Templari di San Bernardo
Congregazione laicale cattolico-cavalleresca di ispirazione templare
 
 
 
  Magistero della Chiesa Cattolica
 

Il Magistero della Chiesa

 

di S. Ecc.za Rev.ma Antonio Santucci – Vescovo emerito di Trivento
 

Dio “vuole che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità”, vale a dire di Gesù Cristo, l’unico Salvatore del mondo.
L’Eterno Padre si è degnato di rivelare questo mirabile mistero a Santa Caterina da Siena. “Io voglio che tu guardi il ponte che per voi ho costruito nell’Unigenito mio Figliolo; e vedi la grandezza sua che va dal cielo alla terra, giacché in Lui la grandezza della Divinità è unita alla terra della vostra umanità…Questo fu necessario per rifare la via che era rotta, affinché attraverso l’amarezza di questo mondo, possiate pervenire alla vita eterna” (Dial. 22,50-1).
Gesù e l’unico ed universale Salvatore, è il Signore, il Verbo di Dio che si è fatto Carne. Ringraziamo la Congregazione della Fede che ha riproposto questa verità fondamentale del Cristianesimo con la dichiarazione “Dominus Jesus” del 6 Agosto 2000. Nel rispetto di tutte le confessioni, non possiamo confondere il Figlio di Dio fatto Uomo, con i fondatori delle altre religioni. Certo anche questi uomini hanno cercato di spingere gli uomini al bene, ma la salvezza viene solo da Gesù Cristo: per noi cristiani nella luminosità della Rivelazione; per gli altri, per vie che solo Dio conosce.
La responsabilità di noi cristiani sta nel fatto che non siamo sempre coerenti con la nostra Fede, non diamo testimonianza chiara dell’Amore misericordioso che Dio ha rivelato in Gesù Cristo. Il liberatore dell’India, il mahatma Gandhi, ha lasciato scritto: “Il messaggio di Gesù è il più sublime che si possa immaginare. La condotta dei cristiani, invece, è la contraddizione di questo messaggio”. Il vero ecumenismo non si ottiene degradando la posizione di Gesù a quella di uomini anche illustri, ma vivendo il Vangelo dell’amore che è accettare l’altro come è, e donare la propria vita perché la pienezza della luce vera che illumina ogni uomo, giunga a tutti in modo che possa essere conosciuta e accettata in piena libertà.
Gesù, nel discorso di addio, durante l’ultima cena, mentre prega per i suoi Apostoli, così si rivolge al Padre: “Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li mando nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché anch’essi siano consacrati nella verità” (Gv 17,17-19).Nel giorno della resurrezione, apparendo agli Apostoli, chiusi nel cenacolo, disse loro: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi” (Gv 20,21).E prima di salire al cielo, Gesù si congeda dai suoi Apostoli con queste parole: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,18-20).In queste parole ed in questa promessa si trova condensata la missione della Chiesa Apostolica. Il Cristo glorificato esercita sulla terra come in cielo il potere senza limiti che ha ricevuto dal Padre. I suoi Apostoli eserciteranno “dunque” questo stesso suo potere formando dei discepoli nella Fede e battezzandoli. L’evangelista Marco aggiunge: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,16).
Queste parole del Signore hanno un valore eterno: questa è dottrina certa. Lo ha ribadito con la suprema autorevolezza il Concilio Ecumenico Vaticano II: “Affinché il Vangelo si conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, gli Apostoli lasciarono come successori i vescovi, affidando ad essi il loro proprio compito di magistero” (Dei Verbum, 7).Infatti “la predicazione apostolica che è espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva essere conservata con successione continua, fino alla fine dei tempi” (ivi 8).
Questa trasmissione viva dei fatti e degli insegnamenti del Signore Gesù, compiuta con l’assistenza dello Spirito Santo è la Tradizione. Gesù stesso ha promesso l’assistenza dello Spirito Santo: “Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre. Lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce” (Gv 14,16-17); ed ancora: “Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26).
In forza della Tradizione, distinta dalla Sacra Scrittura, ma ad essa strettamente legata, la Chiesa, con il suo Magistero, con la sua vita e la sua liturgia, perpetua e trasmette a tutte le generazioni, tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede (cfr. Dei Verbum, 8).
Cosa ben distinta sono le tradizioni popolari. Rientrano in queste, varie forme di pietà popolare che non sono in contrasto con l’insegnamento della Chiesa e quindi possono essere praticate. Debbono però esserecontinuamente vivificate dalla Parola di Dio con opportune catechesi.
Alcune sono vere e proprie degenerazioni: quando ero parroco ho dovuto affrontare una dura battaglia per rettificare ciò che succedeva all’inizio della solenne e sacrosanta Veglia Pasquale. Il rito del fuoco non era più la benedizione della fiamma che dirada le tenebre della notte e da cui riceve luce il Cero (simbolo di Cristo Risorto che poi, attraverso le meravigliose letture del Vecchio e del Nuovo Testamento, continua ad illuminarci con la sua Parola, e che ci comunica la vita nuova nel Battesimo e ci trasfigura nell’immagine del Figlio Crocifisso e Risorto, attualizzando, con la divina Eucaristia, il mistero pasquale), ma era diventato solo il falò di ragazzotti che volevano soltanto divertirsi attorno al fuoco, come in un campeggio.

Rientrano in questo tipo di tradizioni certe forme di culto magico e talvolta paganeggiante, determinati immobilismi in contrasto con la santa Liturgia: queste cose vanno rimosse. Infatti, non aiutano a convertirsi, a conformare la vita al Vangelo, imitando l’esempio dei Santi che si crede di onorare. Scribi e farisei chiesero a Gesù: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi?”. Ed egli rispose loro: “Perché voi trasgredite il Comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? Così avete annullato la Parola di Dio in nome della vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi il profeta Isaia, dicendo: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”». (cfr. Mt 15, 1-9).
Ubbidiamo al Signore Gesù che, riferendosi agli Apostoli, ha detto: “Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato” (Lc. 10,16).Siamo docili al Magistero autentico dei Vescovi uniti al Papa e saremo certi di stare sulla retta strada.

tratto da: http://www.gesuemaria.it/


Scudetto della Congregazione T.S.B.

 

 

   

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