L'apparizione,
il 9 dicembre
1531, della "Morenita"
all'indio Juan
Diego, a
Guadalupe, in
Messico, è un
evento che ha
lasciato un
solco profondo
nella
religiosità e
nella cultura
messicana.
L'evento
guadalupano fu
un caso di
“inculturazione”
miracolosa:
meditare su
questo evento
significa oggi
porsi alla
scuola di
Maria, maestra
di umanita’ e
di fede,
annunciatrice
e serva della
Parola, che
deve
risplendere in
tutto il suo
fulgore, come
l'immagine
misteriosa
sulla tilma
del veggente
messicano, che
la Chiesa ha
di recente
proclamato
santo.
Martirologio
Romano: Beata
Maria Vergine
di Guadalupe
in Messico, il
cui materno
aiuto il
popolo dei
fedeli implora
umilmente
numeroso sul
colle Tepeyac
vicino a Città
del Messico,
dove ella
apparve,
salutandola
con fiducia
come stella
dell’evangelizzazione
dei popoli e
sostegno degli
indigeni e dei
poveri.
Con gli oltre
venti milioni
di pellegrini
che lo
visitano ogni
anno, il
santuario di
Nostra Signora
di Guadalupe,
in Messico, e’
il più
frequentato e
amato di tutto
il Centro e
Sud America.
Sono
pellegrini di
ogni razza e
d'ogni
condizione -
uomini, donne,
bambini,
giovani e
anziani - che
vi giungono
dalle zone
limitrofe alla
capitale o dai
centri più
lontani, a
piedi o in
bicicletta,
dopo ore o,
più spesso,
giorni di
cammino e di
preghiera.
L’apparizione,
nel XVI
secolo, della
“Virgen
Morena”
all’indio Juan
Diego e’ un
evento che ha
lasciato un
solco profondo
nella
religiosità e
nella cultura
messicana. La
basilica ove
attualmente si
conserva
l'immagine
miracolosa e’
stata
inaugurata nel
1976. Tre anni
dopo e’ stata
visitata dal
papa Giovanni
Paolo II, che
dal balcone
della facciata
su cui sono
scritte in
caratteri
d'oro le
parole della
Madonna a Juan
Diego: “No
estoy yo aqui
que soy tu
Madre?”, ha
salutato le
molte migliaia
di messicani
confluiti al
Tepeyac; nello
stesso luogo,
nel 1990, ha
proclamato
beato il
veggente Juan
Diego, che e’
stato infine
dichiarato
santo nel
2002.
Che cosa era
accaduto in
quel lontano
secolo XVI in
Messico? Con
lo sbarco
degli spagnoli
nelle terre
del continente
latino-americano
aveva avuto
inizio la
lunga agonia
di un popolo
che aveva
raggiunto un
altissimo
grado di
progresso
sociale e
religioso. Il
13 agosto 1521
aveva segnato
il tramonto di
questa
civiltà,
quando
Tenochtitlan,
la superba
capitale del
mondo atzeco,
fu
saccheggiata e
distrutta.
L’immane
tragedia che
ha
accompagnato
la conquista
del Messico da
parte degli
spagnoli,
sancisce per
un verso la
completa
caduta del
regno degli
aztechi e per
l’altro
l’affacciarsi
di una nuova
cultura e
civiltà
originata
dalla
mescolanza tra
vincitori e
vinti. E’ in
questo
contesto che,
dieci anni
dopo, va
collocata
l’apparizione
della Madonna
a un povero
indio di nome
Juan Diego,
nei pressi di
Città del
Messico. La
mattina del 9
dicembre 1531,
mentre sta
attraversando
la collina del
Tepeyac per
raggiungere la
citta’,
l’indio e’
attratto da un
canto
armonioso di
uccelli e
dalla visione
dolcissima di
una Donna che
lo chiama per
nome con
tenerezza. La
Signora gli
dice di essere
"la Perfetta
Sempre Vergine
Maria, la
Madre del
verissimo ed
unico Dio" e
gli ordina di
recarsi dal
vescovo a
riferirgli che
desidera le si
eriga un
tempio ai
piedi del
colle. Juan
Diego corre
subito dal
vescovo, ma
non viene
creduto.
Tornando a
casa la sera,
incontra
nuovamente sul
Tepeyac la
Vergine Maria,
a cui
riferisce il
suo insuccesso
e chiede di
essere
esonerato dal
compito
affidatogli,
dichiarandosene
indegno. La
Vergine gli
ordina di
tornare il
giorno
seguente dal
vescovo, che,
dopo avergli
rivolto molte
domande sul
luogo e sulle
circostanze
dell’apparizione,
gli chiede un
segno. La
Vergine
promette di
darglielo
l’indomani. Ma
il giorno
seguente Juan
Diego non puo’
tornare: un
suo zio, Juan
Bernardino, è
gravemente
ammalato e lui
viene inviato
di buon
mattino a
Tlatelolco a
cercare un
sacerdote che
confessi il
moribondo;
giunto in
vista del
Tepeyac decide
percio’ di
cambiare
strada per
evitare
l’incontro con
la Signora. Ma
la Signora è
la’, davanti a
lui, e gli
domanda il
perche’ di
tanta fretta.
