LA QUARESIMA NELLA STORIA
1
- Quaresima e anno liturgico
L'anno liturgico è la celebrazione
dell'opera di salvezza di Cristo
che viene realizzata mediante una
commemorazione sacra (o memoriale)
in giorni determinati, nel corso
dell'anno. La liturgia dilata, nel
tempo degli uomini, il mistero
della salvezza. La Chiesa, quindi,
mediante la liturgia, continua ad
attuare, nei suoi tempi e con i
suoi riti, le azioni di salvezza
operate da Gesù.
L'anno liturgico non è dunque una
serie di idee o di feste, ma è una
persona, Gesù Cristo, risorto, il
cui dono di salvezza viene offerto
e comunicato nei diversi aspetti
sacramentali che caratterizzano lo
svolgersi del calendario
cristiano. L'amore di Dio per la
salvezza dell'uomo viene così reso
attuale nell'oggi della Chiesa e
dell'umanità.
Centro e riferimento assoluto e
indispensabile di tutto l'anno
liturgico è quindi il mistero
pasquale della passione, morte,
risurrezione e ascensione del
Signore Gesù.
I
primi cristiani non conobbero
altra festa liturgica che quella
della domenica: il giorno della
celebrazione del Cristo vivo. Per
questo motivo la domenica è
considerata la "festa
primordiale". Solo dopo il II
secolo si riscontrano
testimonianze riguardanti la
speciale celebrazione della
risurrezione di Cristo in una
Domenica prefissata.
Tutto l'anno liturgico ruota
dunque intorno alla celebrazione
pasquale domenicale e annuale.
Pertanto la quaresima è quel tempo
liturgico durante il quale il
cristiano si dispone, attraverso
un cammino di conversione e
purificazione, a vivere in
pienezza il mistero della
risurrezione di Cristo nella sua
memoria annuale.
2
- Origine della quaresima
Non si sa con certezza dove, per
mezzo di chi e come sia sorto
questo periodo di tempo che i
cristiani dedicano per la
preparazione alla pasqua. Sappiamo
soltanto che ha avuto uno sviluppo
lento e progressivo.
Per praticità espositiva possiamo
distinguere in maniera sintetica
sei periodi corrispondenti ad
altrettante prassi liturgiche.
Il digiuno del Venerdì e del
Sabato santo (fino al II secolo)
Nella chiesa primitiva la
celebrazione della pasqua era
anticipata da uno o due giorni di
digiuno. Comunque tale digiuno
sembra fosse orientato non tanto
alla celebrazione pasquale quanto
all’amministrazione del battesimo
che pian piano veniva riservata
alla veglia pasquale. La prassi
del digiuno era indirizzata
innanzitutto ai catecumeni e poi
estesa al ministro del battesimo e
a tutta la comunità ecclesiale.
Tale digiuno non aveva scopo
penitenziale ma
ascetico-illuminativo.
Una settimana di preparazione (III
secolo)
In questo periodo a Roma la
Domenica precedente la pasqua era
denominata "Domenica di passione"
e nel Venerdì e Mercoledì di
questa stessa settimana non si
celebrava l’eucaristia.
L’estensione del digiuno per tutta
la settimana precedente la pasqua
è certa solamente per la Chiesa di
Alessandria.
Tre settimane di preparazione (IV
secolo)
Di tale consuetudine è testimone
uno storico del V secolo, Socrate.
Durante queste tre settimane si
proclamava il vangelo di Giovanni.
La lettura di questo testo è
giustificata dal fatto che esso è
ricco di brani che si riferiscono
alla prossimità della pasqua e
alla presenza di Gesù a
Gerusalemme.
Sei settimane di preparazione
(verso la fine del IV secolo)
Questa preparazione prolungata fu
motivata dalla prassi
penitenziale. Coloro che
desideravano essere riconciliati
con Dio e con la Chiesa iniziavano
il loro cammino di preparazione
nella prima di queste Domeniche
(più tardi verrà anticipata al
Mercoledì immediatamente
precedente) e veniva concluso la
mattina del Giovedì santo, giorno
in cui ottenevano la
riconciliazione. In tal modo i
penitenti si sottoponevano a un
periodo di preparazione che durava
quaranta giorni. Da qui il termine
latino Quadragesima.
I penitenti intraprendevano questo
cammino attraverso l’imposizione
delle ceneri e l’utilizzazione di
un abito di sacco in segno della
propria contrizione e del proprio
impegno ascetico.
