Commemoriazione di tutti i fedeli defunti
IL
MAESTRO
Non fatevi chiamare rabbì,
perché uno solo è il vostro maestro, il Cristo
(Mt 23,10)
Guardate a lui e sarete raggianti
canta con forza il salmo.
Rispecchiati nel volto splendente di Cristo
per ritrovare la tua immagine pura.
A forza di ascoltare se stesso
l’uomo dimentica che esiste l’altro.
Per ricercare la propria vita
deve considerarsi solo al mondo.
Un monaco/monos di egoismo,
di ricerca del tutto per sé,
perché tutto deve essere in funzione
di se stesso, ombelico polare.
Ascoltare il Maestro è aprire il cuore,
liberato da ogni legame terreno;
è avere bisogno dell’Altro
per crescere bene in ogni cosa.
Accogliere il Maestro è ricevere da lui
quella vita che ci manca;
vedere il senso delle cose
con la sua stessa misericordia.
Lasciati portare dalla verità,
corrispondenza di parole e cuore;
scopri l’umile verità dell’altro
che fa fatica anche lui a vivere.
Non imporre te stesso con arroganza,
ma accetta il fratello come è;
servi l’altro con dedizione, perché
servire è diventare maestro d’amore.
Sì, sì; no, no. L’uomo semplice
si fa sempre accettare dagli altri;
l’uomo doppio non passa nei cuori,
ma diventa inciampo per tutti.
Gesù è il Maestro, il solo Rabbì
perché servo di tutti, crocifisso;
la sua parola esce dalla sua bocca
già evento, perché lui la compie.
Dice e fa; ama e offre se stesso,
risana per riempire il cuore
del suo Spirito divinizzante,
serve, perché è un Maestro perfetto.
Pben 2, xi, 2008
|
‡
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 25,31-46
Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con
tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua
gloria.
E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed
egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore
separa le pecore dai capri,
e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla
sinistra.
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra:
Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità
il regno preparato per voi fin dalla fondazione del
mondo.
Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero
e mi avete ospitato,
nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato,
carcerato e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai
ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da
mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?
Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo
ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e
siamo venuti a visitarti?
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni
volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi
miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da
me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il
diavolo e per i suoi angeli.
Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare;
ho avuto sete e non mi avete dato da bere;
ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi
avete vestito, malato e in carcere e non mi avete
visitato.
Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti
abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo
o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che
non avete fatto queste cose a uno di questi miei
fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i
giusti alla vita eterna».
|