Juan Diego si
prostra ai
suoi piedi e
le chiede
perdono per
non poter
compiere
l’incarico
affidatogli
presso il
vescovo, a
causa della
malattia
mortale dello
zio. La
Signora lo
rassicura, suo
zio e’ gia’
guarito, e lo
invita a
salire sulla
sommita’ del
colle per
cogliervi i
fiori. Juan
Diego sale e
con grande
meraviglia
trova sulla
cima del colle
dei bellissimi
"fiori di
Castiglia": è
il 12
dicembre, il
solstizio
d’inverno
secondo il
calendario
giuliano
allora
vigente, e né
la stagione nè
il luogo, una
desolata
pietraia, sono
adatti alla
crescita di
fiori del
genere. Juan
Diego ne
raccoglie un
mazzo che
porta alla
Vergine, la
quale pero’
gli ordina di
presentarli al
vescovo come
prova della
verita’ delle
apparizioni.
Juan Diego
ubbidisce e
giunto al
cospetto del
presule, apre
il suo
mantello e
all’istante
sulla tilma si
imprime e
rende
manifesta alla
vista di tutti
l’immagine
della S.
Vergine. Di
fronte a tale
prodigio, il
vescovo cade
in ginocchio,
e con lui
tutti i
presenti. La
mattina dopo
Juan Diego
accompagna il
presule al
Tepeyac per
indicargli il
luogo in cui
la Madonna ha
chiesto le sia
innalzato un
tempio. Nel
frattempo
l’immagine,
collocata
nella
cattedrale,
diventa presto
oggetto di una
devozione
popolare che
si è
conservata
ininterrotta
fino ai nostri
giorni. La
Dolce Signora
che si
manifesto’ sul
Tepeyac non vi
apparve come
una straniera.
Ella infatti
si presenta
come una
meticcia o
morenita,
indossa una
tunica con dei
fiocchi neri
all’altezza
del ventre,
che nella
cultura india
denotavano le
donne incinte.
E’ una Madonna
dal volto
nobile, di
colore bruno,
mani giunte,
vestito roseo,
bordato di
fiori. Un
manto azzurro
mare,
trapuntato di
stelle dorate,
copre il suo
capo e le
scende fino ai
piedi, che
poggiano sulla
luna. Alle sue
spalle il sole
risplende sul
fondo con i
suoi cento
raggi.
L'attenzione
si concentra
tutta sulla
straordinaria
e bellissima
icona
guadalupana,
rimasta
inspiegabilmente
intatta
nonostante il
trascorrere
dei secoli:
questa
immagine, che
non e’ una
pittura, nè un
disegno, nè e’
fatta da mani
umane, suscita
la devozione
dei fedeli di
ogni parte del
mondo e pone
non pochi
interrogativi
alla scienza,
un po’ come
succede ormai
da anni col
mistero della
Sacra Sindone.
La scoperta
piu’
sconvolgente
al riguardo e’
quella fatta,
con l’ausilio
di sofisticate
apparecchiature
elettroniche,
da una
commissione di
scienziati,
che ha
evidenziato la
presenza di un
gruppo di 13
persone
riflesse nelle
pupille della
S. Vergine:
sarebbero lo
stesso Juan
Diego, con il
vescovo e
altri ignoti
personaggi,
presenti quel
giorno al
prodigioso
evento in casa
del presule.
Un vero
rompicapo per
gli studiosi,
un fenomeno
scientificamente
inspiegabile,
che rivela
l’origine
miracolosa
dell’immagine
e comunica al
mondo intero
un grande
messaggio di
speranza.
Nostra Signora
di Guadalupe,
che appare a
Juan Diego in
piedi, vestita
di sole, non
solo gli
annuncia che
e’ nostra
madre
spirituale, ma
lo invita –
come invita
ciascuno di
noi - ad
aprire il
proprio cuore
all'opera di
Cristo che ci
ama e ci
salva.
Meditare oggi
sull'evento
guadalupano,
un caso di
“inculturazione”
miracolosa,
significa
porsi alla
scuola di
Maria, maestra
di umanità e
di fede,
annunciatrice
e serva della
Parola, che
deve
risplendere in
tutto il suo
fulgore, come
l'immagine
misteriosa
sulla tilma
del veggente
messicano, che
la Chiesa ha
recentemente
proclamato
santo.
Autore:
Maria Di
Lorenzo -
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