Templari di San Bernardo
Congregazione laicale cattolico-cavalleresca di ispirazione templare
 
 
 
  Templarismo
 

Templari e canone TV

("Avvenire", 18 giugno 2010)

di Mario Iannaccone

I Templari sono la sovrastruttura moderna di ogni narrazione, il Metamito d’ogni fissazione e furbizia, il cunto de li cunti dei nostri agitati giorni. Produttori malgrado loro di una macchina di senso a moto perpetuo, i poveri cavalieri religioso-militari si ritrovano in infiniti thriller esoterici, saggi storici e pseudo-storici. Coerente con la sua vocazione misteriolatrica Roberto Giacobbo, dopo aver firmato 2012. La fine del mondo?, è uscito da qualche tempo in libreria con Templari, dov’è il tesoro? (Eri-Mondadori, pp. 240, € 17,50) dove non si fa mancare quasi nulla: Celestino V e i segreti delle cattedrali, la finanza medievale e Federico II, trame, intrighi e complotti, i massoni e Rosslyn, il Graal, la Sindone, la fantomatica flotta perduta dei Templari (difficile da studiare perché probabilmente mai esistita), Cristoforo Colombo e l’immancabile caccia al tesoro templare dell’isoletta nordamericana di Oak Island nelle cui ricerche avrebbe investito soldi persino John Wayne. In tanta abbondanza qualcosa manca: gli UFO, Atlantide, i messaggeri di Orione e la tradizione della Maddalena. Queste dolorose omissioni si spiegano, probabilmente, per mere ragioni editoriali: meglio restare entro le 200 pagine più i paratesti. Il messaggio che ne esce è che, tutto sommato, non sappiamo nulla di certo nemmeno sui fondamentali; e che i Templari, come quasi tutto il Medioevo (cristiano) sono destinati a restare un mistero impossibile da decifrare. Come i buchi neri.
Questa prova di divulgazione furbetta finirà nel mucchio dei tanti, troppi, libri che elucubrano sui Templari? Non proprio, giacché segna un precedente interessante. È costume che dei templari immaginari si occupino spiritualisti un po’ fissati, esoteristi sospettosi e massoni ecumenici, pubblicati da case editrici specializzate e votate alla causa. Certo, da qualche anno si sono buttati nella mischia anche editori di peso ma in collane secondarie specializzate nel dragare e tradurre l’impresentabile, in genere anche maltradotto. Qui, il caso si presenta differente. Roberto Giacobbo conduce “Voyager – Ai confini della conoscenza” una trasmissione “di approfondimento” in prima fascia serale che, tra alti e bassi, si sta avvicinando al decennio di vita. Il libro è stato pubblicato in coedizione dalla Mondadori e dall’editore della televisione di Stato, quella del canone: la Eri-Edizioni Rai. Ciò può significare una sola cosa: che il brivido del mistero è ormai “normalizzato”. Come quando Napoleone, il generale delle armate giacobine, si fece re in cattedrale; o come quando il rock, già bandito dai media perché trasgressivo divenne poi il volano dell’industria radiofonica e del “mercato giovane”; o come quando i ribelli degli anni Settanta entrarono nei consigli d’amministrazione di banche e multinazionali. Insomma da oggi, in Italia (altrove il misfatto s’è già consumato), abbiamo il mistero burocratico, parastatale, fiscale. Che è la morte d’ogni mistero. La vera tomba del templare.


 Scudetto della Congregazione T.S.B.

 

 
   

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