Templari di San Bernardo
Congregazione laicale cattolico-cavalleresca di ispirazione templare
 
 
 
  Poesie domenicali di P. Benedetto
 

XVIII Domenica del Tempo Ordinario A

 PANE UNIVERSALE

 Tutti mangiarono e furono saziati

(Mt 14,20)

 

Fame, cibo, desiderio di tutto,

per poi rimanere affamati e persi.

Vita, lavoro affannoso, guadagno,

per spendere tutto senza saziarsi.

 

L’uomo ha fame di progetti grandiosi

per lasciare qualcosa di sé alla storia;

ricordi di prodezze, ma non si sazia,

premi, medaglie e trofei non bastano.

 

Conosco la mia fame, quella vera

che languisce in fondo al cuore

e non può, prigioniera, saziarsi?

Desideri di bene, speranze di vita

 

repressi e annullati dall’agire vano

perché si occupano d’altro e non dell’uomo,

quello vero, che attende di nascere dentro

e sfamarsi di eterno e di duraturo.

 

Fecondato dall’amore divino,

io appartengo al disegno dell’amore

iscritto in ogni cuore che si nutre

e cresce di alimenti dal sapore di cielo.

 

È il Padre della vita che fa nascere

e crescere le sue creature;

vita e cibo, esistenza e speranza

sono i doni che elargisce con larghezza.

 

Bisogno di eternità e di verità per vivere

senza ridurre la vita a stato vegetativo,

come se non fossi mai nato

e non dovessi vivere per sempre.

 

Gesù moltiplica il suo pane nuovo,

spezza e distribuisce la Parola del Regno,

facendo dimenticare la fame di solo pane;

lo dona senza fermarsi mai, pane infinito.

 

È lui il Pane, lui la Parola viva,

la spada che va dritta all’anima

per aprire un breccia nel cuore indurito

e seminare in esso l’amore del Padre.

 

E l’uomo si sazia ascoltando,

si sente nutrito dall’amore fedele,

ammaestrato dalla divina sapienza

rassicurato dalle speranze nuove

 

che germogliano come fiori di primavera

e profumano i pensieri e l’agire;

rendono il fare quotidiano pane dorato

che fa crescere l’anima per la vita.

 

Alla fine Gesù moltiplica se stesso,

diventando pane universale,

mangiato da tutti e benedetto

da quelli che l’hanno assimilato.

 

Gesù, dacci sempre di questo pane!

 

Pben 03, viij, 2008

 

 

Mt 14, 13-21
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, quando udì della morte di Giovanni Battista, Gesù partì su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare».
Ma Gesù rispose: «Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare». Gli risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qua».
E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla.
Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati.
Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

 

Scudetto della Congregazione T.S.B.

 

 
   

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