di Padre Angel
Peňa
La comunione
dei santi è una verità così sublime e bella che, per quanto
ci riflettiamo, non lo faremo mai a sufficienza. È una fonte
immensa di Grazia e di benedizioni del Signore. Tutti i
fratelli che un giorno vissero sulla terra e che oggi si
trovano già beati a godere della piena felicità di Dio in
cielo, continuano ad essere nostri fratelli, ci amano di
amore ineguagliabile e si preoccupano della nostra felicità
e della nostra salvezza.
Molte benedizioni ci sono
concesse da Dio per intercessione dei nostri fratelli santi,
che possono anche venire da noi, come Mosè ed Elia si
accostarono a Gesù nel giorno della Trasfigurazione.
Vi è un’unione molto stretta
fra la Chiesa militante, purgante e trionfante, cioè tra noi
che viviamo sulla terra, i fratelli del Purgatorio e gli
angeli e i santi del cielo. Tutti siamo uniti dal medesimo
amore di Dio e, in Cristo, formiamo un solo Corpo Mistico.
Come cattolici: “Noi crediamo alla comunione di tutti i
fedeli di Cristo, di coloro che sono pellegrini su questa
terra, dei defunti che compiono la loro purificazione e dei
beati del cielo, tutti insieme formano una sola Chiesa; noi
crediamo che in questa comunione l’amore misericordioso di
Dio e dei suoi santi ascolta costantemente le nostre
preghiere”.
In Ebrei 12,1, si parla di un
nugolo di testimoni che sta intorno a noi, alludendo ai
santi che si prendono cura di noi. Il testo più importante è
quello di 2 Maccabei 15, 11, dove si dice che Giuda Maccabeo
vede nel cielo Geremia profeta e Onia, che era stato sommo
sacerdote che intercedevano per gli ebrei. In Tobia 12,12,
l’angelo Raffaele dice a Tobia: “Io presentavo
l’attestato della vostra preghiera davanti alla Gloria del
Signore”. In Giobbe 33,23, si parla di un angelo
mediatore davanti a Dio. E in moltissimi passi della
Scrittura vediamo angeli che vengono sulla terra a portare
messaggi o ad aiutare gli uomini. In Esodo 23, 20, si
afferma: “Ecco io mando un angelo davanti a te per
custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho
preparato”. In Esodo 32, 13, Mosè, nella sua preghiera,
si rivolge a Dio chiedendogli che si ricordi di Abramo,
Isacco e Giacobbe per ottener più facilmente quello che
chiede.
Non possiamo tralasciare di
citare l’Apocalisse 5, 8, dove si parla dei 24 anziani che
hanno coppe d’oro pieni di profumi, che sono le preghiere
dei santi. La stessa cosa viene detta in Apocalisse, 8, 3, e
cioè di un angelo che aveva molti profumi da offrire
sull’altare d’oro collocato davanti al trono di Dio, con le
preghiere dei santi.
Di conseguenza gli angeli
offrono le orazioni degli uomini buoni della terra e non
possono fare a meno di sostenerle con le loro intercessioni.
In realtà, l’invocazione ai
santi non può andar contro la mediazione di Cristo che,
secondo 1 Timoteo 2, 5, è l’unico mediatore fra Dio e gli
uomini. Cristo è unico mediatore, centrale, l’unico
veramente necessario, ma questo non toglie nulla agli altri
mediatori secondari che presentano la loro intercessione a
Cristo affinché Lui la presenti al Padre. Fra questi
mediatori abbiamo, in primo luogo, la nostra Madre, la
Vergine Maria. Lei pose la sua intercessione davanti a suo
Figlio alle nozze di Cana e ottenne il miracolo. Lei
continua ad ottenere un’infinità di miracoli da Gesù per
noi, come è comprovato quasi ogni giorno nei grandi santuari
del mondo come Fatima, Lourdes, Gaudalupe…e lo stesso
possiamo dire dell’intercessione dei santi che sempre hanno
ottenuto e continuano ad ottenere da Dio miracoli per i loro
devoti. La Stessa Chiesa lo conferma, quando esige due
miracoli per la loro beatificazione e canonizzazione. Sulle
stesse iscrizioni dei sepolcri dei martiri, fin dal primo
secolo del Cristianesimo, appaiono invocazioni ai martiri
affinché intercedano per noi. Nel Martirio di S. Policarpo
(anno 156) si legge: “Adoriamo Cristo perché è Figlio di
Dio e amiamo e invochiamo i martiri come discepoli e
imitatori del Signore”.
