.
In tempi recenti vasta è
stata la produzione
letteraria e
cinematografica sulla vita
di Santa Giovanna d’Arco.
Solo nel 1996, nella
soffitta di una casa
colonica francese, è stata
rinvenuta quella che
verosimilmente pare essere
stata l’armatura di
Giovanna, con tanto di
segni coincidenti con le
ferite che la santa
riportò in battaglia.
Autore:
Fabio Arduino
Spunti bibliografici
su
Santa Giovanna d'Arco
a cura di
LibreriadelSanto.it
-
Krumeich Gerd,
Giovanna d'Arco,
Il Mulino, 2008 - 135
pagine
-
Dobraczynski Jan,
Chiunque vi ucciderà...
Il romanzo di Giovanna
d'Arco,
Morcelliana Edizioni,
2008 - 344 pagine
-
Belloc Hilaire,
Giovanna d'Arco,
Fede & Cultura, 2006 -
80 pagine
-
Bach Dominique,
Giovanna d'Arco,
Edizioni Messaggero,
2005 - 32 pagine
-
Dalla Torre Paola,
Giovanna d'Arco sullo
schermo,
Studium Edizioni, 2004 -
176 pagine
-
Spaziani M. Luisa,
Giovanna d'Arco. Romanzo
popolare in sei canti in
ottave e un epilogo,
Marsilio Edizioni, 2000
- 112 pagine
-
Bogliolo Giovanni,
Giovanna d'Arco,
BUR Biblioteca
Universale Rizzoli, 2000
- 254 pagine
-
Cardini Franco,
Giovanna d'Arco,
Mondadori, 1999 - pagine
-
Pernoud Régine,
La spiritualità di
Giovanna d'Arco,
Jaca Book, 1998 - 104
pagine
-
Péguy Charles,
I misteri: Il mistero
della carità in Giovanna
d'Arco. Il portico del
mistero della seconda
virtù. Il mistero dei
santi innocenti...,
Jaca Book, 1997 - 504
pagine
-
Péguy Charles,
Il mistero della carità
di Giovanna d'Arco,
Jaca Book, 1993 - 160
pagine
-
Duby Georges,
Il Medioevo da Ugo
Capeto a Giovanna d'Arco
(9871460),
Laterza, 1993 - 496
pagine
-
Pernoud Régine,
Giovanna d'Arco. Una
vita in breve,
San Paolo Edizioni, 1992
- 98 pagine
-
Pernoud Régine, Clin
Marie-Veronique,
Giovanna d'Arco,
Città Nuova, 1987 - 408
pagine
-
Roberto Olivato,
Sacrari, santi patroni e
preghiere militari,
Edizioni Messaggero,
2009 - 312 pagine
Tratto da
Santiebeati.it |