IL RISPETTO
UMANO
1. Il rispetto
umano è una schiavitù.
2. Il rispetto umano è una vigliacca debolezza.
3. Il rispetto umano è uno scandalo.
4. Che cosa vi è di disordinato nel rispetto umano.
5. Donde viene il rispetto umano e necessità di disprezzarlo
6. Fa un atto di coraggio chi vince il rispetto umano.
1. IL RISPETTO UMANO
È UNA SCHIAVITÙ. - Quale atto più servile che quello di
ridurre e di costringere se medesimo alla necessità di
conformare la propria religione al capriccio altrui? di
praticarla, non più secondo le norme del Vangelo, ma secondo
le esigenze degli altri? di non adempiere i propri doveri, se
non nella misura voluta dal mondo? di non essere cristiano, se
non a talento di chi ci vede? S. Agostino condanna i savi del
paganesimo, i quali mentre con la ragione vedevano un Dio
unico, per rispetto umano si piegavano ad adorarne molti. E in
forza di un altro rispetto umano, il cristiano vigliacco non
serve al Dio che conosce e nel quale crede: quelli erano
superstiziosi e idolatri; questo diviene oggidì, per rispetto
umano, infedele ed empio. Quelli, per non esporsi all'odio dei
popoli, praticavano all'esteriore quello che internamente
ripudiavano, adoravano quello, che disprezzavano, professavano
quello che detestavano (De Civit. Dei). E noi, per
evitare le censure degli uomini, per una vile dipendenza dalle
vane usanze e dalle massime corrotte del secolo, noi
disonoriamo quello che professiamo, profaniamo quello che
riveriamo, bestemmiamo, se non con la bocca, con le opere, non
già, come diceva l'Apostolo, quello che ignoriamo, ma quello
che sappiamo e riconosciamo. I pagani contraffacevano i divoti,
scrive Bourdaloue, e noi cristiani ci facciamo scimmie degli
atei. La finzione di quelli non riguardava che false divinità,
e quindi non era più che una finzione; presso di noi al
contrario, la finzione riferendosi al culto del vero Dio,
diventa un'abominevole impostura (Sermon sur le respect
hum.).
Ora, il fare così non è un rendersi schiavi, e proprio in
quello in cui siamo meno scusabili, perché si tratta
dell'anima e dell'eternità?... Nati liberi, tali dobbiamo
in:violabilmente mantenerci per Iddio, cui si deve culto,
fede, rispetto, adorazione, riconoscenza, amore...
2. IL RISPETTO UMANO È UNA VIGLIACCA DEBOLEZZA. - La notte
della Passione del Salvatore, la portinaia della casa di Caifa,
disse a Pietro: « Non sei anche tu uno dei discepoli di quest'uomo?
ed egli rispose: No» (IOANN. XVIII, 17). Ecco la debolezza
vigliacca del rispetto umano. Qui si é avverato, come si
avvera sempre in simili casi, quel detto dei Proverbi:
« Chi teme l'uomo, non tarda a cadere» (Prov. XXIX,
25); e quell'altro del Salmista: «Non invocarono il
Signore; quindi tremarono di spavento dove non c'era punto
nulla da temere» (Psalm. LII, 6). La persona che si
lascia vincere dal rispetto umano, teme quello che non è da
temere, e non teme quello che bisogna temere... Che viltà, per
esempio, non osare dimostrarsi cristiano per un semplice segno
di croce! Il segno del cristiano non è forse la croce? Non è
forse la croce, dice S. Agostino, che benedice e l'acqua che
ci rigenera, e il sacrifizio che ci nutrisce, e la santa
unzione che ci fortifica? (Tract.
CXVIII, in Ioann.). Avete voi dimenticato che
della croce furono segnate le vostre fronti, quando foste
confermati dallo Spirito Santo? Perché segnarvela in fronte?