D’altra parte, tante
apparizioni della Vergine (Fatima, Lourdes, etc. ) e dei
santi ci indicano che il cielo non é un luogo di riposo
assoluto, ma un luogo di amore e felicità, dove non si può
fare a meno di amare anche i fratelli della terra che hanno
bisogno di tanto aiuto.
È interessante la testimonianza
della grande santa Teresina del Bambin Gesù che, prima di
morire, con visione profetica diceva: “Voglio passare il
mio paradiso facendo del bene sulla terra. Spargerò sul
mondo una pioggia di rose”. Su questa comunione di santi
o comunione d’amore che esiste fra i santi e gli angeli del
cielo, le anime del purgatorio e le persone buone della
terra c’è un’infinità di testimonianze di santi che hanno
avuto esperienze mistiche e rivelazioni a riguardo: santa
Teresa di Gesù, santa Margherita Maria de Alacoque, santa
Gemma Galgani, santa Caterina da Siena, santa Caterina da
Genova, san Giovanni Bosco, san Giovanni della Croce, santa
Rosa da Lima…
Se i nostri fratelli defunti ci
amavano sulla terra, non ci ameranno forse adesso dal cielo?
Non cercheranno di aiutarci se lo avrebbero fatto restando
sulla terra? Se gli angeli scendono sulla terra per aiutare
gli uomini, non possono scendere anche i santi? Perché
allora alla morte di Gesù, secondo Matteo 27, 52, molti
corpi di santi defunti risuscitarono e apparvero a molti? E
perché nella trasfigurazione appaiono Elia e Mosè?
Non dimentichiamoci degli
angeli. San Michele, principe degli eserciti angelici,
significa: Chi è come Dio? Gabriele, Fortezza di
Dio, messaggero celeste nell’Annuncio a Maria; Raffaele,
Medicina di Dio, che guarì Tobia dalla sua cecità.
Invochiamo anche i nostri angeli custodi ogni giorno con la
preghiera: Angelo mio custode, dolce compagnia, non mi
abbandonare né di notte né nel dì.
Viviamo questo dogma
meraviglioso della comunione dei santi. Tutti noi formiamo
un solo Corpo in Cristo. Il Padre celeste costituì Cristo
Capo Supremo della Chiesa. il piano di Dio è “ricapitolare
in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della
terra”. Pertanto, persino le cose materiale formano una
unità in Cristo, perché “Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui”. Anche quelli che
sono morti in grazia di Dio, siano essi ancora in Purgatorio
o in Paradiso, sono uniti in Cristo, perché “Cristo è
tutto in tutti”. “Per mezzo di lui possiamo
presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo
Spirito”, affinché “ogni lingua proclami che Gesù
Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre”. Lui è anche
il capo degli angeli.
Per questa ragione, se tutti
gli esseri dell’universo, sia gli angeli, sia gli uomini,
sia le cose materiali hanno Cristo per capo e tutti siamo
uniti in Cristo, è esagerato dire che tutti ci amiamo in
Cristo? E se ci amiamo, non possiamo aiutarci gli uni gli
altri? E perché allora, parlando dell’unione che formiamo
tutti nel corpo di Cristo, ci viene detto che Dio vuole che
“non vi sia disunione nel corpo, ma anzi le varie membra
abbaino cure le une delle altre”.
Per concludere, siamo tutti fratelli in Cristo, color che
sono in cielo e quelli sulla terra; tutti ci amiamo in
Cristo e dobbiamo preoccuparci gli uni degli altri,
aiutandoci vicendevolmente. L’invocazione ai santi del cielo
per chiedere loto grazie, la preghiera per le anime del
Purgatorio per aiutarle nelle loro sofferenze, così come la
preghiera per tutti coloro che sono pellegrini su questa
terra, non solo è possibile, ma anzi utile e voluta da Dio
in virtù della Comunione dei Santi, per fare parte tutti del
Corpo di Cristo. Per la precisione, fin dagli inizi del
quinto secolo appare già nelle formule del Credo: credo
nella Chiesa cattolica e nella Comunione dei Santi.
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