e benedisse Dio.
(Lc 2,28)
L’amore ha un nome, finalmente,
ha un volto in cui immergere
profondo lo sguardo, per cogliere
in esso la forza dell’amore vivente.
La luce dei suoi occhi riverbera
la dolcezza dello sguardo di Dio
che vigila sul mondo con tenerezza
paterna e scruta tutti i cuori.
Il suo sorriso esprime le nuove
speranze
che d’ora in poi animeranno il
mondo;
il bambino nato oggi per noi
offre a tutti la gioia della
ritrovata fiducia.
Tanti figli nati da promesse
strepitose
hanno annunciato la sua presenza:
Isacco, il figlio del sorriso di
Dio, Samuele
nato per la preghiera di sua madre;
Giovanni, figlio di donna sterile,
che nasce
per annunciare la venuta del Messia:
questi sarà il consacrato al
Signore, l’atteso
con ansia dall’umanità, divenuta
ormai sterile.
Simeone, giusto e pieno del santo
timore di Dio, riceve sulle sua
braccia
il bambino nato per noi, e canta
profeticamente le sue gesta future.
Rovina o salvezza? Certamente segno
di contraddizione, roccia di
salvezza
e
pietra d’inciampo, corpo e sangue
di agnello immacolato che redime.
Incominciano a realizzarsi le
meraviglie
annunciate: il primo frutto
è
il vangelo della gioia per tutti
quelli
che hanno saputo attendere nella
fede.
Il figlio cresce in sapienza, età e
grazia
custodito dalle amorevoli cure
di Maria e Giuseppe, che vivono
con naturalezza la vita familiare.
Prima di contemplare il Messia
glorioso,
vediamo il figlio dell’uomo
sottomesso,
forse non ancora consapevole del
prezzo
da pagare all’amore, ma vero e
leale.
I
suoi gesti quotidiani sono i nostri,
la laboriosità indefessa, unita
all’offerta di sé per la gloria di
Dio,
già trasformano il mondo.
La Santa Famiglia di Nazaret
è
la casa dell’amore dove si vive
nell’umiltà, nella semplicità e
nella lode
perché Gesù è presente in mezzo a
noi.
padrebenedetto 28,
xii, 2008