Forme e gradi
della conversione
dall’ENCICLOPEDIA DI APOLOGETICA – 5^ ed.
al
lettore gli approfondimenti
a) La conversione comincia da un punto privilegiato.
- Individuale o collettiva, intima o istituzionale, la
conversione può essere completa e incompleta.
Indubbiamente comincerà con essere incompleta. Ciò che le
manca dipende dal carattere del "invertito; quindi lo
psicologo dovrà anche essere un caratterologo. Taluno
potrà riconoscere la verità dei dommi senza nessuna
emozione del cuore e senza nessun atto evangelico;
tal'altro sarà conquiso da una sentimentalità vaga, che
non lo interesserà né alle verità rivelate, né alle
pratiche richieste; un terzo amerà il suo prossimo quasi
come se stesso, ma verso Dio conserverà un agnosticismo
che chiamerà rispetto, e un'aridità di cui si farà vanto,
quasi fosse un rifiuto virile d'ogni sentimentalismo.
Certamente una volta messo in opera un elemento del G. S.
C, gli altri due elementi entreranno anch'essi a poco a
poco in azione, in forza della loro unione sempre intima;
inoltre i G. S. C. cristiani, cioè i misteri, sono nello
stesso tempo luminosi allo spirito, sensibili al cuore e
vivificanti per la volontà. Ma in generale l'agganciamento
si fa in un punto solo. Il cristianesimo ha tre ingressi
principali.
Però ogni ingresso si può biforcare, conducendo una via
alla conversione totale, l'altra invece impantanandosi in
una caricatura di conversione, e questo appunto occorre
notare concretamente nei tre casi.
b) Ingresso per via dell'intelligenza.
- Si è rimasti colpiti dalla dottrina e si vuole
arricchire la propria conoscenza. Gli uni cercano di
vivere le verità religiose e così, ad esempio,
l'Incarnazione del Verbo non sarà soltanto un fatto deciso
da tutta l'eternità e compiuto millenovecento anni fa nel
seno della Vergine Maria: Gesù con la comunione in certo
modo s'incarna in me, anzi allora io mi fondo in lui; però
in qualunque maniera io interpreti il fatto, è l'unione
della natura divina e della natura umana praticata invece
di essere contemplata: qui è il vero passaggio, per la via
del domma, a tutta quanta la vita cristiana. Qui però si
può progredire meno santamente. Certi europei studieranno
la storia del domma restando in una biblioteca; altri, non
europei, che non hanno ricevuto con la nostra lingua la
logica greco-latina, lavoreranno ad assimilarsi le nozioni
fondamentali che la teologia ha aggiunto alla rivelazione:
nozioni d'essenza e d'esistenza, di materia e di forma. In
genere sono vicoli ciechi.Ingresso per via della
sensibilità. - Ci si sforzerà di trasformare in atti i
sentimenti evangelici, la gioia d'essere poveri, di fare
penitenza, di perdonare, di dimenticarsi, di convenirsi...
È la via dell'arricchimento. Altri però snatureranno
quest'insegnamento facendone un ascetismo musone o una
pietà sfasata; oppure, anziché combattere i loro istinti,
ne volgeranno l'ardore verso i nemici della Chiesa, sia
per la polemica, sia per nuove guerre di religione.
c) Ingresso per via della volontà.
-Si praticherà? Però ci sono due metodi: o praticare i
precetti e i consigli evangelici in tutte le incidenze
della vita familiare, professionale e civica, il che sarà
il risultato di lunghi esercizi su una via per lo più
fiancheggiata dalla preghiera e dai sacramenti; o
praticare nel senso peggiorativo della parola, cioè andare
spesso in chiesa, ma non riportarne nessuna chiarezza né
alcun vigore per emendarsi: qui la pratica è sfigurata o è
ridotta a vernice.
Così la preconversione richiederà postconversioni.
La
conversione al cattolicesimo comporta un'esigenza
speciale. - Nella forma che abbiamo schizzato, gli uni e
gli altri avranno tuttavia lo stesso andamento, sia che si
tratti del cattolicesimo, sia dell'ortodossia o del
protestantesimo. In più il cattolicesimo esige l'ingresso
nella Chiesa che è sua. Ora anche in questo stato si
possono assumere vari atteggiamenti.
Il vero cattolico sa che la Chiesa, è un corpo, con Cristo
per capo e di cui ciascuno di noi è un membro, un organo o
una cellula, spedalizzato in questo o in quel ministero,
da cui nessuno si può dispensare, membro o cellula che dal
capo riceve la vita divina nella misura conveniente.
Quindi la disciplina non consiste nel seguire ciecamente,
pigramente e in modo incompleto gli ordini, ma nel
permearsi sufficientemente delle intenzioni dei vicari di
Gesù Cristo, per prendere iniziative che consistono
semplicemente nel precedere gli ordini, perché si saranno
meglio capiti. È questa la tesi dell'Azione Cattolica,
com'è definita dagli ultimi papi.
Ma
altri cattolici, meno consapevoli della vera natura della
Chiesa, l'immaginano fatta sul calco delle società
politiche che essi conoscono. Alcuni io essa vedono una
monarchia assoluta, il che pare loro tanto più naturale,
in quanto, essendo la verità rivelata, il potere può
venire solo dall'alto; essi hanno quindi per la gerarchia
un rispetto completamente passivo, attendendone le
istruzioni per pensare, sentire, agire. Altri, convinti
che la democrazia sarà il regime dell'avvenire, credono di
fare un torto alla Chiesa quando non la rappresentano come
una società democratica, credendo quindi giusto che una
parrocchia o una diocesi sia amministrata non solo nella
cassa, ma anche nell'insegnamento e nelle pie
manifestazioni dei delegati dell'assemblea generale dei
fedeli. A tali differenze s'aggiungono ineguaglianze. Si è
convenuti quando ci si conforma ai precetti; Io si è di
più quando si comincia a seguire i consigli, iniziando
cosi un'ascensione illimitata: la psicologia della
conversione è solo una prefazione alla psicologia della
santità.
Cosi lo stesso cattolicesimo presenta molte varietà; fuori
di esso le varietà sono ancora più numerose.
dall'ottimo sito Apologetica Cattolica -
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