Lo scrupolo
1. Che cosa è lo
scrupolo e di quante sorta.
2. Donde vengono gli scrupoli.
3. Patimenti e pericoli dello scrupoloso.
4. L'uomo veramente virtuoso non è scrupoloso.
5. Motivi di disprezzare lo scrupolo.
6. Rimedi contro lo scrupolo.
1. CHE COSA È LO
SCRUPOLO E DI QUANTE SORTA.
Scrupolo, nel suo
significato primitivo, indica una pietruzza che, penetrata
nella scarpa, rende disagiato il camminare. Nel linguaggio
figurato, divenuto l'usuale, significa la trepidazione, il
timore, le pene di una coscienza che si conturba senza
motivi sufficienti, perché provenienti da supposizioni
incerte e senza ragionevole fondamento, che mettono in
angoscia l'anima (Psalm. XIII, 5): «Tremarono
quando non v'era ragione di timore».
Vi sono due sorta di scrupolosi: gli uni dubitano e temono
sempre che i loro peccati passati non siano stati bene
accusati; temono di aver mancato di contrizione; temono di
non aver ricevuto il perdono, avendo però fatto quanto era
in loro per eccitarsi al dolore, per confessarsi bene e
schiettamente, per non ricadere nella colpa. Tali
scrupolosi non lasciano di essere buoni cristiani e
ordinariamente finiscono bene.
Gli altri, vivendo male, hanno scrupolo sul passato, ma
senza darsi pensiero di ben confessarsene, senza desiderio
di emendarsi, senza risoluzione di evitare il peccato.
Costoro sono vicini alla rovina...
2. DONDE VENGONO GLI SCRUPOLI.
1° Presso alcuni lo
scrupolo ha origine da un temperamento melanconico, o da
qualche affezione morbosa, o da troppo severa
mortificazione... In questo caso il rimedio è nella
medicina.
2° In altri ha per cagione la debolezza di spirito o di
giudizio. Non sanno discernere il bene dal male; vedono il
male dove non c'è, non lo vedono dove c'è; quando il male
è piccolo, lo credono grande, quando è grave, lo stimano
leggero, ecc.
3° Si incontrano degli scrupolosi, e ve ne sono molti, che
tali sono per amor proprio, per ostinazione, per
disobbedienza, per orgoglio... Si amano troppo; hanno
troppo. attaccamento alla propria volontà, un'idea troppo
alta dei propri lumi... Sono temerari al punto di credere
che i direttori pronunziano sentenza senza sufficiente
cognizione di causa; li giudicano o troppo indulgenti, o
troppo severi, o non abbastanza istruiti, o mancanti di
esperienza, il che tutto infine si riduce a conchiudere
che s'ingannano... Pericolosissimo e quasi insanabile è lo
scrupolo che deriva da queste fonti...
4° Lo scrupolo può anche essere prodotta da un soverchio
timore della morte, del giudizio, dell'inferno. Basta la
colpa più leggera per farci credere dannati,
l'immaginazione ci esalta, la fantasia ci conduce fuori di
senno...
5° Finalmente, lo scrupolo talora viene da Dio che lo
permette per
metterci alla prova, e se ne serve come di una croce per
tribolarci; tal altra viene dal demonio il quale, amante
com'è di pescare nel torbido, s'ingegna di conturbare
un'anima con lo scrupolo, per impedirle il progresso nel
bene... Si conosce se lo scrupolo viene dal demonio, 1)
dall'impulso che si sente e al quale pare che cediamo; se
esso è ruvido, molesto, disgustoso, violento, teniamolo
sicuramente per diabolico, perché l'impulso divino è
soave, dilettevole, calmo... «Dio è tranquillo, dice S.
Bernardo, e mette la calma dappertutto; guardare questo
Dio di pace, è trovare il riposo (Serm. XXIII. in Cant.)».
2) Si conosce dall'agitazione dell'anima, dalla perdita
della pace, dalla dolcezza, dal disgusto della virtù,
della rassegnazione, dei pii esercizi...
