Si fa tanta pompa,
per bocca di taluni cattolici, di inesorabile e definitiva
consegna del proprio “io” alla fede ed alla Chiesa. Ci si
infila nella bella e semplice propria ‘autoassoluzione’ (nel
caso commettessimo qualche defaiance) e poi, come niente
detto e fatto si continua nel filone relativista che tutte
la magagne copre.
E sì: è più
facile vedere la pagliuzza altrui che la trave propria.
Ma non nego della
presenza della buonafede ed anche (è dottrina) della
Divina Misericordia e (è dottrina) della Provvidenza (vedi
senza affanno cosa ne dice il Catechismo della Chiesa
cattolica).
Conosco un bravo
sacerdote che ha una grande cura dell’edifico sacro lui
parrocchialmente affidato, e che a mia memoria, non ha mai
permesso in esso profanazioni del sacro, della cultura e
dell’arte. Anzi, mantiene questo Locus sempre lindo e
consono alla conservazione in esso del SS.mo Corpo di N.S.
Gesù Cristo, che dal tabernacolo si offre a nostra
consolazione, al ringraziamento ed adorazione!
Ed in questo modo
anche le celebrazioni, volenti o nolenti, assumono sempre
una bella decenza liturgica e sono a vantaggio della
crescita personale del fedele.
Al contrario i
luoghi sacri de-sacralizzati non solo sono a detrimento
dell’anima dell’edificio ma ancora più dei fedeli. E’ un
processo lento e inesorabile che produce nelle anime più
semplici un oscuramento della grandiosità della stessa
Liturgia e quindi della Dottrina e dei pilastri stessi
della nostra fede.
Presentare Chiese,
Cattedrali, Basiliche, Santuari e semplici loci sancti (quei
luoghi che hanno visto nei secoli in essi svolgersi la
vita santa di comunità e/o uomini e donne non poi
raramente con taluno dei suoi membri elevato agli onori
degli Altari) come naturali aule da concerto, oppure da
teatro o per proiezioni varie ossia allestirvi pseudo-mostre
al limite del decente, al margine del concetto di cultura
e dell’arte, porta ad una barbarie e ad un declassamento
di questi Sacri edifizi! Il fedele stesso è smarrito e si
pone la domanda: ma per questo tipo di cultura (anche se
di marca cattolica) non esistono luoghi e spazi idonei per
rappresentarli? Conviene de-sacralizzare l’edifico Sacro,
quello stesso che contiene la Casa in Terra di Dio – il
Tabernacolo – per usare l’aula e l’altare e l’abside
stessa per eventi profani? Un teatro, un cinema, un’arena,
un museo hanno allora la stessa valenza della mia Chiesa?.
Relativismo massonico che sta infangando e immergendoci
tutti quanti noi cattolici, senza che ce ne rendiamo conto:
all’erta fratelli cristiani!
Ricordate Gesù
quando cacciò mercanti e figuranti vari dal Tempio?
E noi dobbiamo
subire silenti, ingoiare amari bocconi che solo con la
perseveranza nella preghiera e nell’affidamento alla
Provvidenza Divina ed alla Madre Celeste Maria Santissima
riusciamo a combattere insieme con le Potenze del Cielo
(le Vite dei Santi insegnano!).
Anche la mera
desacralizzazione di luoghi ab memoriam risaputi
venerabili non giova; così facendo rendiamo vano ciò che
altri nei secoli, con o sine traditio, hanno portato
avanti in questi loci. E nulla vale ripetere che i tempi
son cambiati, che già questo vano desacralizzare è
iniziato da tempi nei quali noi oggi non abbiamo colpa
d’intento: se si è veramente cattolico nel solco
tradizionale, non si vende l’anima al diavolo per pochi
soldi, ciò è permesso a chi vive nel mondo e nel mondo
nella negazione della cristianità e quindi di cultura,
radici e tradizioni!
