ECCO L’AGNELLO
Fissando lo
sguardo su Gesù che passava,
disse: Ecco l’agnello di Dio!
(Gv
1,36)
tu entri oggi nel mondo per riscattare
e redimere tutto quello che hai preso
dall’uomo, fino al carico pesante del male.
Giovanni ti ha riconosciuto dai segni,
perché tu sei l’atteso delle genti;
illuminato, ti addita ai suoi discepoli,
per suscitare in essi la fede nel Messia.
L’uomo cerca di affrancare la propria vita,
divenuta fragile e mortale a causa
della sua separazione da Dio,
sorgente infinita di luce e di amore.
L’esperienza amara della lontananza
ha reso acerbo il suo essere;
dopo aver perso l’orizzonte primordiale,
l’uomo è divenuto incapace di amare.
Anche il proprio fratello è divenuto rivale,
il creato intero geme e soffre con lui
nelle doglie del parto, aspettando la nuova
creazione che lo ricongiunga a Dio.
Oggi si apre per tutti noi la speranza:
Maestro dove abiti per poterti trovare?
Chi sei, perché io mi possa affidare a te
e consegnarti la mia morte profonda?
Tu sei l’Agnello senza macchia, che
è immolato per la Pasqua dell’eternità,
per la rigenerazione della storia universale,
per il trionfo cosmico della vita.
Tu sei l’Agnello che cammina davanti al gregge,
pastore mansueto che attira a sé i cuori.
Sei colui che compie ciò che annuncia,
rendendo visibile la gloria del Padre.
Tu sei l’Agnello che siede in trono,
sgozzato e risorto, sepolto e vivo.
Hai rotto per sempre i sigilli della morte,
lavando nel tuo sangue le nostre vesti.
Tu sei l’Agnello che sempre intercede per noi,
sai ascoltare i nostri gemiti più profondi
e sempre ci consoli con la dolce brezza
dello tuo Spirito che aliti su di noi.
Tu sei l’Agnello fedele che ci istruisci
sull’amore, che è il segreto che rigenera
la vita; riscatti i prigionieri, perdoni
i nostri peccati e abbracci in te ogni uomo.
Donaci la fede per riconoscerti,
ravviva il desiderio delle cose celesti
per cercare la tua dimora e abitare
sempre con te, santo Agnello di Dio.
padrebenedetto 18, i, 2009