LIBRI da AVERE, LEGGERE e CAPIRE
L'ORA DI SATANA
Padre Livio Fanzaga, il popolarissimo creatore di
"Radio Maria", ha pubblicato per i tipi di Piemme
un libro-intervista (L'ora di Satana) con Diego
Manetti, in cui parla quasi esclusivamente di un
personaggio che molti cattolici tendono a
sottovalutare, se non a ignorare del tutto. Cerca
insomma di contrastare quello che Baudelaire
definiva "il più grande trucco del Diavolo, far
credere di non esistere". Fra l'altro nel libro si
tocca il tema, delicato, della presenza del Nemico
all'interno della struttura, la chiesa, che
dovrebbe essere deputata a combatterlo. Vi
offriamo alcuni brani del libro proprio su questo
tema. La parte iniziale in corsivo è
dell'intervistatore.
La falsa
profezia assume dunque spesso i contorni
dell’inganno operato con falsi prodigi e miracoli
oppure della menzogna propagata con alta dottrina
e diaboliche ispirazioni. Mi pare che però si
possa trovare un altro fronte su cui operano i
falsi profeti: non tanto quello dell’annunciare il
falso, quanto piuttosto del tacere il vero. E’ un
po’ come una “strategia del silenzio” che, messa
in atto a volte anche da anime consacrate – poiché
sappiamo che il “fumo di Satana” è entrato anche
nella Chiesa –, tende a distogliere l’attenzione
dalla verità, favorendo il silenzio sul peccato,
il silenzio sull’inferno, il silenzio su Satana.
In fondo, i falsi profeti che servono Satana,
l’ultima cosa che diranno è proprio che Satana
esiste davvero…
A
questo punto dobbiamo distinguere due specie di
falsi profeti. Da una parte abbiamo quelli che
operano al di fuori della Chiesa e che
propagandano lo “spirito del mondo” all’insegna
dello slogan: “senza Dio si vive meglio”; questa è
dunque la “falsa luce” della profezia mondana,
dalla quale più volte la Regina della Pace ha
messo in guardia soprattutto i giovani. E si
tratta di un esercito di servitori di Satana: da
intellettuali e filosofi, a ciarlatani e
imbroglioni. Tutti però facilmente riconoscibili
perché “nel mondo”. Dall’altra parte, abbiamo i
falsi profeti che operano invece all’interno della
Chiesa: si tratta di una profezia più pericolosa,
perché più difficile da individuare, poiché è come
se il Diavolo si vestisse da frate, assumendo le
spoglie di un esponente della Chiesa stessa,
secondo quella fine strategia ingannatrice del
Maligno che Bernanos nei suoi romanzi ha saputo
ben rappresentare. Ecco, quando il falso profeta
si presenta in cotta e stola o come leader di un
gruppo di preghiera, allora il discernimento è
assai più complesso, e facilmente tanti fedeli ne
restano sedotti, confusi, ammaliati. Occorre
sempre utilizzare la libertà dei figli di Dio,
ovvero lo spirito del discernimento, senza farsi
abbagliare dalle insegne esposte dai falsi
profeti, poiché capita spesso che, rinunciando a
tale capacità critica, si venga ingannati da
presunti veggenti che sbandierano false locuzioni
e visioni private. Vorrei quindi mettere in
guardia da quel sottobosco di gruppi di preghiera
che hanno la “propria” veggente che ha le
apparizioni, o rivela profezie, laddove tutto
questo è un prodotto dell’esaltazione personale o
dell’inganno satanico. Ancora più grave è poi il
caso dei falsi profeti all’interno della stessa
gerarchia ecclesiastica, quando cioè sono
sacerdoti o teologi a propagare tra i fedeli le
eresie e gli inganni satanici. E’ il caso in cui
si deforma la Parola di Dio, o si passano sotto
silenzio le verità fondamentali della dottrina
cattolica. E’ un argomento assai doloroso.
Quando Paolo VI parlò di “fumo di Satana nella
Chiesa”, specificò di cosa si trattava:
all’interno della Chiesa stessa si era formato un
pensiero che non era cattolico - e che come tale
non poteva essere l’autentico pensiero della
Chiesa – e che si esprimeva nella formulazione di
verità di fede non conformi alla Dottrina rivelata
e insegnata dalla Chiesa.
In
riposta a questo allarme lanciato da Paolo Vi è
giunto quel grandissimo Catechismo della Chiesa
Cattolica, strumento di cui avevamo bisogno per
sapere quali erano i confini esatti della Dottrina
della Chiesa e che Giovanni Paolo II e Benedetto
XVI hanno pensato di proporre ai fedeli proprio
come baluardo della vera fede.
