Papa Francesco e il diavolo
Tratto da "Uno sguardo da
Porta Sant'Anna" di don
Salvatore Lazzara
Nei primi giorni di
Pontificato Papa Francesco ha
fatto riferimento per due
volte al “diavolo”.
1-. Nell’omelia della Messa
concelebrata con i Cardinali
nella Cappella Sistina, ha
ricordato: “Quando non si
confessa Gesù Cristo, mi
sovviene la frase di Léon
Bloy: “Chi non prega il
Signore, prega il diavolo”.
Quando non si confessa Gesù
Cristo, si confessa la
mondanità del diavolo, la
mondanità del demonio”. Badate
bene, la parola “diavolo” è
stata citata 3 volte! Ciò che
distrugge il bene, la
fraternità, l’unità, è il
demonio, annidato nel cuore
della Chiesa. Il male è abile,
si traveste di buone
intenzioni. E’ un lupo
travestito di agnello, capace
di provocare danni enormi alla
vita del credente. Tanti hanno
una sorta di pudore nel
parlare del “demonio”. Si ha
paura di essere etichettati di
oscurantismo. Questo tipo di
discorso viene considerato
come qualche cosa che
appartiene al passato. Ma non
è così! E’ ciò che la fede
della Chiesa insegna da
sempre.
2-. Nell’incontro con i
Cardinali presenti a Roma, ha
ricordato come
il “diavolo”, divide. La
medicina per guarire è la
contemplazione del volto del
Signore risorto. Dal Papa,
abbiamo ricevuto un orizzonte
di speranza: non c’è posto per
lo scoraggiamento. La forza
dell’annuncio deve superare il
male con la gioia che viene da
Dio.
Il Corriere della sera, stupito
del doppio riferimento del
Santo Padre, trova la risposta
nell’intervento che richiede
ad un docente di Teologia
della missione. “Stiamo
tranquilli: il diavolo e’
l’espressione simbolica della
nostra incapacita’ di fare il
bene! Il Papa sta parlando
soltanto di una nostra
proiezione”… Rimango stupito
come si possa ridurre anche
per bocca dei “professori di
teologia”, il male a semplice
simbologia. Il demonio non è
una entità astratta, ma reale
ed agisce nel cuore dell’uomo
per allontanarlo da Dio. Il
catechismo della Chiesa
Cattolica, argomenta in
maniera sufficiente e
soddisfacente la figura
del “demonio”, nella vita del
credente. Anche Gesù ha dovuto
combattere contro satana. Non
era un’astrazione della sua
fantasia. Ma un essere
visibile e pensante.
Minimizzare o addirittura
stravolgere la “sana
dottrina”, crea confusione ed
indebolisce l’annuncio del
Vangelo.
Nel mondo odierno l’arma
usata da satana è il
relativismo, che, con la scusa
del rispetto delle differenze,
omogeneizza nella
trasgressione e nella
demagogia. Consente tutto pur
di non assumere la contrarietà
che esige il coraggio maturo
di sostenere valori e
principi. Il relativismo è,
curiosamente, assolutista e
totalitario, non permette di
differire dalle proprie
affermazioni, rendendo il
pensiero debole e facilmente
attaccabile, o meglio capace
di adattarsi a qualsiasi
verità. Il Papa emerito
Benedetto XVI, nella sua
lucida predicazione così ha
affermato: “In un mondo in cui
la menzogna è potente, la
verità si paga con la
sofferenza. Chi vuole schivare
la sofferenza, tenerla lontana
da sé, tiene lontana la vita
stessa e la sua grandezza; non
può essere servitore della
verità e così servitore della
fede. Non c’è amore senza
sofferenza, senza la
sofferenza della rinuncia a se
stessi, della trasformazione e
purificazione dell’io per la
vera libertà. Là dove non c’è
niente che valga che per esso
si soffra, anche la stessa
vita perde il suo valore”.
Non esiste pertanto
contrapposizione teologica tra
Benedetto XVI e Papa
Francesco. Chi percorre questa
strada scrivendo articoli e
pubblicando post per affermare
la discontinuità tra i due
pontificati, si presta
all’opera del demonio, il
quale cerca la divisione a
scapito dell’unità per cui ha
pregato Gesù prima di morire.
Se nel cuore si accende un
sospetto simile, vi consiglio
di pregare San Michele
Arcangelo, potente
intercessore presso Dio contro
le opere del male. Ogni volta
che compiamo azioni malvagie,
anche se sembrano innocenti,
aiutiamo “il male” ad
estendere il suo regno di
tenebre. I discepoli del
Signore, vivono come figli
della luce. Sono illuminati da
Dio. Ogni giorno devono
combattere con le armi della
fede, contro satana. Chi si
sottrae alla lotta, cade in
seri pericoli. I compagni del
demonio sono lo
scoraggiamento, l’indecisione,
il rimandare a dopo… e tanto
altro. L’esame di coscienza
alla fine della giornata
dovrebbe con il sostegno di un
buon padre spirituale aiutare
a seguire la strada giusta
verso il Signore.
don Salvatore Lazzara
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