Ulteriore prolungamento: il
Mercoledì delle ceneri (verso la
fine del V secolo)
Verso la fine del V secolo, ha
inizio la celebrazione del
Mercoledì e del Venerdì precedenti
la Quaresima come se ne facessero
parte. Si giunge a imporre le
ceneri ai penitenti il Mercoledì
di questa settimana antecedente la
prima Domenica di quaresima, rito
che verrà poi esteso a tutti i
cristiani.
A partire da questa fase
incominciano a delinearsi anche le
antiche tappe del catecumenato,
che preparava al battesimo
pasquale nella solenne veglia del
Sabato santo; infatti questo tempo
battesimale si integrava con il
tempo di preparazione dei
penitenti alla riconciliazione del
Giovedì santo. Fu così che anche i
semplici fedeli - ovvero quanti
non erano catecumeni né pubblici
penitenti - vennero associati a
questo intenso cammino di ascesi e
di penitenza per poter giungere
alle celebrazioni pasquali con
l'animo disposto a una più
autentica partecipazione.
Sette settimane di preparazione
(VI secolo)
Nel corso del VI secolo, tutta la
settimana che precede la prima
Domenica di quaresima è dedicata
alla celebrazione pasquale La
Domenica con cui ha inizio viene
chiamata Quinquagesima perché è il
cinquantesimo giorno prima di
pasqua. Tra il VI e il VII secolo
si costituì un ulteriore
prolungamento con altre due
Domeniche. La tendenza ad
anticipare il tempo forte della
quaresima ne svigorisce in qualche
modo la peculiarità.
In sintesi: allo sviluppo della
quaresima ha contribuito la
disciplina penitenziale per la
riconciliazione dei peccatori che
avveniva la mattina del giovedì
santo e le esigenze sempre
crescenti del catecumenato con la
preparazione immediata al
battesimo, celebrato nella notte
di Pasqua.
3
- La celebrazione della quaresima
oggi
L'evoluzione progressiva della
quaresima, definita da alcuni
studiosi "selvaggia", richiedeva
un radicale rinnovamento. Fu così
che il Concilio Vaticano II ha
semplificato la struttura di
questo tempo liturgico
sovraccaricato dalle aggiunte
pre-quaresimali.
La Costituzione conciliare sulla
liturgia, Sacrosanctum Concilium,
al n. 109 afferma:
Il duplice carattere del tempo
quaresimale che, soprattutto
mediante il ricordo o la
preparazione del battesimo e
mediante la penitenza, dispone i
fedeli alla celebrazione del
mistero pasquale con l'ascolto più
frequente della parola di Dio e
con più intensa preghiera, sia
posto in maggiore evidenza tanto
nella liturgia quanto nella
catechesi liturgica. Perciò:
a) si utilizzino più
abbondantemente gli elementi
battesimali propri della liturgia
quaresimale e, se opportuno, se ne
riprendano alcuni dalla tradizione
antica;
b) lo stesso si dica degli
elementi penitenziali. Quanto alla
catechesi poi si imprima
nell'animo dei fedeli , insieme
con le conseguenze sociali del
peccato, quell'aspetto proprio
della penitenza che detesta il
peccato in quanto è offesa a Dio;
né si dimentichi la parte della
chiesa nell'azione penitenziale e
si solleciti la preghiera per i
peccatori.
A
tale dettato conciliare si è
ispirato il rinnovamento del
lezionario e del messale in
riferimento alle celebrazioni
quaresimali. Fedele a questo
indirizzo, la riforma ha ridato
alla quaresima prima di tutto il
suo orientamento
pasquale-battesimale; ne ha
fissato il tempo con decorrenza
dal Mercoledì delle ceneri fino
alla messa "in Coena Domini"
esclusa; per conservare l'unità
interna ha ridotto il tempo della
passione: solo la VI Domenica, la
quale dà inizio alla settimana
santa, viene chiamata "Domenica
delle palme", "de passione
Domini". In tal senso la settimana
santa conclude la quaresima ed ha
come scopo la venerazione della
passione di Cristo a partire dal
suo ingresso messianico a
Gerusalemme.
Oltre alla ricchezza dei testi
eucologici (colletta, orazione
sulle offerte, prefazio, orazione
dopo la comunione), nei formulari
quaresimali riformati abbiamo una
abbondanza di testi biblici. La
celebrazione liturgica
quaresimale, anche sotto il punto
di vista tematico, pone l'accento
principale sulla Domenica. Nelle
cinque Domeniche precedenti la
Domenica delle palme, il
lezionario offre la possibilità di
tre itinerari diversi e insieme
complementari.
(da Alleluja.net) |