Quest’estate
le immagini raccapriccianti dei cristiani arsi vivi in
Pakistan, a causa dell’odio e del fondamentalismo islamico, ci
avevano sconvolti. Ora ci giunge questa nuova terribile
notizia: una giovane cristiana di 12 anni, Shazia Bashir,
è morta in seguito alle violenze inflitte dal suo datore di
lavoro, un ricco e potente avvocato musulmano di Lahore (
Shazia Bashir, 12 anni, cristiana: violentata, torturata e
uccisa ). Il decesso è avvenuto il 22 gennaio scorso. Fonti
cristiane aggiungono che la ragazza era vittima di continue
vessazioni ed è stata violentata e torturata prima di
essere uccisa.
Il 99% delle ragazze cristiane, provenienti da famiglie
povere, lavorano come domestiche per ricchi musulmani. Esse
sono sovente vittime di abusi e violenze fisiche, sessuali e
psicologiche.
In questi tempi in cui in Europa si parla con
un'impressionate disinvoltura, mista a non poca ignoranza e
ipocrisia, di costruzione di moschee e minareti, di tutela
della libertà religiosa per i musulmani residenti sul suolo
dei nostri Paesi europei, varrebbe la pena di ricordare e
meditare seriamente su quanto accade in molte parti del mondo
a maggioranza islamica.
Varrebbe la pena di conoscere meglio l'islam, ma evitando
di inforcare gli occhiali che, graziosamente, ci vengono
forniti da quegli europei che hanno deciso di estirpare
le radici cristiane dal nostro continente.
Riporto due articoli che ci descrivono sinteticamente la
drammatica situazione dei cristiani in Pakistan.
Che la piccola, Shazia Bashir, perdoni la
superficialità e indifferenza e preghi per la conversione a
Gesù Cristo di noi europei, oltre che per quella del suo
uccisore e dei suoi connazionali musulmani.
Il bilancio drammatico
del 2009 per i cristiani del Pakistan
Francis-Mehboob Sada, 20/01/2010
L’intolleranza
religiosa ha registrato il suo culmine nel 2009, un anno
piuttosto tumultuoso nel quale l’ambiente politico, sociale e
naturale del Pakistan hanno toccato il loro punto più basso.
Il 2009 è stato particolarmente devastante per i cristiani,
che hanno rischiato la pulizia etnica per mano di fanatici
religiosi. Uno dopo l’altro diversi assalti sono stati portati
su vittime diverse seguendo tuttavia sempre lo stesso schema e
adducendo sempre gli stessi pretesti. Ecco una breve lista di
atrocità commesse in nome della religione:
30 giugno 2009, Bahmniwala, Kasur: più di 110 famiglie
cristiane, accusate di blasfemia, sono state costrette a
fuggire dalle loro case per paura di attacchi da parte di
musulmani dei villaggi vicini. Apparentemente la tensione è
iniziata con una scaramuccia tra giovani cristiani e musulmani
poi degenerata in violenza religiosa.
30 luglio 2009, Korian, Gojra: durante un matrimonio,
circa quaranta proprietà e famiglie cristiane, accusate di
violazione delle leggi sulla blasfemia, sono state attaccate
da alcuni incendiari.
1 agosto 2009, Gojra: una folla inferocita ha assediato
l’area residenziale e usato potenti agenti chimici per
appiccare il fuoco a case e persone cristiane. Nove donne e
bambini, impossibilitati a scappare o a nascondersi, sono
stati bruciati vivi in questo atroce episodio. Responsabile di
questo crimine efferato è stato considerata un’organizzazione
militante già bandita dal governo. Tuttavia le prove
circostanziali hanno messo in luce il ruolo giocato
dall’amministrazione locale.
15 settembre 2009, Jethike, Sialkot: il corpo di un
ragazzo cristiano, Robert Fanish Masih, è stato trovato
impiccato in un modo assurdo in una prigione. Secondo gli
ufficiali di polizia si è trattato di un suicidio. Il ragazzo
era stato arrestato alcuni giorni prima con l’accusa di
blasfemia. Evidenti segni di tortura e numerose ferite hanno
smentito la versione ufficiale. Tuttavia l’incidente è stato
insabbiato.
Nonostante l’abuso ripetuto delle leggi sulla blasfemia, il
leader del partito popolare islamico ha dichiarato in un
confronto pubblico che esse sarebbero state difese a ogni
costo e che anche in assenza di una legge simile i musulmani
avrebbero linciato pubblicamente gli imputati per blasfemia.
Questo tipo di dichiarazioni da parte di leader popolari e
rispettati non fa che esprimere la mentalità collettiva della
società.
