L'
Osservatore Romano
Il
Vaticano:
«I
Templari non furono eretici»
Aveva ragione Dante. I Templari non erano eretici e il
papa Clemente V non li condannò mai come tali. Fu il re di
Francia Filippo IV il Bello (nel ritratto) a pretenderne
la soppressione, all' inizio del XIV secolo, per
impadronirsi dei loro beni. È L'Osservatore Romano,
quotidiano della Santa Sede, a mettere in luce quanto
emerge dai documenti del processo contro i Templari,
ritrovati nell'Archivio segreto vaticano, di cui il
prefetto dell'Archivio stesso, monsignor Sergio Pagano,
aveva parlato in un'intervista a Isabella Bossi Fedrigotti
apparsa sul Corriere il 31 ottobre 2007.
Corriere della Sera - 21 agosto 2008
Storia. Dopo la svolta
dell' «Osservatore Romano». Cardini: ma non si possono
escludere elementi eretici
Templari, riabilitazione e
dubbi
Messori: massoni e gay ne fecero un mito,
nessuno riaprì mai il caso
Macché eretici, idolatri e sodomiti. I Templari non furono
scomunicati dalla Chiesa e solo la prepotenza del re di
Francia Filippo IV, detto il Bello, costrinse il Papa
Clemente V, nel 1312, a decretare lo scioglimento del più
leggendario ordine monastico-cavalleresco: lo ha affermato
con chiarezza ieri L'Osservatore Romano. Eppure in epoche
successive forze ostili al cattolicesimo, dalla massoneria
esoterica ai movimenti per i diritti degli omosessuali,
fecero di quei frati guerrieri un simbolo della loro
ribellione al potere monarchico e clericale. Ed è forse
per questo che solo di recente sono stati riportati a
galla i documenti dell'Archivio segreto vaticano citati
ieri, sul quotidiano della Santa Sede, dalla studiosa
Barbara Frale. Il suo articolo smentisce molti miti
rilanciati da opere come Il pendolo di Foucault di Umberto
Eco e Il Codice da Vinci di Dan Brown. E Cesare Cavalleri,
direttore del mensile Studi Cattolici (vicino all' Opus
Dei), l'accoglie con soddisfazione: «La falsa immagine dei
Templari come depositari di segreti tenebrosi ha attirato
su di loro attenzioni ossessive, ma in realtà erano
monaci-cavalieri per nulla eretici e dediti alle opere di
bene. Speriamo che finalmente adesso si possa rimediare ai
danni provocati da una pubblicistica morbosa e scadente».
Ma se i Templari erano cattolici fedeli, come conferma la
loro preghiera ripresa dall' Osservatore Romano, perché
non si rimediò all'ingiustizia compiuta sciogliendoli? In
fondo anche l'ordine gesuita fu soppresso nel Settecento
e poi ripristinato. Secondo Vittorio Messori, autore di
molti bestseller in materia religiosa, il caso è diverso:
«Terminate le crociate, non era più tempo di monaci
guerrieri. E poi lo scioglimento dei Templari non aveva
avvantaggiato solo Filippo IV: se in Francia i loro beni
erano stati incamerati dalla corona, altrove erano finiti
ad altri frati combattenti, gli Ospitalieri (oggi noti
come cavalieri di Malta), che erano assai influenti e non
avevano alcun interesse a riaprire la questione». Infatti,
spiega un altro autore cattolico, Rino Cammilleri, alla
radice della vicenda c'era un movente economico: «I
Templari erano una grande potenza finanziaria: il loro
compito era difendere le vie di pellegrinaggio in
Terrasanta e avevano ricevuto enormi donazioni da parte di
chi, non potendo recarsi di persona a Gerusalemme, voleva
comunque dare un contributo. Solo che negli ultimi anni
del Duecento, con l'annientamento dei regni crociati in
Oriente da parte dei musulmani, quella funzione
istituzionale era venuta meno. E le ricchezze dei Templari
facevano gola a Filippo il Bello, che si era indebitato
fino ai capelli nella guerra contro gli inglesi». Così il
sovrano, nel 1307, mise sotto accusa l'ordine: «Il Papa
Clemente V - continua Cammilleri - resistette lungamente
alle pretese di Filippo IV, che chiedeva una condanna
formale dei Templari. Ma era l'epoca della "cattività
avignonese", con il Pontefice in ostaggio del re di
Francia nella città provenzale di Avignone, dove si era
trasferito da Roma. In una condizione di grave debolezza
politica, alla fine il Papa decise di sciogliere l' ordine
senza proclamarlo eretico». Quindi si trattò di una pura e
semplice montatura ordita da Filippo IV, come afferma
Dante nella Divina Commedia? Lo storico medievista Franco
Cardini, autore del saggio La tradizione templare (Vallecchi),
tende a sfumare il giudizio: «Non è da escludere che nei
Templari, come in altri ordini monastici, fosse penetrato
qualche elemento ereticale. Anche il documento del 1308
rinvenuto e pubblicato da Barbara Frale lascia un margine
d'incertezza. Grazie ad esso sappiamo che gli alti
dignitari dell'ordine reclusi nel castello francese di Chinon ricevettero la visita degli inviati del Papa, che
li confessarono e diedero loro l'assoluzione. Ma la
segretezza del sacramento non ci permette di conoscere il
contenuto delle loro confessioni. Può darsi che abbiano
ammesso delle colpe, si siano pentiti e siano stati
assolti». Dunque rimangono delle ombre? «Oggi - precisa
Cardini - gli specialisti ritengono che i Templari nel
loro complesso non si fossero allontanati dall' ortodossia
cattolica. È possibile che praticassero cerimonie strane,
specie per l'iniziazione dei novizi: si trattava però di
abitudini parodistiche, goliardiche, cui non si deve
attribuire troppa importanza». Tutto ciò contribuì
comunque a far sì che alcuni secoli dopo i Templari
diventassero un punto di riferimento per ambienti avversi
al cattolicesimo. «Cominciò nel Settecento - nota Cammilleri - l'ala esoterica della massoneria, che cercò
di crearsi un mito fondante ricollegandosi ai Templari. E
poi si richiamarono a loro i rivoluzionari francesi, che
li vedevano come vittime al tempo stesso della monarchia e
della Chiesa». Ma ci sono altre due culture, aggiunge
Messori, che hanno guardato ai Templari con estremo
interesse: «In primo luogo gli esoteristi, affascinati da
tutta una serie di leggende occultistiche e spiritistiche
fiorite intorno a loro. E poi i gay, la cui attenzione è
stata attratta dall'emblema dell'ordine, nel quale sono
raffigurati due cavalieri in sella a un solo cavallo, in
una posa che può apparire piuttosto esplicita. Il fatto
che tra le accuse rivolte ai Templari ci fosse anche
quella di sodomia ha ovviamente rafforzato questo genere
d' interpretazione, per cui si è cominciato a sostenere
che l'iniziazione dei novizi fosse di natura omosessuale e
riprendesse pratiche in uso nell' antichità pagana».
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Corriere della Sera - 22 agosto 2008
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