Una
Santa Domenica in Gesù Risorto - pben
I
Domenica di Avvento anno B
OCCHI APERTI
Quello che dico a voi,
lo dico a tutti: Vegliate!
(Mc 13,37)
Vegliare, significa attendere con desiderio,
il compiersi dell’evento annunciato:
è già possedere, nella speranza, la luce
perché la promessa di Dio non delude.
Vegliare è proprio del cuore ferito e solo
che ascolta il lieto annuncio e gioisce,
desiderando, con tutte le forze rimaste,
il pieno svelamento del mistero.
Vegliare è fare memoria di Dio,
è cantare le sue lodi, aspettando
la sua manifestazione di gloria,
la salvezza promessa e desiderata.
Vegliare è consapevolezza che la storia
è condotta da Dio e non dall’uomo;
un disegno d’amore che si forma
giorno per giorno, per giungere a Lui.
Vegliare è lasciare che Dio operi
con il suo ritmo di padre amoroso
che cerca il figlio smarrito nell’ombra
e aspetta il ritorno del redento.
Vegliare è condividere con Dio
le ansie per tutti gli uomini; significa
essere dentro la storia umana e gridare
perché la sua salvezza non tardi a venire.
Vegliare è entrare nell’anima
di ogni uomo che soffre e si trova solo;
è farsi carico delle paure insidiose
che si annidano nei cuori impauriti.
È combattere le desolazioni del deserto:
solitudini tra sposi, tra genitori e figli,
fratelli, amici che si sono dimenticati,
tra persone, pur vicine, che si ignorano.
Vegliare è pregare con Gesù
nel giardino, prima della sua passione;
è entrare nella croce, senza ombra
di ribellione, per risorgere con lui.
La salvezza del Regno promesso è vicina,
è presente, in modo vivo e reale,
nella persona divina fatta carne e sangue:
è il Signore che ci insegna a vegliare.
E la notte si rischiara di speranza,
il desiderio dell’alba feconda in noi la
vita
e trasforma l’attesa in evento di salvezza
per insegnare agli uomini a tenere
gli occhi aperti, aspettando il momento
del ritorno desiderato del Signore.
padrebenedetto 30, xi, 2008
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‡
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 13,33-37
State
attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il
momento preciso. E' come uno che è partito per un
viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il
potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha
ordinato al portiere di vigilare. Vigilate dunque,
poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà,
se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al
mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi
addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti:
Vegliate!».
San
Pascasio Radberto (? - circa 849), monaco benedettinoCommento al vangelo di
Matteo, lib. 2, c.24 ; PL 120, 799
« State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso »
Noi dobbiamo sempre tener
presente al pensiero la duplice venuta di Cristo: l'una quando apparirà e
dovremo render conto di tutte le nostre azioni; l'altra di ogni giorno, quando
egli visita di continuo le nostre coscienze e viene a noi, affinché al suo
arrivo ci trovi preparati. Che giova a me conoscere quale sarà il giorno del
giudizio, mentre ho coscienza di tanti peccati? Sapere se il Signore verrà o
quando verrà, se non viene dapprima nella mia anima, e non ritorna nel mio
spirito, se Cristo non vive in me e mi parla? È per me un bene la sua venuta, se
già Cristo vive in me, e io in lui. E per me è già quasi l'ora del suo secondo
avvento quando i valori di questo mondo si ecclissano al mio sguardo e in un
certo modo posso dire: «Il mondo per me è stato crocifisso, e io per il mondo»
(Gal 6,14).Considera anche queste altre parole di Cristo: «Molti verrano nel mio
nome» (Mt 24,5). Questo falso caratterizza l'anticristo che si assuma il nome di
Cristo... In nessun luogo delle Scritture si trova che il Signore abbia usato
l'espressione: «Io sono il Cristo». Gli bastava dimostrare con la dottrina e i
miracoli che lo era realmente, perché in lui l'opera del Padre, la dottrina che
insegnava e la sua potenza gridavano: «Io sono il Cristo» molto più che se lo
gridassero mille voci. Non so se si trovi che Egli l'abbia affermato con le
parole, ma dimostrò di essere il Cristo «compiendo le opere del Padre» (Gv 5,36)
e insegnando l'amore. I falsi cristi, non possedendo questo, a parole
proclamavano di essere ciò che non erano.
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