Non forse perché su la fronte è la sede del pudore? Sì certo;
Gesù Cristo volle armare con la croce la nostra fronte contro
quella falsa e misera vergogna del rispetto umano, che ci fa
arrossire di cose che gli uomini chiamano piccole, ma che sono
grandi innanzi a Dio.
Cosa indegna e vile è il rispetto umano, e non ve n'è altra
che tanto degradi, abbassi e disonori l'uomo... Colui che ne è
schiavo, non merita più il nome di uomo, ma il suo luogo è tra
le banderuole che segnano la direzione dei venti; poiché non
sa fare altro che questo...Una tale persona è sommamente
spregevole... Che cosa è che la trattiene? un motto, un
sarcasmo, una beffa, un segno... Oh! che piccolezza di
spirito, che viltà di cuore! Ne arrossiamo noi medesimi in
segreto, e non ci sentiamo l'animo di superare simili
bagattelle!... Cerchiamo pure di nascondere e di orpellare con
altri nomi questa fiacchezza, questa viltà, ma invano... Noi
temiamo le censure del mondo, degli increduli, degli empi,
degli ignoranti, degli accidiosi, dei dissoluti... Noi temiamo
di acquistarci nome di spiriti deboli e pregiudicati, se
pratichiamo la religione; e non vediamo che somma debolezza è
non praticarla. Qual cosa più vergognosa e più degradante, che
la vergogna di comparire quello che si deve essere? Siamo
canzonati; ma cosa vi è di più frivolo che le beffe? Chi è che
si burla di noi? quale ne è il merito, il credito, la scienza,
la virtù?.. E noi osiamo vantarci coraggiosi, di animo grande,
di carattere generoso?
Codardia odiosa è il rispetto umano. Noi apparteniamo a Dio
per tutti i titoli, per la creazione, la redenzione, la
santificazione, la conservazione, e arrossiamo di servire
Dio!... Il soldato si vergogna di servire il suo re! di
difendere la patria!... Noi ci adontiamo della religione,
della virtù! cioè, ci vergogniamo di essere creati ad immagine
di Dio, di essere stati redenti col suo sangue; noi arrossiamo
di ciò che forma la gloria degli Apostoli, dei martiri, dei
dottori, dei pontefici, dei confessori, delle vergini. Noi
abbiamo vergogna di chiamare Dio nostro padre, di essere suoi
figli, di lavorare alla nostra salute, di andare al cielo!
Quale stupidaggine e follia! o codarda debolezza, che non
merita né indulgenza, né perdono!
3. IL RISPETTO UMANO È UNO SCANDALO. - Il rispetto umano è uno
scandalo ingiurioso a Dio, perché ne abbatte il culto...
Scandalo che facilmente si comunica, essendo gli uomini molto
proclivi a dire ciò che odono...; a fare quello che vedono
farsi dagli altri... Ma è soprattutto uno scandalo
affliggente, dannosissimo nei ricchi, nei potenti, nei dotti.
4. CHE COSA VI È DI DISORDINATO NEL RISPETTO UMANO. - Primo
disordine del rispetto umano: distrugge l'amore di preferenza
che dobbiamo a Dio, il che è un annientare tutta la religione.
Sacro dovere di ogni persona è preferire Dio alla creatura;
ora, il rispetto umano fa anteporre la creatura al Creatore; e
da ciò appunto questo vizio prende il suo nome che è
disonorante come lo stesso vizio. Perché, infatti, lo
chiamiamo rispetto umano? certamente non per altro motivo, se
non perché ci fa preferire la creatura in vece del Creatore,
Da un lato mi comanda Iddio, dall'altro mi comanda il mondo;
ed io per non dispiacere alla creatura, a lei obbedisco a
scorno di Dio e a detrimento della mia salute; con disprezzo
di Dio e dei miei più sacri doveri... Per piacere all'uomo,
divengo ribelle a Dio. E allora, addio religione..
