Magdala, scoperto il profumo della Maddalena |
di Giuseppe Caffulli |
Gerusalemme, 10 dicembre 2008 |
Una delle
ampolle recentemente rinvenute dagli archeologi della
Custodia di Terra Santa in un ninfeo del I secolo d.C. a
Magdala. (foto G. Caffulli)
Preziose ampolle in terracotta e in vetro finissimo,
contenenti quello che potrebbe rivelarsi come il «profumo
della Maddalena», l'unguento usato per ungere i piedi di
Cristo. La notizia del ritrovamento arriva dal sito
archeologico di Magdala, sulla riva occidentale del lago
di Galilea (o di Tiberiade), dove sono impegnati da
diversi anni gli archeologi dello Studium Biblicum
Franciscanum di Gerusalemme.
Nel complesso termale compreso nella più vasta area
archeologica di Magdala è stato rinvenuto un ninfeo del I
secolo d.C. che ha restituito agli studiosi materiale di
grandissima importanza: «In una piscina sovrastata da un
arco e colma di fango - spiega padre Stefano De Luca, il
direttore degli scavi - abbiamo trovato piatti e coppe in
legno, oltre ad altro materiale risalente al più tardi al
70 d.C. Piatti e tazze di legno erano probabilmente
l'equipaggiamento dei soldati romani, il che dice molto
sulla vita della città a quel tempo. Il ninfeo, come il
resto del complesso termale, era in uso ai tempi di Gesù e
venne distrutto dalla campagna di Tito Vespasiano nel
66-67 d.C.. Sul livello di distruzione è stato ricavato
nel III secolo un secondo pavimento che ha salvato il
materiale coperto dalla demolizione. Il ritrovamento di
oggetti in legno è eccezionale, visto il contesto di
Madgala, una zona umida affacciata sul lago di Tiberiade».
Oltre alle tante suppellettili rinvenute, che gettano
nuova luce sulla vita quotidiana di Magdala nel I secolo
(secondo lo storico Giuseppe Flavio la città contava a
quel tempo oltre 40 mila abitanti ed era il centro
nevralgico della regione), gli scavi della campagna
condotta dall'archeologo francescano hanno portato alla
luce qualcosa di davvero unico. «Sul fondo delle piscine
frequentate dalle donne, con scalini e banchi lungo le
mura, abbiamo trovato una quantità di suppellettili
femminili: oggetti per i capelli, per il trucco, spille...
Le particolari condizioni del sito, riempito di fango, ci
hanno permesso la repertazione di oggetti davvero
straordinari, come alcuni unguentari intatti e sigillati,
contenenti ancora materia grassa. Noi pensiamo che si
tratti di balsami e profumi. Se l'analisi chimica lo
confermerà, potrebbero essere i profumi e i balsami
analoghi a quelli che la Maddalena o la peccatrice del
Vangelo usarono per ungere i piedi di Cristo».
L'identificazione della peccatrice che lava e unge i piedi
di Cristo (Lc 7,37-50) con la Maddalena non è certa ed è
tardiva. Dai Vangeli sappiamo solamente che Maria chiamata
la Maddalena, era la donna «dalla quale erano usciti sette
demoni» (Lc 8,2). La Maddalena appartenne fin dagli inizi
al gruppo delle discepole itineranti che seguivano Gesù.
Nel racconto giovanneo la troviamo menzionata sotto la
croce insieme alla «madre, la sorella di sua madre, Maria
di Cleofa » (Gv 19,25). La Maddalena è quindi certamente
«presso la croce di Gesù» ed è la prima a recarsi al
Sepolcro dove vede e riconosce Cristo risorto da morte.
Alla Maddalena Gesù si rivolge chiamandola per nome:
«Maria!» e a lei affida l'annuncio della resurrezione.
«La scoperta degli unguentari di Magdala ha comunque una
grandissima importanza - spiega padre De Luca -. Se anche
non fosse la Maddalena la donna che ha unto i piedi del
Cristo, abbiamo tra le mani i "prodotti cosmetici" del
tempo di Gesù. È insomma molto probabile che la donna che
ha unto i piedi di Gesù abbia usato proprio questi
unguenti, o prodotti comunque simili per composizione e
qualità organolettiche».
Ora le ampolle con il «profumo della Maddalena» sono state
affidate ai laboratori di un'importante università
italiana e non si esclude di poter arrivare a
riprodurre chimicamente i balsami e gli unguenti in uso al
tempo di Gesù.
Terrasanta.net
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