Però, devo lamentare il fatto che oggigiorno si
sentono davvero poche persone citare il
Catechismo, e credo che sia ben poco studiato nei
seminari e nelle facoltà teologiche, mentre
ritengo che non vi sia arma migliore per
difendersi da quelle che Karl Rahner definiva
“eresie crittogame”, ovvero quelle eresie che,
come le omonime piante, si diffondono di nascosto,
silenziosamente, nel bosco della dottrina
cattolica, per cui si arriva a sostenere che
l’Inferno è vuoto, che Satana si convertirà, che
alla fine c’è la Misericordia e la salvezza per
tutti, che tutti i peccati si possono
giustificare. Giungiamo infine nello specifico al
punto che ponevi al centro della tua domanda: i
“silenzi”. Sono queste le false profezie più
pericolose all’interno della Chiesa, perché se un
teologo afferma il falso, e come tale lo scrive,
prima o poi la Congregazione per la Dottrina della
Fede – l’ex Sant’Uffizio – lo richiama e lo
riconduce alla vera dottrina. Ma nel caso dei
silenzi, questi sono ben più subdoli e difficili
da individuare, poiché appunto meno roboanti, meno
eclatanti. Si tratta di un “non annunciare” la
verità che di fatto si traduce nel propagare
l’errore. Pensiamo ad esempio al fatto che oggi
non c’è una precisa catechesi sul peccato: non si
spiega che cosa sia, non se ne denuncia la
gravità, non si dice più chiaramente che il
peccato mortale può condurre alla perdizione
eterna. E ci vuole un intervento tanto raro quanto
autorevole – magari un articolo della “Civiltà
Cattolica” - per ricordare che quando uno muore in
peccato mortale, va all’inferno. Queste Verità
elementari, fondamentali, non si insegnano più
nella Catechesi, o si insegnano poco. Allo stesso
modo, non si fa più la distinzione fra “peccato
mortale” e “peccato veniale”, tutto è
giustificabile, non si tiene conto che comunque la
materia è “grave” e quindi la “piena avvertenza” e
il “deliberato consenso” vanno messi a fuoco.
Questo silenzio, dannosissimo per le anime, è una
forma molto subdola di falsa profezia. In merito
alle deformazioni della vera dottrina, mi ricordo
un episodio di quando ero giovane sacerdote, avevo
appena ventisei anni, e prestavo servizio in
parrocchia. Un giorno venne una signora da me e
chiese un colloquio. Mi disse che si trovava in
una situazione di adulterio. Io le dissi: “Guardi
che è un peccato grave e, se lei non lascia questa
situazione, rischia la perdizione eterna della sua
anima!”. Quella stette un po’ ha pensarci e poi
replicò: “Ah, tanto poi, alla fine, c’è la divina
Misericordia…”. Ecco, questo è un esempio del
gravissimo pericolo che si corre nel deformare la
dottrina, usando la divina Misericordia per
restare nell’impenitenza e continuare a fare il
male. D’altra parte, non si può usare la divina
Misericordia per dire che l’Inferno è vuoto; non è
che esiste l’Inferno perché Dio non ha
misericordia, esiste l’Inferno – lo abbiamo già
ricordato - perché noi rifiutiamo la divina
Misericordia, non ci affidiamo alla divina
Misericordia, non ci pentiamo davanti a Lui. A
questo riguardo vorrei prendere l’occasione per
mettere bene a fuoco quello che io penso di von
Balthasar. Ho letto quasi tutte le opere di questo
grandissimo teologo, e devo ammettere che il suo
ultimo libro, Sperare per tutti, non riesco a
capirlo, perché si colloca al di fuori
dell’orizzonte di tutto il suo pensiero
precedente. E’ un libro in cui von Balthasar
chiama “infernisti” quelli che credono
nell’Inferno - allora anche Gesù Cristo era un
infernista? – e ribadisce la sua profonda speranza
che “tutti gli uomini si salvino” e che “l’inferno
sia vuoto”. Credo che il problema sia mal posto:
non si tratta di limitarsi a “sperare” – lasciando
con ciò stesso intendere che sia quasi un diritto
la salvezza per tutti – quanto piuttosto di “darsi
da fare” affinché tutti si salvino, pregando e
sacrificandosi per la salvezza delle anime dei
peccatori. È questo che vuole la Madonna. E poi,
se anche tutti gli uomini si salvassero, non basta
credere all’esistenza di Satana e dei demoni per
capire che l’inferno non può essere vuoto, poiché
almeno gli angeli decaduti sono precipitati in
esso dopo la ribellione originaria contro Dio?
Insomma, se anche l’inferno non avesse anime
dannate come inquilini, almeno i padroni di casa
ci sono!
La stampa 25
gennaio 2009
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