Molti vizi
e poche virtù
IL TEMPLARISMO ESOTERICO
CHE SI VESTE DA
AGNELLO
Lupi
contro la buona fede
Se
nel panorama (sic!) dei rimembratori di un ‘che fù’ ordine
dei Poveri Cavalieri di Cristo ovvero Templari, si spazia
su variopinte e multiformi soggettività che hanno tutto
meno che dell’Ordine trattato al maiuscolo, tali associati
a tali sette paraventate da un alone snob e millantatore
di affidamento alla cattolicità, sono senza troppo giri di
parole, sì battezzati, ma anche esotericizzati allo stato
massimo.
Vedansi i siti loro web, anche se , aberrante, dan
parvenze specchiali da allodole, mettendo in bella mostra
magari la stessa fotografia del Santo Padre: una
operazione al limite dello sfacciato! E camuffando in
chiese e compiaciuti e compiacenti sacerdoti (sic!) si
danno da fare a frammischiare ai riti cattolici anche i
‘loro’ – purtroppo – esotericomassonico rituali.
I loro adepti sono al limite della doppiezza, e sfoggiando
sorrisi si arrogano una intelligenza del sacro che
purtroppo dista dai loro cuori ed ancor prima dalle loro
menti, anni e secoli luce!
Spiace che para-cattolici – anch’essi vogliosi di prime
pagine e ‘gasamenti’ vari – abbiano a prenderli a cura,
andando così a incrementare una settarismo doppiamente
egotico, che purtroppo principalmente di questi vive.
Bene Madre Chiesa sà, può e farà! A tempo e modo debiti,
come sempre.
Per ora fermiamoci qua.
Più oltre andremo al dettaglio, spiegando come tali
esotericoTemplari fagocitino adepti e adepte,
soprattutto...
Noi, come cattolici nel solco della Chiesa Docente, ci
affidiamo ad essa sapendo che tanti Movimenti e Gruppi
veri e seri, operano al suo interno e veramente al fianco
del Santo Padre, senza millanterie.
A presto,
Francesco FerroAcuto
Il Vangelo
DAI LORO FRUTTI LI RICONOSCERETE
In quel
tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dai falsi
profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro
son lupi rapaci. Dai lorof rutti li riconoscerete.
Si
raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così
ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero
cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può
produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre
frutti buoni.
Ogni
albero che non produce frutti buoni viene tagliato e
gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete
riconoscere".
(Mt 7,15-20)
Si contano tremila sette negli Stati Uniti e duemilacinquencento in
Europa. Ognuna di queste sette si attribuisce il monopolio
della verità, e, di conseguenza, si adopera a convincervi
che, fuori della loro dottrina, marcireste nell'errore.
Da qualche tempo gli evangelisti televisivi degli Stati Uniti
lamentano un calo di ascolto, dovuto ad alcune delle loro
prediche, o al loro agire scandaloso. Tutti si ricordano
di James Jones, in Guyana, che impose il suicidio a
novecento dei suoi adepti. Il lavaggio del cervello
(attentato supremo alla libertà) non fallisce mai i suoi
obiettivi.
I capi delle sette si impongono come investiti da Dio di una
missione particolare e salvifica. Essi si considerano
eletti, puri, e perciò dicono di essere incompresi e
perseguitati. Essi posseggono la capacità di suscitare
turbamento, paura e insicurezza nei loro adepti, di farli
regredire in qualche modo, rendendoli incapaci di "essere"
al di fuori del giro della setta. Alcuni capi giungono
fino al punto di minacciare di morte coloro che osassero
rinnegare "la loro fede".
Il pericolo viene dal fatto che questi "illuminati" (o questi
profittatori) recitano la persuasione come dei virtuosi,
alternando dolcezza e fermezza con un'arte consumata. Essi
"seducono" i loro "fans", che finiscono conl'inghiottire
tutto con delizia. Ogni volta che la convinzione o la
pratica religiosa indietreggiano, le sette prendono piede.
L'intolleranza dei loro fondatori verso quelli che non pensano come
loro giunge spesso fino all'aggressività. Purtroppo, non
sembra che la carità abiti i loro cuori. E, senza carità,
non si può essere che falsi profeti.
Fu chiesto un giorno al pastore di una setta come andasse la sua
chiesa: "Non molto bene - disse -, ma grazie a Dio le
altre non se la cavano meglio".
Grazie, Signore, della serenità che mi dà la tua Chiesa.
Il cavaliere è l’uomo che percorre il tremendo cammino del
sacrificio per un fine superiore.
Plinio Correa de Oliveira
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