A noi no, ciò non
può e non dovrebbe succedere. Sforzo ce ne vuole, è
letteralmente un grande sacrifizio: pensiamo a chi vive –
pro grazia sua – in un luogo che nei tempi fu di
tradizione cristiana caritatevole. Mantenere integro nel
limite del possibile il Loco venerabile, richiede amare
esso secondo l’insegnamento evangelico e cioè amarlo con
tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta l’anima,
possibilmente senza compromessi, cosa oggi molto, molto
difficile da mettere in esercizio.
Diversamente è un
tradimento della tradizione e cioé: non si concorre più a
tradere a portare con sé quel patrimonio custodito
moralmente da quegli edifizi, patrimonio storico che è
verificabile non solo nelle carte polverose di archivi e
buoni libri. Sempre ricordando che l’uomo vive in
debolezza ed è in buona fede nell’agire, “misericordia io
voglio” ci dice l’Evangelo.
Però, e per me
esiste anche un però, ricordiamoci del libero arbitrio. Ed
agire con libero arbitrio significa per di più prendersi
le proprie responsabilità – tutte! – siano esse positive o
negative in rapporto a noi e agli altri con il mondo che
ci circonda.
Dicevo della
degradazione dei luoghi sacri, ebbene, è verità certa e
riconosciuta che i primi luoghi sacri a dover esser
preservati sono appunto le Cattedrali e le chiese in
genere tutte. Pensiamo al gusto ed alla riverenza del
sacro dei nostri antenati non è certo possibile ascrivere
tutte le opere d’arte ed architettoniche conservate nelle
nostre chiese alla sola e unica voglia di sfoggio di
ricchezza e sfarzo: custodiscono invece la scintilla della
fede e dell’elevazione oltre che la non mai appagata
riconoscenza verso Dio Creatore cui nessun valore al mondo
potrà mai dar lode e ringraziamento.
A dimostrazione
dell’importanza del Luogo Sacro, ricordo che già i
longobardi (popolo erroneamente definito barbaro)
possedevano un tale rispetto di questi luoghi a tal punto
che gli ospizi per pellegrini, i brefotrofi, i ricoveri
per anziani ed i malati avevano un posto speciale nella
legislazione. Oltre alla cura e rispetto per chiese,
monasteri ed oratori.
Ma, per esempio
nostro, voglio parlare proprio dei luoghi venerabili più
semplici, quelli all’ultimo posto e non per questo
anch’essi tra i primi ad essere considerati già
dall’antichità nella loro caratteristica di sacralità.
Anche qui si dispensava ‘Evangelo’ in modo pratico, vivo e
visibile, senza nulla pretendere in cambio.
Rappresentavano la Parola Sacra emanata ed imparata dentro
alle Chiese e trasformata in materia ed atto, attirando
non di rado l’apprezzamento delle comunità locali.
Ecco perché i
Loci Venerabili non vanno sminuiti, de-tradizionalizzati e
tolti dal contesto della cattolicità cristiana, questo
andrebbe praticato quantomeno nel limite del possibile! E’
ovvio che concorrono una infinità di fattori affinchè
questo grado massimo di rispetto
tradizional-storico-culturale possa essere messo in
pratica e lascio alla mente del lettore ed alla sua
intelligenza l’approfondimento.
In questo
articolo io tento solo una introduzione all’argomento, che
poi potrà essere con maggior chiarezza e acume da
quant’altri approfondito, e ciò m’auguro avvenga davvero!
Nella
sottotitolazione del testo mi riferisco a personalismi,
ignoranza, egocentrismo e massoneria nell’aver
maggiormente contribuito alla non piena e completa
sacralità dei Luoghi prettamente liturgici ed anzi magari
appunto, come nel caso proprio della massoneria (muratoria)
della loro sperata completa scomparsa del sacro cristiano
dalla nostra società. E su tal argomento già esistono fior
fiore di studi cattolici affidabilissimi circa il
barbarico uso di Chiese per usi a-liturgici e peggio
ancora, per liturgie de-sacralizzate!! Spiace dover
costatare come la diabolica setta massonica sia al lavoro
all’interno dell’amata Chiesa Cattolica Romana. Al lettore
di queste righe, nella pienezza del proprio arbitrio, la
facoltà di approfondire l’argomento, libri e siti internet
affidabili non mancano per nostro studio. Comunque sia non
praevalebunt!