Secondo disordine del rispetto umano: getta l'uomo in una
specie di apostasia. Quante irriverenze nel luogo santo, per
paura di comparire ipocrita o bigotto!... L'altare non
diventa, forse, per lo schiavo del rispetto umano, l'ara del
Dio sconosciuto?.. non è anzi da lui disprezzato, disonorato,
rinnegato? Gli Ateniesi onoravano il vero Dio senza
conoscerlo; costui conosce il vero Dio, e lo dimentica, lo
vilipende...
Terzo disordine del rispetto umano: rende inutili le più
preziose grazie di Dio. Un tale, per esempio, sente in sé
desideri e disposizioni ad una vita più ordinata, ma il
rispetto umano li soffoca e riduce all'impotenza... Vorrebbe
un altra convertirsi, confessarsi, accostarsi alla santa
Eucaristia; pregare, santificare le feste, essere, in una
parola, veramente e apertamente e sinceramente virtuoso e
fedele cristiano; ma il rispetto umano lo trattiene, lo
arresta, l'inceppa, lo impietrisce... Si vorrebbe fare il bene
e adempiere tutti i doveri di buon cristiano, ma si vorrebbe
che il mondo non se ne accorgesse... Si esce di chiesa, si
parte dalla predica ben persuasi, ben convinti, e
risolutamente determinati a fare quello che si è udito, ma
ecco il rispetto umano che fa barriera insormontabile alle
buone risoluzioni, manda a monte ogni anche ottimo
provvedimento già preso... E così tutte le più elette grazie
cadono vane sotto il peso di questa vigliacca debolezza
prodotta dal rispetto umano...
5. DONDE VIENE IL RISPETTO UMANO E NECESSITÀ DI DISPREZZARLO.
- Il Vangelo, parlando dei progressi che faceva la dottrina di
Gesù negli animi, dice che anche parecchi fra i primari e i
maggiorenti dei Giudei credettero in Gesù Cristo, ma nota che
non ne facevano professione esteriore, temendo che i farisei
li scacciassero dalle sinagoghe; poiché stava loro più a cuore
la lode degli uomini, che la gloria di Dio (IOANN. XII,
42-43). Ora tutti quelli che si lasciano guidare dal rispetto
umano, non sono essi guidati da simili motivi?.. O sì, questi
sono la vera sorgente del rispetto umano!... Si temono le
osservazioni, gli appunti, le critiche degli uomini!... Ora
perché non abbiamo noi i sentimenti di S. Agostino e non
diciamo con lui: «Fate pure di me quel giudizio che più vi
garba; per me tutto il mio desiderio è che la mia coscienza
non mi accusi innanzi a Dio (Contra Secundin. 1. I.
c. I)».
È necessità indeclinabile per il fedele, il calpestare il
rispetto umano. «Bisogna credere col cuore per ottenere la
giustificazione, scrive il grande Apostolo, ma per arrivare
alla salvezza ci vuole la confessione della bocca» (Rom.
X, 10); e al suo discepolo Timoteo inculcava che non si
vergognasse di rendere testimonianza al Signore Gesù Cristo e
non arrossisse di lui, Paolo, schiavo del medesimo Gesù; ma
soffrisse con lui per l'Evangelo, secondo la forza che gliene
veniva da Dio (II Tim., 1.8). Poi, parlando di se
medesimo ai Galati poteva dire con la fronte alta:
«Di chi cerco io l'approvazione? degli uomini o di Dio? Forse
che mi studio di piacere agli uomini? Se piacessi ancora al
mondo, non sarei servo di Dio» (Gal. I, 10). «No,
dice altrove questo grande Apostolo, io non arrossisco del
Vangelo» (Rom. I, 16); «e poco m'importa del giudizio
che voi od altri facciate di me» (I Cor. IV, 3).
