GRANDEZZA
DEL
SACRAMENTO
E
CONDIZIONE
DEL
SACERDOTE
Parola
del
Diletto
1
Anche
se
tu
avessi
la
purezza
degli
angeli
e
la
santità
di
San
Giovanni
Battista,
non
saresti
degno
di
ricevere
o
anche
solo
di
toccare
questo
sacramento.
Non
dipende
infatti
dai
meriti
degli
uomini
che
si
consacri
e
si
tocchi
il
sacramento
di
Cristo,
e
ci
si
nutra
del
pane
degli
angeli.
Grande
è
l'ufficio,
grande
la
dignità
dei
sacerdoti,
ai
quali
è
dato
quello
che
non
è
concesso
agli
angeli;
giacché
soltanto
i
sacerdoti,
ordinati
regolarmente
nella
Chiesa,
hanno
il
potere
di
celebrare
e
di
consacrare
il
corpo
di
Cristo.
Il
sacerdote,
invero,
è
servo
di
Dio:
si
vale
della
parola
di
Dio,
per
comando
e
istituzione
di
Dio.
Nel
sacramento,
attore
primo,
invisibilmente
operante,
è
Dio,
al
quale
è
sottoposta
ogni
cosa,
secondo
il
suo
volere,
in
obbedienza
al
suo
comando.
In
questo
sublime
sacramento,
devi
dunque
credere
più
a
Dio
onnipotente
che
ai
tuoi
sensi
o
ad
alcun
segno
visibile;
a
questa
realtà,
istituita
da
Dio,
ti
devi
accostare
con
reverenza
e
con
timore.
"Rifletti
su
te
stesso"
e
considera
di
chi
sei
stato
fatto
ministro,
con
l'imposizione
delle
mani
da
parte
del
vescovo
(1Tm
4,16.14).
Ecco,
sei
stato
fatto
sacerdote
e
consacrato
per
celebrare.
Vedi,
dunque,
di
offrire
il
sacrificio
a
Dio
con
fede,
con
devozione,
e
al
tempo
conveniente;
vedi
di
offrire
te
stesso,
irreprensibile.
Non
si
è
fatto
più
leggero
il
tuo
carico;
anzi
sei
ormai
legato
da
un
più
stretto
vincolo
di
disciplina
e
sei
tenuto
a
una
maggiore
perfezione
di
santità.
2
Il
sacerdote
deve
essere
ornato
di
ogni
virtù
e
offrire
agli
altri
l'esempio
di
una
vita
santa;
abituale
suo
rapporto
non
sia
con
la
gente
volgare
secondo
modi
consueti
a
questo
mondo,
ma
con
gli
angeli
in
cielo
o
con
la
gente
santa,
in
terra.
Il
sacerdote,
rivestito
delle
sacre
vesti,
fa
le
veci
di
Cristo,
supplichevolmente
e
umilmente
pregando
Iddio
per
sé
e
per
tutto
il
popolo.
Egli
porta,
davanti
e
dietro,
il
segno
della
croce
del
Signore,
perché
abbia
costante
ricordo
della
passione
di
Cristo;
davanti,
sulla
casula,
porta
la
croce,
perché
guardi
attentamente
a
quelle
che
sono
le
orme
di
Cristo,
e
abbia
cura
di
seguirla
con
fervore;
dietro
è
pure
segnato
dalla
croce,
perché
sappia
sopportare
con
dolcezza
ogni
contrarietà
che
gli
venga
da
altri.
Porta
davanti
la
croce,
perché
pianga
i
propri
peccati;
e
la
porta
anche
dietro,
perché
pianga
compassionevolmente
anche
i
peccati
commessi
da
altri,
e
sappia
di
essere
stato
posto
tra
Dio
e
il
peccatore,
non
lasciandosi
illanguidire
nella
preghiera
e
nell'offerta,
fin
che
non
sia
fatto
degno
di
ottenere
grazia
e
misericordia.
Con
la
celebrazione,
il
sacerdote
rende
onore
a
Dio,
fa
lieti
gli
angeli,
dà
motivo
di
edificazione
ai
fedeli,
aiuta
i
vivi,
appresta
pace
ai
defunti
e
fa
di
se
stesso
il
dispensatore
di
tutti
i
benefici
divini.
(Imitazione
di
Cristo
lib.
IV
cap.
V,
1-2)