Esaltazione della Santa Croce
In questa 24a domenica
del Tempo Ordinario, celebriamo la festa della Croce
rimasta vuota perché il Cristo è risorto:
Esaltazione della Croce. Davanti ad essa il credente
trasforma tutta la sua vita in esperienza di
risurrezione, esaltando il suo spirito al di sopra
di tutte le sue sofferenze. Buona domenica.
pben
CROCE FEDELE
Bisogna che sia innalzato il Figlio
dell’uomo
(Gv 3,14)
Il Servo si presenta nel suo
vigore:
sulle sue spalle sorregge il mondo;
il suo trono è la croce innalzata
per abbracciare l’universo.
Gesù entra da solo nei tormenti
per fare giustizia ai trafitti dal male.
Non rifiuta il peso delle colpe umane,
innocente, si lascia immolare.
Il Servo sofferente soffre la morte
per trasformarla in offerta di sé,
culto solenne e gradito a Dio,
il Signore della vita immortale.
Una nuova luce risplende su quel volto
sfigurato e senza più apparenza:
bellezza pura, bontà pura, amore
eterno per tutta la creazione.
La vergogna della croce svela
all’uomo la nuda verità della morte.
Levando lo sguardo verso l’Innalzato
non perde la speranza della luce.
Croce necessaria per la nuova creazione,
cosa buona per chi deve rinascere:
Dio non ha creato la morte,
ma ha fatto l’uomo per l’immortalità.
Fecondato dall’amore del crocifisso,
l’uomo nuovo esce dal grembo del risorto;
rimane spoglio l’albero della salvezza,
adorno di trofei e glorioso.
Vittoria indicibile del legno,
albero rigoglioso, pieno di vita, piantato
lungo la corrente feconda dello Spirito
divino, per portare sempre frutto.
Primizia insperata di vita, offerta
a chi si lascia crocifiggere con lui
nella morte, aspettando la risurrezione
promessa a chi crede.
Vanto per chi abbraccia la croce
e cammina con fede in un mondo
pieno di morti ingannevoli,
alla sequela del Maestro della vita.
La Croce semina immortalità,
il Risorto accende la speranza
contro ogni speranza; non si muore più
come gli animali del mattatoio,
ma si diventa offerta gradita al Padre
al progredire della vita nuova:
agnelli immolati sull’altare dell’amore,
per far presente, oggi, Cristo Salvatore.
O Legno beato, lievito dell’umanità,
prepara la mensa a questo mondo affamato
con il pane profumato dell’amore,
ostensorio del Cristo vivente in eterno!
Pben 14, ix
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Gv 3, 13-17
Bisogna che
sia innalzato il Figlio dell'uomo.
‡
Dal
vangelo secondo Giovanni
In
quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è
disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè
innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia
innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede
in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio
unigenito, perché chiunque crede in lui non vada
perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per
condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato
per mezzo di lui».
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