DOMENICA DELLE PALME
LA PASSIONE DEL
PADRE
"Padre mio, se
questo calice
non può passare via senza che io lo beva,
si compia la tua volontà"
(Mt 26,42)
La gloria di Dio è la salvezza dell’uomo vivente!
Testimonianza di questo amore
è il Figlio, offerto come oblazione
di santità per l’uomo morto.
Dio non ha fatto l’uomo
come io lo conosco, carico di morte;
l’ha creato immagine e riflesso
del suo arcano splendore.
Sventura ha colto Adamo
quando si è avventurato solitario
sul sentiero infausto dell’autonomia
per fare il suo progetto senza fondamento.
Il distacco dalla Gloria lo ha incollato
alla vergogna dell’impotenza;
nudo e smentito dalla vita,
ha conosciuto subito l’abbandono.
Il peccato dell’origine si è diffuso
nella storia di una umanità
sempre più snaturata e colpevole, soltanto
per aver cercato la Vita al di fuori di Lui.
Io sono questo vetero adamo
pieno di nostalgia del bene
che suda per voler ancora vivere
al di sopra della propria natura.
Quanto vorrei ridisegnare la vita
come era all’inizio, passeggiando
alla brezza serale nel giardino con mio Papà,
per alimentarmi del riflesso della sua gloria.
È vero, non ho capito una cosa:
sono tradito dal vizio di fare la mia volontà,
anche a costo di sottomettere Dio stesso
alla perversità di vivere senza di lui.
Ci sarà ancora un uomo vero, giusto, santo?
Anche Abramo lo ha cercato a Sodoma…
Un vero Adamo che si faccia carico
di tutte le ingiustizie commesse contro Dio?
Ecco io vengo, per fare il tuo volere!
grida una voce che viene dal trono
dell’Altissimo; manda me
per creare un’altra volta l’uomo!
Necessità dell’Incarnazione
per avere corpo e anima come io ho,
essere uomo vero che risponde
alla chiamata dell’Amore che ama per primo.
Dio Uomo, per soffrire in se stesso
quello che patiscono tutti gli uomini lontani.
È Gesù che abbraccia la croce per il Padre;
non la subisce ma la cerca con amore.
Prova la beatitudine insospettata
di rendere il culto dovuto dall’uomo
creato al sua immagine, quella vera, a Dio
che attende sempre il ritorno di Adamo.
Croce benedetta, flagelli che mi risanano,
insulti che mi fanno crescere di nuovo
per fare di nuovo posto nel mio cuore
all’amore misericordioso, oggi ritrovato.
padrebenedetto 17, iv, 2011