San Michele custode del Vangelo
Dio che affidò a San Michele secondo i dottori, la
promulgazione della sua legge, sul monte Sinai, ai figli
di Israele, ha anche dato a questo potente Arcangelo la
custodia delle Sacre Scritture e soprattutto del Vangelo,
codice divino del cristiano, nuova legge di grazia, di
amore, di misericordia, che il Salvatore è venuto sulla
terra a portare agli uomini. Il nome Vangelo è, per una
pregnante coincidenza, preso nella lingua greca dal nome
stesso degli Angeli, esso significa, in effetti, buona
novella, felice messaggio. Il Vangelo è, per eccellenza,
il libro delle divine rivelazioni, libro sacro che deve
durare più del cielo e della terra, e di cui non uno iota
dovrebbe essere, dice San Paolo, cambiato o tolto, anche
da un Angelo disceso dal cielo.
"Il Vangelo che ci è stato dato,
aggiunge San Giovanni Crisostomo, è l'annuncio della
guarigione del genere umano strappato alle sue malattie
per sola bontà del Medico spirituale; è la predizione di
una nuova strada aperta a degli uomini sperduti, a dei
ciechi nelle tenebre, a dei condannati senza speranza. Le
istruzioni della legge antica e gli oracoli dei profeti
non essendo bastati per riportarci nella conoscenza della
verità, e correndo il genere umano alla sua perdita, la
misericordia divina, l'amore di Gesù Cristo per gli uomini
hanno avuto il sopravvento sulla loro iniquità e la loro
ingratitudine. Il Vangelo del regno dei cieli è stato
proclamato per tutto l'universo come essendo il manifesto
del monarca universale, per quegli stessi che non ne
approfitteranno. Con esso è stata proclamata la grazia,
che dispensa tanti altri benefici, affranca dalla
prigionia, arricchisce l'indigenza, pone termine
all'esilio, e si fa tutto a tutti".
San Michele, che i Padri della Chiesa
chiamano talvolta l'Angelo della legge divina, il
Segretario della Divinità, ha certamente ricevuto da Dio
la sublime missione di ispirare i quattro evangelisti: San
Matteo, San Marco, San Luca, San Giovanni, e di propagare
la parola divina in mezzo alle nazioni affidate alla sua
custodia, alla sua potente protezione contro Satana e le
sue legioni infernali. Sì, custode della croce di Gesù
Cristo, San Michele è ancor più custode della sua parola,
poiché la croce, strumento passivo della fede, deve cedere
al Vangelo, che le è la linfa e la vita.
La credenza nell'intervento degli
Angeli, come ispiratori e propagatori della Sacra
Scrittura, è stata così universale, che anche i
legislatori pagani - senza parlare delle pretese pitonesse
e visionari di tutti i tempi - non hanno dato peso ai loro
scritti, che dicendoli ispirati da qualche spirito celeste.
Inoltre, alcuni autori hanno creduto di vedere San Michele
in questo Angelo gigante dell'Apocalisse che, recante un
libro e avendo un piede sul mare e l'altro sulla terra,
grida con voce potente: "Guai a chi toccherà questo libro,
che ne ritaglierà una sillaba, poiché sarà lui stesso
tagliato dal Libro della vita".
In rapporto ad altri commentatori, è
San Michele che, nel giorno della Pentecoste, dopo aver
segnalato col soffio impetuoso del Cenacolo la discesa
dello Spirito Santo sugli apostoli, fece sentire la loro
parola, a Gerusalemme stessa, in tutte le lingue
conosciute, e da lì ne porta gli accenti fino alle
estremità della terra. Da allora, con la voce infallibile
della Chiesa, egli non ha smesso di far risuonare, di
difendere e di incidere nelle anime, quella divina parola
che nulla può incatenare. Beato chi ascolta e mette in
pratica questa divina parola poiché ha le promesse della
vita eterna!
Per meglio rendere il nostro cuore
docile agli insegnamenti del Vangelo, salutiamo con un
profondo rispetto ed una sincera riconoscenza San Michele,
il promulgatore ed il propagatore dei precetti divini;
rendiamogli omaggio per questa carica di fiducia, e
chiediamogli gli aiuti che egli dona ai suoi privilegiati
per sostenerli nel compimento puntuale dei comandamenti di
Dio. O glorioso Arcangelo, fateci comprendere quanto il
giogo del Signore è dolce ed il suo fardello leggero;
ispirateci un vivo dolore delle nostre colpe, implorate
per noi la misericordia di Dio, affinché nell'ora della
nostra morte, noi possiamo ricevere la ricompensa promessa
ai fedeli osservanti della legge divina!
Tratto da "L'Angelo
Custode" n° 3, Luglio 1896, pp. 75-78 |