Il
santuario
rupestre, dedicato
a San Michele
Arcangelo, risale
all’830 d. C.,
difatti viene
menzionato nel
Codex Diplomaticus
Cajetanus.
Tuttavia, la
facciata di
pietre, che chiude
una cavità
naturale, fu
ricostruita in
stile neogotico
alla fine del XIX
secolo, nel 1893,
quando salì sul
Monte Altino, in
visita pastorale,
l’Arcivescovo
Francesco Niola.
Questi indicò
l’interno
dell’antro come
sede ideale per la
nuova costruzione,
in modo tale da
evitare i danni
riportati dalla
precedente chiesa,
causati dalle
acque di
dilavamento, dalla
caduta di rocce e
porzioni di
ghiaccio. Il nuovo
progetto fu
redatto
dall’ingegnere
Silvio Forte di
Trivio. La roccia
fu squadrata per
formare l’ambiente
della Chiesa e si
ottenne uno spazio
lungo dodici
metri, largo dieci
e alto sette.
Sulla parete di
fondo, opposta a
quella d’entrata,
una nicchia
scavata anch’essa
nella roccia,
ospita la statua
di San Michele. |