XVI Domenica del Tempo Ordinario
FERMENTO DI VITA
Il Regno dei cieli si può paragonare al lievito
che una donna ha preso e impastato
con tre misure di farina, perché tutta si fermenti.
(Mt 13,33)
Fermento nuovo nella massa del mondo,
la terra è destinata a fiorire.
Il cuore dell’uomo non è più pietra,
ma terra buona e feconda, in attesa.
Si sprigiona la vita, l’amore e la forza
dove prima cresceva la morte.
Il Figlio dell’uomo lievita in noi
la speranza di uscire dalla solitudine,
per diventare pane fragrante,
offerto alla fame dei cuori che si saziano
solo di grazia celeste e di vita,
per imparare ad amare senza fine.
La Sapienza divina penetra nelle anime
con indulgente mitezza, perché
ama ogni creatura ed è così forte
che raccoglie in sé chi opera la giustizia.
Sapere che Dio è il lievito che impasta
l’universo, avvolge il cuore di ogni essere
e cerca di elevare l’umanità impiattita,
ridona certezza a chi si sente perduto.
E Gesù si mescola con i nostri peccati,
egli non giudica, non condanna,
ma trasforma la nostra miseria
in fermenti d’amore e di pura misericordia.
Il pentimento sgorga dalla contemplazione
dell’amore crocifisso che risorge;
la grazia diffonde lo Spirito di sapienza
per vivere nel mondo da redenti.
Lo Spirito geme dentro di noi
e fa’ sbocciare progetti di pace
per impiantare nel mondo il lievito del Regno
sfidando ogni avversario distruttore.
La Croce è il buon grano di Cristo,
il seme invisibile che fruttifica rigoglioso,
la messe è pronta per la mietitura,
per riempire d’amore i granai del cielo.
Il lievito benefico del perdono fa’ crescere
la massa di chi attende misericordia
per trasformare il credente in fuoco
d’amore, per saziare la fame del mondo.
La Parola di Dio agisce nei cuori amanti
dell’ascolto, per far lievitare l’anima
fino a renderla capace di amare.
La carità che nasce diventa lievito
per fruttificare ancora, all’infinito,
e offrire ad ogni uomo che sta nel mondo,
speranza di redenzione, pane di amore,
buono per la bocca e dolce per il cuore.
Pben 20, vii, 2008
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