3. PATIMENTI E PERICOLI DELLO SCRUPOLOSO.
Tormento crudele, dolore
inesprimibile è lo scrupolo, scrive S. Giovanni
Crisostomo; è un verme roditore che divora il corpo e
l'anima, le ossa e il cuore; è un perpetuo persecutore, un
manigoldo che lentamente indebolisce e consuma le forze
dell'anima; è una notte continua; una densa caligine; una
nuvola tempestosa; una febbre occulta che brucia più che
fuoco; un combattimento senza riposo (Homil. de Cruce).
Lo scrupolo inaridisce il cuore, lo rende triste e
pesante; ravvolge il cervello in denso fumo e nera
caligine; si vede tutto sotto un aspetto tristo, scuro,
penoso, nocevole, orrido, spaventoso... Con lo scrupolo
più non si scorge né Dio, né la sua legge, né la bellezza
e la dolcezza della virtù, né se stesso... Il giogo di
Gesù Cristo pare cosa durissima e insoffribile, e ci
sentiamo tentati a parlarne male... Non mai un momento di
pace, di tranquillità, di gioia, di luce... Preghiere
aride e stentate; sacramenti ricevuti tremando e senza
consolazione, se non pure senza frutto...; tentazioni di
scoraggiamento, di diffidenza, di disperazione... O
deplorevole stato!
Ma vi è di più; la tentazione dello scrupolo può riuscire
molto più pericolosa di ogni altra, perché le altre
tentazioni si riguardano come cattive, ma la tentazione di
scrupolo ha l'apparenza di prudenza, di verità, di
virtù... Il demonio toglie il timore dei pericoli reali, e
ce ne fa temere dei falsi e apparenti... Questa tentazione
scuote ed anche toglie affatto la speranza, la
rassegnazione; trascina alla mormorazione, all'odio, alla
disperazione... Da lei pericoli d'accecamento spirituale
che può condurre all'indurimento del cuore per la via
della disobbedienza, dell'ostinazione, dell'orgoglio.
4. L'UOMO VERAMENTE VIRTUOSO NON È SCRUPOLOSO.
La vera virtù gode, come
dice S. Ambrogio, della tranquillità e della stabilità del
riposo. Perciò il Signore riserva il dono inestimabile
della pace a quelli che sono perfetti. «Io vi lascio la
pace, egli dice agli Apostoli, io vi do la pace, ma non
come la dà il mondo, io la do. Il vostro cuore non si
turbi e non tema » (IOANN. XIV, 27). Le anime veramente
salde nel bene e sinceramente virtuose, non sono agitate
dalle cose del mondo, dalle tentazioni, dalle passioni; il
timore non le inquieta, non si turbano dei sospetti;
niente le spaventa, nemmeno i dolori; ma riparate in porto
sicuro, esse vedono passare le tempeste, senza che l'anima
loro ne sia smossa (Offic. lib. IV, c. V).
5. MOTIVI DI DISPREZZARE LO SCRUPOLO.
1° Il peccato nella sua
essenza suppone talmente il concorso della volontà, che se
questo manca non vi è mai peccato: così insegna con la
Chiesa cattolica S. Agostino (Retract. lib. I, c.
XV). - «È impossibile, predicava già San Leone, che
vivendo su la terra, anche i più religiosi non ne
ritraggano qualche po' di polvere (Serm. IV, de
Quadrag.)»; cioè è quasi impossibile che, anche
adoperando tutte le possibili precauzioni, attesa la
debolezza della natura decaduta, attesi gli ostacoli al
bene, attesa l'inclinazione al male, la moltitudine dei
nemici e la frequenza dei pericoli, si possano schivare
dall'uomo tutte le colpe veniali. Solo nel cielo saremo
impeccabili. I Santi medesimi non andarono esenti da
alcune leggere macchie... D'altronde, i peccati veniali
non tolgono la grazia santificante... Perché dunque tanto
affannarsi e crucciarsi? Bisogna umiliarsi e pentirsi, non
turbarsi ed angustiarsi...3° Supposto anche che cadiamo in
colpa grave, non sarà mai lo scrupolo e la disperazione
che ce ne faranno rialzare, ma la speranza ed il
pentimento... Dio perdona sempre a un cuore contrito e
umiliato, dice il Salmista (Psalm. L, 19). Dio
non nega mai il perdono a chi ritorna pentito a lui. 4°
Non bisogna mai separare le nostre miserie e debolezze
dalla bontà, dalla misericordia e dal sangue di Gesù
Cristo. Tutto ciò è in lui infinito...
