IL MONDO IN VATICANO
«Dalla Parola di Dio la risposta alle sette»
Al Sinodo dei vescovi l’invito ad approfondire
la conoscenza e rilanciare l’annuncio della Bibbia di
fronte al proliferare dei nuovi movimenti religiosi
DA ROMA SALVATORE MAZZA
Il ritorno all’annuncio della
Parola di Dio, anche come mezzo per contrastare
l’aggressività delle sette, favorita proprio
dall’«inaridimento» di molte comunità ecclesiali. È su
questo aspetto, introdotto in Assemblea dal vicario
apostolico di Bengasi, monsignor Sylvester Carmel Magro,
che s’è soprattutto concentrato il dibattito libero che
ha concluso la giornata sinodale di martedì, alla
vigilia della prima riunione dei Circuli minores, i
gruppi linguistici nei quali, da ieri mattina, è
iniziata la discussione sulla relazione generale. Dopo
le indicazioni di arrivare, anche attraverso
l’elaborazione di un testo di base, a omelie più
preparate per meglio attualizzare la Parola di Dio, il
problema delle sette sembra essere il secondo dei temi
'emergenti' in questo Sinodo. Assieme a questi, non
tanto come tema specifico ma piuttosto come tensione che
attraversa tutta l’Assemblea, c’è poi l’impegno
ecumenico, che nelle Scritture può, secondo i Padri
sinodali, trovare lo stimolo per poter giungere al
traguardo della piena unità.
Nel suo intervento monsignor Carmel
Magro ha denunciato con forza la vio- lenza usata nei
confronti di diverse Chiese africane da parte di chi
aveva tutto l’interesse a disperdere i fedeli cristiani,
le sette in primo luogo. Per il presule il risultato più
doloroso di questa aggressione è che tra queste persone
ci sono molti cristiani che, abbandonata la fede, ora si
rivoltano quasi con odio contro la Chiesa. La causa di
questa situazione, ha affermato l’arcivescovo, va
ricercata proprio nella poca coscienza del ruolo della
Chiesa nel mondo, all’assoluta mancanza di conoscenza
della Parola di Dio nel suo più profondo significato.
Anche per questo – e qui è ritornata la questione delle
omelie – è necessario secondo il vescovo della Tanzania
Desiderius Rwoma, ritrovare la capacità di trasmettere
efficacemente la Parola di Dio con la predicazione. Di
qui la proposta di istituire dei corsi specifici per i
predi- catori, che sia accompagna a quella di proporre,
soprattutto per la prima lettura della Messa, dei testi
più semplici per quei sacerdoti che non abbiano profonde
conoscenze bibliche.
Per monsignor José Miguel Gómez
Rodríguez, vescovo di Líbano-Honda, in Colombia,
«l’essere umano è reso tale dalla sua capacità di
ascoltare Dio». Ancor più, la persona raggiunge «la sua
identità » e «la sua dignità fondamentali »
nell’ascolto della Parola di Dio». Per questo «è
necessario che la Chiesa ricordi all’umanità queste
verità in modo da trovare le soluzioni che ancora non
trova»; e per questo è urgente «stabilire i criteri più
adeguati per l’interpretazione autentica della Parola
rivelata», in quanto «l’interpretazione della Bibbia
sfugge al capriccio dei relativismi moderni, perciò è
scomoda per molti». Un’esigenza tanto più avvertita in
Asia, dove, ha osservato l’arcivescovo di Cotabato
(Filippine) Orlando Quevedo, «incredibilmente ricchi di
uno splendido mosaico di antiche culture e religioni,
noi siamo però comunque un continente di poveri, di
squilibri economici e politici, di divisione etnica e di
conflitto. Il nostro profondo senso di trascendenza e
di armonia viene eroso da una cultura secolare e
materialista globalizzante ». Tuttavia, ha aggiunto,
«la Parola di Dio in Asia chiama... migliaia di piccole
comunità di poveri. Così facendo, stanno costruendo un
'modo nuovo di essere Chiesa' che in realtà è un modo
antico, cioè il modo della prima comunità di
Gerusalemme... Costituiscono comunità ecclesiali di
base... testimoniando la Parola di Dio in un ambiente
multireligioso molto spesso ostile. Sono comunità di
solidarietà e fraternità che, nel loro piccolo, sfidano
in modo efficace la cultura moderna del secolarismo e
del materialismo».
Durante la IV Congregazione
generale si è svolta la seconda votazione per
l’elezione della Commissione per il Messaggio finale,
mentre ieri mattina i lavori sono proseguiti con la
prima sessione dei Circoli minori. Tra i quali, quest’anno,
non c’è quello in lingua latina. Che – per la cronaca –
era quello al quale partecipava regolarmente in passato
il cardinale Joseph Ratzinger.
Da
Avvenire del 9 ottobre 2008
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