Queste pratiche scavalcano l’ordine provvidenziale e
favoriscono il disimpegno e la deresponsabilizzazione.
L’astrologia rientra nelle numerose pratiche divinatorie
(chiromanzia, spiritismo, ricorso a medium, cartomanzia,
ecc.) a più riprese condannate sin dall’Antico Testamento:
«Si presentino e ti salvino gli astrologi che osservano le
stelle, i quali ogni mese ti pronosticano che cosa ti
capiterà» (Is 47,13).
La condanna ecclesiale più recente si trova nel Catechismo
della Chiesa cattolica (1992): «Dio può rivelare
l’avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il
giusto atteggiamento cristiano consiste nell’abbandonarsi
con fiducia nelle mani della Provvidenza per ciò che
concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana
a questo riguardo. L’imprevidenza può costituire una
mancanza di responsabilità». (n. 2115).
Le pratiche divinatorie «occultano una volontà di dominio
sul tempo, sulla storia e infine sugli uomini e insieme un
desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono
in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a
timore amante, che dobbiamo a Dio solo» (n. 2116). |