6. RIMEDI CONTRO LO SCRUPOLO.
«Vuoi tu, dice S.
Bernardo, non cedere mai alla tristezza, effetto dello
scrupolo? Vivi da buon cristiano : la vita cristiana è
sempre nella gioia (De inter. dom. c. XLVI».
Infatti S. Paolo scrive: «Gioite nel Signore; di nuovo ve
lo ripeto, gioite» (Philipp. IV, 4); e il
Salmista esclamava: «Perché sei tu melanconica, anima mia?
perché ti conturbi? Spera nel Signore» (Psalm.
XLI, 6). «Chi cammina al buio, dice Isaia, chi è nelle
tenebre, speri nel nome del Signore, e a lui si affidi» (ISAI.
I, 10).
Mezzo efficacissimo a schivare e soprattutto a vincere
diverse tentazioni è quello di evitare e disprezzare lo
scrupolo. Ditegli: No, a te non mi fido, o scrupolo, tu
sei troppo cattiva guida; tu vieni dal demonio, mio
capitale nemico, e quello che mi offri è falso, inetto,
insensato; io mi appiglierò, per prudenza, al contrario di
quello che tu mi suggerisci… S. Antonio assicurava che
nessun mezzo è più efficace a sbaragliare i demoni, che la
gioia spirituale la quale esclude gli scrupoli.
«Se alcuno di voi è triste, preghi» (ISAI. V, 13). Questo
è il rimedio che raccomanda S. Giacomo agli scrupolosi i
quali però devono prenderlo nel modo indicato dal Savio:
«Non moltiplicare le parole tue nelle tue preghiere», come
si fa sovente con scrupolose ripetizioni (Eccli.
VII, 15). Quegli scrupolosi che non finiscono mai dì
affaticarsi lo spirito, ripetendo incessantemente le loro
preghiere a cagione delle distrazioni, e che con ciò
prendono appunto il partito più sicuro per esserne
continuamente assediati, s'ingannano. Questa ripetizione
di preghiere, fatta per scrupolo, col timore di non aver
detto abbastanza bene, col desiderio sregolato di dire
meglio, è inutile, viziosa, ridicola, irriverente; nutre e
argomenta i timori e gli scrupoli. Pronunziando le parole,
gli scrupolosi soddisfano all'obbligo dell'orazione, e
anche quando sono distratti, questa distrazione per
l'ordinario non è volontaria, ma è l'effetto
dell'immaginazione di una testa esaltata dallo scrupolo ed
è quindi esente da colpa. E posto che la distrazione sia
volontaria, e vi sia una certa colpa, questa colpa dev'essere
cancellata con la contrizione, non con la ripetizione
della preghiera... .
Ecco altri eccellenti mezzi per guarire lo scrupolo: 1°
Domandare a Dio che ce ne liberi; 2° nutrire una
confidenza irremovibile in Dio; 3° non dare orecchio alle
suggestioni del demonio e trattarle come si fa, per
esempio, coi pensieri contro la fede, di bestemmia, e
simili; 4° fermare lo scrupolo sul suo principio; perché
lo scrupolo è come una pietra gettata in uno stagno, la
quale produce un piccolo cerchio attorno a sé, poi uno più
ampio, poi via via cento altri che vanno sempre più
dilatandosi; 5° impiegare poco tempo nell'esame di
coscienza e non occuparsi della propria confessione se non
alcuni minuti prima d'incominciarla; 6° compendiare per
quanto si può la propria confessione, non discendere alle
particolarità; 7° obbedienza cieca ed assoluta al
confessore; 8° comunicarsi spesso e non occuparsi delle
proprie colpe né prima né dopo la comunione, ma darsi in
braccio a Dio, amarlo, ringraziarlo; 9° ricordare che non
la tentazione, ma il consenso macchia l'anima; 10°
disprezzare le tentazioni; 11° tenersi umili; 12° invocare
sovente i santi nomi di Gesù e di Maria, munirsi spesso
del segno di croce.
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