La negatività
della Tv non è
davvero più da
dimostrare e
il fatto che
indagini
recenti
dimostrino che
la sua
fruizione,
nell'era di
internet e del
web, non è
affatto
diminuita
presso giovani
e meno
giovani, non
sposta di una
virgola il
grave problema
morale. Ai
tempi di Pio
XII
(1939-1958) e
ancora del
Concilio
Vaticano II
(1962-1965)
esisteva una
televisione,
almeno in
Italia,
sottoposta a
giusta
censura, in
bianco e nero,
che andava in
onda a ore
precise (senza
emissioni
notturne...),
con un
carattere se
non cristiano,
almeno
conforme,
genericamente,
alla decenza
morale
comunemente
ammessa al
tempo. Ecco
perché sia il
venerabile
Pacelli che lo
stesso
Vaticano II
insegnarono
nel loro
Magistero più
o meno così:
se la Tv è
decente e
formativa, può
guardarsi, se
è immorale no.
Oggi, mezzo
secolo dopo,
praticamente
non esiste
televisione
senza
immoralità, ed
è la censura
previa ad
essere stata
censurata:
dunque la
prudenza è da
moltiplicarsi.
Tutto ben
ponderato e
senza avere
paraocchi come
i cavalli, la
Tv, intesa
come mezzo e
come visione
del mezzo, è
oggi uno dei
maggiori
pericoli per
l'anima, uno
dei maggiori
nemici della
famiglia
cristiana, e
uno dei
maggiori
veicoli di
disinformazione,
intossicazione
intellettuale
e secolarismo
morale. Alla
luce di ciò,
crediamo
convintamente,
che essa non
debba soltanto
essere presa a
piccole dosi
dal credente,
soprattutto se
il focolare
contiene dei
minori.
Il fatto che
sia
astrattamente
possibile la
fruizione di
programmi né
indecenti né
inutili milita
paradossalmente
proprio a
favore della
soppressione
della tv: come
mai infatti
tra i
moltissimi che
dichiarano di
essere
contrari alla
Tv spazzatura
quasi nessuno
riesce a
evitare del
tutto gli
effetti
tossici di
detta
spazzatura?
Come mai,
accanto a
documentari
più o meno
interessanti e
formativi,
spopolano come
share i
programmi-immondizia
come il Grande
Fratello,
l'Isola dei
famosi, Amici,
e centomila
altre
insulsaggini
siffatte? Ci
risponda chi
può.
Intanto, anche
vedendo la
trasmissione
cosiddetta
impegnata, il
dibattito
culturale e il
programma
dichiarato
scientifico,
le anime
vengono a poco
a poco come
ipnotizzate e
narcotizzate
dall'apparecchio,
bombardate di
messaggi
pubblicitari
in cui
l'oscenità e
il consumismo
sono legge, e
le famiglie
risultano
scompaginate a
causa della
universale
regola
domestica
odierna: tot
capite tot Tv.
La casa come
un albergo? La
prima colpa la
ha proprio la
Tv perchè è
difficilissimo
resistere al
suo fascino,
specie da
giovani.
Basterebbe
fare un
semplice
calcolo sui
giorni di vita
che ogni anno
si buttano al
secchio, per
una visione
televisiva di
due ore medie
al giorno, per
capire che la
Tv è sempre
più una
catena, un
ceppo e un
pericolosissimo
virus: non ci
sono
ragionamenti
sottili che
tengono.
Vogliamo
fornire alcune
riflessioni al
lettore di
buona volontà
e lo facciamo
citando due
fonti di
origine
francese.
Anzitutto un
ottimo libro
di tenore
scientifico
uscito da poco
(cf. Michel
Desmurget, TV
LOBOTOMIE. La
veritéé
scientifique
sur les effets
de la
Télévision,
éditions Max
Millo, Paris
2012).
"Sono un
ricercatore.
In quanto
tale, appaio
nel repertorio
di diffusione
dei principali
giornali
scientifici
legati al
campo delle
neuro-scienze
fondamentali e
cliniche. Ad
ogni nuova
uscita, questi
giornali mi
inviano il
sommario delle
pubblicazioni,
in modo da
permettermi di
identificare i
lavori di mio
interesse. Da
15 anni, non è
passata una
settimana che
io non abbia
reperito
almeno uno o
due pezzi
relativi agli
effetti
deleteri della
televisione
sulla salute
psichica,
cognitiva e
somatica del
bambino"
(p.13).