Non meno chiaramente del discepolo, già aveva parlato il
maestro, perché parole formali di Gesù Cristo sono le
seguenti: «Se alcuno si vergognerà di me e della mia dottrina,
il Figliuolo dell'uomo si vergognerà di lui quando verrà
circondato della sua maestà e di quella del Padre, e degli
Angeli santi» (Luc. IX, 26). E poi di nuovo: «Chi mi
avrà :rinnegato dinanzi agli uomini, sarà pure rinnegato da me
in faccia al Padre mio che è nei cieli» (MATTH. X, 33).
Ascoltiamo dunque l'avviso d'Isaia e non spaventiamoci
dell'obbrobrio e delle bestemmie degli uomini (ISAI. LI, 7).
6. FA UN ATTO DI CORAGGIO CHI VINCE IL RISPETTO UMANO. - «È
gloria grande seguire il Signore, dice il Savio; da lui si
avrà lunghezza di giorni» (Eccli. XXIII, 38). «Perché
non rinnegarono il Cristo, scrive S. Agostino, passarono da
questo mondo al Padre celeste: confessandolo, meritarono la
corona di vita, e la tengono per sempre (In Eccli.)».
Che cosa fece mai di così grande, il buon Ladrone, domanda S.
Giovanni Crisostomo, da meritare di andare così presto in
cielo? Volete che vi dica in due parole la sua virtù? Udite:
mentre Pietro rinnegava Gesù Cristo ai piedi della croce,
allora egli lo confessava pubblicamente su la croce. Il
discepolo non ebbe coraggio di sopportare le minacce di una
vile fantesca; ma il ladrone vedendo intorno a sé tutto il
popolo che urlava, schiamazzava, bestemmiava contro il Cristo,
non tenne in nessun conto tutto quel baccano; non si fermò
alle umiliazioni presenti del crocifisso, ma veduto tutto
cogli occhi della fede, non badando alle illusioni esteriori,
calpestando ogni rispetto umano, riconosceva nel paziente il
Signore dei cieli, e a lui sottomettendo le facoltà dell'anima
sua, ad alta voce e senza paura di essere burlato, esclamava:
Signore, ricordatevi di me, giunto che sarete al vostro regno
(Homil. de Cruce et latrone). E in ricompensa della
sua viva fede, del suo coraggio nel confessarlo in faccia a
tutta la folla, senza badare a rispetto umano, ebbe la dolce
ventura di udirsi rivolgere dalla bocca medesima di Gesù
Cristo quelle consolanti parole: «Oggi sarai con me in
paradiso» (Luc. XXIII, 43).
La forza, la grazia, la salute, la gloria, stanno nel
disprezzo del rispetto umano... Chi si mette sotto i piedi il
rispetto umano, è padrone di sé, del mondo, di tutte le
creature, del cielo, di Dio medesimo... Il cristiano
coraggioso non arrossisce mai di Dio, né della sua
religione... In questo coraggio sta la vera gloria... Esso
salvò la Maddalena, il pubblicano, il prodigo, il buon
ladrone. Se essi avessero dato ascolto al rispetto umano,
sarebbero tutti perduti; lo disprezzarono, sono lodati da Gesù
e resi gloriosi... I Santi, i più eccellenti personaggi di
tutti i secoli, tali divennero perché, disprezzando il
rispetto umano, camminarono diritti alla loro via...
Imitiamoli... «Se noi soffriamo con Gesù, dice S. Paolo,
regneremo con lui; se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà»
(II Tim. II, 12).
«Essi ebbero timore di ciò che non dovevano temere, dice il
Profeta, e il Signore spezzerà le ossa di quelli che cercano
di piacere agli uomini; furono coperti di confusione, perché
Iddio li ha disprezzati» (Psalm. LII, 6-7). Ecco un
triplice castigo per quelli che si lasciano guidare dal
rispetto umano per incontrare il genio del mondo: 1° il
rompimento delle ossa, cioè la perdita della vita, della
felicità, della pace, della salute; 2° la confusione,
l'ignominia, la perdita della gloria; 3° il disprezzo di Dio e
la riprovazione.
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