In tempi come questi, in cui i cristiani affrontano tanta
insicurezza e incertezza in Pakistan, il tempo di Avvento e
quello di Natale sono stati particolarmente duri per tutta la
popolazione cristiana del paese. Invece di celebrare la
nascita del Principe della pace con fervore e entusiasmo i
cristiani hanno dovuto chiedersi come poter festeggiare e
gioire mentre i loro fratelli e sorelle attraversano tante
sofferenze e tale subbuglio. E non sembra di poter mettere la
parola fine alle persecuzioni di cristiani. Ci troviamo nella
classica situazione in cui ognuno pare aspettare il proprio
turno. La mangiatoia, segno di inclusione e umiltà non è stata
accessibile a tutti a causa della presenza di numerosi
contingenti di polizia chiamati ad assicurare la sicurezza
intorno alle chiese. In molti posti la messa della vigilia è
stata annullata a cause delle persistenti minacce contro i
luoghi di culto. Il Natale è stato osservato con sobrietà non
perché i cristiani pakistani non si sentano più legati a
questa grande occasione religiosa, ma per via delle
circostanze dolorose del paese e in particolare quelle di
molti dei lo fratelli. Durante la vigilia i cristiani, che
fossero nel Gojra, Kasur, Sindh, Balucistan o all’estero,
hanno pregato intensamente per commemorare quei martiri la cui
unica colpa è stata quella di essere chiamati da Cristo e di
credere in Lui, affidandosi particolarmente alla custodia
degli Angeli custodi, soprattutto in questo tempo di avversità
e afflizione.
http://www.oasiscenter.eu/it/node/5337
I diritti dei
cristiani in Pakistan
Khaled Ahmed, 20/10/2009
In Pakistan ci
sono circa cinque milioni di cristiani, minacciati in
diversi momenti e per diverse ragioni. Sono minacciati quando
la Lega Musulmana conservatrice governa il paese; sono
minacciati quando le leggi dello stato perdono efficacia e non
riescono a proteggere le minoranze dai musulmani estremisti.
La Lega Musulmana conservatrice tende a far propria la
posizione clericale che sostiene che i cristiani non sono
cittadini uguali, anche se questo va contro la Costituzione.
Alcuni esponenti religiosi moderati pensano che anche sotto
l’Islam i cristiani non possano essere considerati cittadini
di seconda classe, ma questi esponenti vengono ignorati.
Sotto un partito liberale come il Partito Popolare Pakistano
(PPP), i cristiani soffrono perché il PPP non è in grado di
agire in modo efficace contro la società per punire il
comportamento criminale nei confronti dei cristiani. Sotto il
governo liberale del Generale Musharraf, i cristiani sono
tornati agli elettorati uniti, sistema che offre loro una
certa sicurezza, ma il governo non è in grado di proteggerli
dal crimine estremista religioso.
I cristiani nella maggior parte del Pakistan risalgono a prima
della fondazione dello stato e vivevano in alcune parti della
provincia del Punjab ancora prima che i musulmani vi si
stabilissero. Sono presi di mira con la legge draconiana
chiamata "Legge della Blasfemia" che prevede la morte come
punizione minima. Sono anche spesso attaccati dai fanatici per
"punire l’America".
Con il sistema degli elettorati uniti – che potrebbe essere
abolito se i conservatori dovessero tornare al potere – i
cristiani hanno il diritto di votare insieme ai musulmani,
oltre ad avere alcuni posti riservati in Parlamento. Ma,
poiché lo stato sta venendo gradualmente sconfitto dagli
Islamisti, il potere dello stato è diminuito e le minoranze
sono diventate vulnerabili.
I cristiani che vivono nel NWFP (North-West Frontier Province,
Provincia della Frontiera nord occidentale), governato dal
clero hanno ricevuto minacce di morte se non si fossero
convertiti all’Islam. L’entusiasmo per la conversione si è
esteso in tutto il Pakistan. Cristiani di spicco sono invitati
ad abbracciare l’Islam e alcuni cedono alle minacce. Un
cantante cristiano ha rifiutato "l’invito" ed è a rischio
degli estremisti, mentre negli sport c’è la tendenza ad
abbracciare l’Islam per evitare persecuzioni. Un giudice hindu
della Corte Suprema ha dovuto scrivere un’eulogia del Profeta
Muhammad.
I cristiani in Pakistan sono una comunità economicamente
svantaggiata. A differenza dell’India, non ci sono prospettive
per il loro sviluppo economico. La Chiesa sta facendo il suo
meglio per tenere il gregge unito, ma la Chiesa stessa è
limitata nella sua predicazione, come da qualsiasi altra parte
nel mondo islamico. Tuttavia l’Unione Europea, che si occupa
delle minoranze ai sensi della legge, deve tenere il governo
del Pakistan sotto pressione così che lo stato ritiri le leggi
che prendono di mira i cristiani.
In India le reazioni contro la chiesa cristiana provengono
dalla società, in Pakistan invece provengono dallo stato, che
ha leggi che colpiscono i cristiani. A differenza dell’India,
in Pakistan i cristiani non ricevono protezione da musulmani
che simpatizzino per la loro situazione. Il loro unico
protettore è l’Occidente secolare in generale e l’Unione
Europea in particolare, che deve tenere lo Stato del Pakistan
sotto pressione.
La questione di rafforzare la Chiesa in Pakistan evitando la
sua corruzione interna è molto importante quanto complicata. I
sacerdoti in Pakistan non hanno sempre fatto del loro meglio
per migliorare la condizione di una comunità molto provata.
Eppure la Chiesa in Pakistan continua ad essere un attore
molto promettente.
http://www.oasiscenter.eu/it/node/4810 |