GIOVANNI ANNUNCIA LA MISERICORDIA DIVINA
Anche noi come Zaccaria, se vogliamo che le
nostre pene cessino, senza indugi e senza riserve forniamo
la prova della vera fede
Per bocca del profeta Dio
annunciò: "Per
voi... cultori del mio nome, sorgerà con raggi benefici il
sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli
di stalla"
(Ml 3,20).
L'inno di Zaccaria è il mirabile sviluppo di questa
profezia. Quando, obbedendo all'ingiunzione dell'angelo,
diede a suo figlio il nome di Giovanni (che significa:
Dio è
misericordioso),
avendo fornito la prova di una fede senza indugi e senza
riserve, la sua pena finì. E, avendo ritrovato la parola,
Zaccaria cantò un inno di riconoscenza contenente tutta la
speranza del popolo eletto. La prima parte, in forma di
salmo, è una lode a Dio per le opere da lui compiute per
la salvezza. La seconda parte è un canto in onore della
nascita di Giovanni e una profezia sulla sua futura
missione diprofeta dell'Altissimo. Giovanni sarà
l'annunciatore della misericordia divina, che si manifesta
nel perdono concesso da Dio ai peccatori. La prova più
meravigliosa di questa pietà divina sarà il Messia che
apparirà sulla terra come il sole nascente.
Un
sole che strapperà alle tenebre i pagani immersi nelle
eresie e nella depravazione morale, rivelando loro la vera
fede, mentre, al popolo eletto, che
conosceva già il vero Dio, concederà la pace.
L'inno di Zaccaria sulla
misericordia divina può diventare la nostra preghiera
quotidiana.
MEDITAZIONE
"Volevano chiamarlo Zaccaria. Ma sua madre intervenne: No,
si chiamerà Giovanni" (Lc 1,60).
Questo è il significato di questo nome: grazia di Dio,
cioè colui in cui è la grazia.
Poiché questa parola annuncia l'economia del Vangelo.
Giovanni significa il Signore stesso che viene, colui
attraverso il quale la grazia è concessa al mondo. I
parenti volevano che questo bambino si chiamasse Zaccaria
piuttosto che Giovanni. Essi rappresentano bene coloro
che, di fronte al Signore che propone loro il dono di una
nuova economia della grazia, desiderano ricordare
piuttosto il sacerdozio dell'antica Legge. Essi si
opponevano così a ciò che dichiarava sua madre, a viva
voce, e suo padre, per iscritto: "Si chiamerà Giovanni" (Lc
1,60).
Quelle persone non erano ancora entrate nella nuova
economia della grazia; pretendevano che si dovesse ancora
osservare il rito dell'antico sacerdozio, nel momento in
cui appariva il Vangelo del Signore. A quelle persone la
Legge stessa dice di aprirsi alla grazia di Cristo: "Io
susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli
porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io
gli comanderò" (Dt 18,18).
No, ormai non si possono più osservare le usanze
dell'antico sacerdozio, se non annuncia la grazia del
Vangelo. Inoltre, una volta riconosciuto e imposto il nome
di Giovanni, Zaccaria ritrova la parola. Si mette a
benedire Dio. È la grazia della nuova Alleanza che
l'apostolo avrebbe un giorno proclamato pubblicamente.
Allora numerosi sacerdoti di Israele si sottometteranno
alla fede. E saranno tutti liberati, come Zaccaria oggi,
dal loro mutismo; potranno confessare, lodare ed
annunciare a tutti, con fervore, il dono della redenzione.
È nel giorno della circoncisione di Giovanni che,
all'annuncio dell'avvenimento, la paura invade il popolo.
Quanto a Zaccaria, egli diventa testimone dello Spirito.
Si mette a fare profezie; annuncia il nostro Redentore e
la sua opera di liberazione.
SAN BEDA VENERABILE
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