Con queste
parole
altamente
significative
inizia la
lunga
inchiesta
dello studioso
Michel
Desmurget che
ha esplorato
praticamente
tutta la
letteratura
scientifica in
materia,
specialmente
in lingua
francese e
inglese. La
sua
documentata
ricerca ha
come scopo
quello di
mostrare le
conseguenze
psicologiche
della visione
quotidiana
della Tv sui
bambini e gli
adolescenti (e
secondariamente
sugli adulti).
Tra le
conseguenze
segnaliamo
d'emblée:
aumento
dell'incapacità
di essere
attenti e
sereni,
eccitamento
alla violenza,
solitudine,
fobie diverse,
comportamenti
irrazionali e
nevrotici,
tendenza
all'obesità,
all'alcolismo
e al
tabagismo,
abitudine alla
pigrizia, alla
passività e
all'ozio,
ecc., ecc.
Anche
l'abbassamento
del livello
scolastico è
una tendenza
tipica della
"dittatura dei
mass-media".
Ancora più
gravi e
drammatiche
sono le
conseguenze
della Tv se le
analizziamo
dal punto di
vista morale,
ben sapendo
dello spazio
crescente che
offre la Tv a
ogni tipo di
immoralità, di
libertinismo,
di voyeurismo,
di pornografia
e di
perversione. E
questo specie
nelle fiction
per tv.
Questa però
non è la
strada
percorsa
dall'Autore
che si limita
ai soli
problemi
psicologici e
fisiologici
legati alla
visione
televisiva,
specie se
prolungata.
Sarebbe potuto
credere e
sperare in una
diminuzione
drastica del
tempo medio
passato
davanti alla
Tv grazie alla
concorrenza di
internet,
Facebook,
i-Phone, ecc.
E' accaduto il
contrario:
"Negli Stati
Uniti il 79%
delle famiglie
possiede 3
televisori e
oltre il 70%
dei bambini
dagli 8 anni
in su ha una
televisione in
camera"
(p.40). Negli
anni '50 solo
l'1% delle
famiglie
americane
aveva la Tv in
casa. In pochi
anni la
presenza della
Tv è passata
dall'1% al
99,99%!
D'altra parte
"un
adolescente
che guardava
la Tv 2 ore al
giorno si
troverà a
guardarla per
3 ore e 30 se
l'avrà nella
propria
camera"
(p.41).
Conseguenza
matematica:
"Uno dei
primissimi
effetti della
Tv è di
ridurre
drasticamente
il volume e la
qualità delle
relazioni
genitori-figli"
(p.30).
Secondo lo
studioso è
evidente che
"la Tv e gli
altri media
elettronici
influenzino
negativamente
il benessere
mentale e
fisico dei
bambini"
(p.26). E'
stato
calcolato che
lo spettatore
medio passi
davanti allo
schermo acceso
3 ore e 40
minuti ogni
giorno, ovvero
1.338 ore
complessive,
quasi 2 mesi
ogni anno! Si
potrebbe così
calcolare
quanti anni,
in un'intera
vita, sono
stati gettati
nella meno
utile delle
attività. In
conclusione
l'Autore
dimostra come
"la Tv sia un
fattore di
isolamento
sociale ed
espone lo
spettatore a
dei rischi
morbosi per la
sua
propensione a
favorire la
sedentarietà,
il declino
cognitivo, la
comparsa di
patologie
cerebrali
degenerative
(Alzheimer) e
i
comportamenti
a rischio
(tabacco,
alcol,
violenza,
sessualità)"
(p.247).
Il filosofo
Pascal
Bruckner
scrisse che
"la Tv non
esige dallo
spettatore che
un atto di
coraggio - ma
esso è
sovrumano -
quello di
spegnerla"
(cit. p.35).
Noi
aggiungiamo: e
di cassarla
completamente.
Fonte: Il
settimanale di
Padre Pio, 8
dicembre 2013 |