ROMA,
lunedì,
1°
marzo
2010
(ZENIT.org)
Già
presso
gli
ebrei
si
era
giunti
alla
persuasione
che
non
esiste
alcuna
cosa
in
questo
mondo,
neppure
un
filo
d’erba
su
cui
non
è
posto
un
angelo.
Così
anche
le
singole
nazioni
per
l’ebraismo
sono
soggette
alla
custodia
di
un
angelo
e
tale
idea
fu
conservata
anche
nell’antichità
cristiana.
I
Padri,
senza
alcuna
difficoltà,
pongono
sotto
la
vigilanza
e
la
guida
degli
angeli
tutto
il
mondo
della
materia
inorganica
e
animata,
le
stelle,
gli
astri,
la
terra,
gli
elementi,
le
piante,
gli
animali,
le
nazioni,
i
popoli,
l’uomo.
Per
esempio
Origene,
sant’Ambrogio,
sant’Agostino
ammettono
che
ciascun
oggetto,
gli
elementi,
gli
astri
fino
agli
insetti
sono
affidati
alla
custodia
di
un
angelo
particolare.
A
tale
proposito
sant’Agostino
scrive:
“Riteniamo
per
certo
che
in
questo
mondo
ogni
creatura
visibile
è
affidata
ad
una
potenza
invisibile
secondo
testimonianza
più
volte
ripetuta
nella
stessa
scrittura”
(De
diversis
questionibus
octoginta
tribus
liber,
Pl,
40,11-40,q.83
e
seg.).
In
questa
direzione
la
teologia
cattolica
va
quindi
d’accordo
con
la
migliore
filosofia
ed
infatti
san
Tommaso
d’Aquino
asserisce:
“Tutti
gli
esseri
corporei
sono
governati
e
mantenuti
nell’ordine
da
esseri
spirituali,
tutte
le
creature
visibili
da
creature
invisibili”
(
summa
Theol.,
p.I,
q.
XLV,a.3.).
L’azione
degli
spiriti
angelici
nella
creazione
dipende
dall’azione
di
Dio
e
gli
è
subordinata.
Conviene
dunque
prima
di
tutto
stabilire
e
riservare
la
parte
essenziale
dell’azione
divina
nell’ordine
generale
del
mondo.
Come
pure
che
l’essere
di
tutte
le
cose
viene
da
Dio,
il
movimento
iniziale
impresso
a
tutte
le
cose
proviene
unicamente
da
Dio.
Egli
non
si
è
accontentato
di
creare;
conserva
la
creazione
con
un’azione
continua
che
è
un
prolungamento
dell’influsso
creatore.
Egli
è
intimamente
presente
a
tutti
gli
esseri
che,
senza
di
lui,
ricadrebbero
nel
nulla.
Similmente,
egli
comunica
a
tutti
loro
una
virtù
che
li
fa
muovere
ed
agire,
ognuno
secondo
la
sua
attitudine;
virtù
segreta,
sovranamente
efficace,
effusa
ovunque
e
senza
la
quale
l’universo
rientrerebbe
nell’immobilità.
Dall’altro
lato,
ogni
essere
possiede
in
se
stesso
il
suo
principio
di
movimento,
od
almeno
un’attitudine
ad
essere
mosso.
Così
l’animale
è
dotato
di
forza
motrice;
la
pianta
ha
la
facoltà
di
svilupparsi;
la
pietra
è
sollecitata
dalla
pesantezza.
Questa
attitudine
ad
essere
mossa,
questa
potenza
più
o
meno
rudimentale
di
muoversi,
si
traducono
con
dei
movimenti
variegati,
con
delle
trasformazioni
successive,
grazie
a
quella
virtù
divina
di
cui
abbiamo
parlato
che
pone
ovunque
l’attività
e
la
vita.
Allora,
direte
voi,
tutto
si
spiega
molto
bene
senza
l’intervento
degli
angeli.
Dio
mette
in
movimento
le
forze
naturali
e
queste
percorrono
la
loro
traiettoria
sotto
l’impulso
ricevuto;
gli
angeli
non
hanno
nulla
a
che
fare
laddove
Dio
agisce
direttamente.
Disingannatevi:
Dio
agisce
come
primo
ed
universale
motore;
gli
angeli
agiscono
come
motori
secondari
e
particolari;
la
loro
azione
si
subordina
all’azione
divina,
essa
l’applica
in
qualche
modo
e
la
specifica.
Spieghiamo
questo
con
un
esempio
familiare.
Io
lancio
una
palla:
è
per
virtù
di
Dio
che
il
mio
braccio
agisce,
è
da
questa
stessa
virtù
chela
palla
segue
l’impulso
dato:
nondimeno,
è
evidente
che
il
mio
braccio
è
il
motore
della
palla.
E’
così,
se
è
permesso
di
paragonare
le
grandi
cose
alle
piccole,
è
così
che
gli
angeli
mettono
in
movimento,
grazie
alla
virtù
divina,
e
le
sfere
celesti
e
tutte
le
forze
vive
della
natura.
Essi
sono
dei
motori
secondi
subordinati
al
primo
motore
che
è
Dio.
La
loro
natura
spirituale
sempre
in
movimento
li
rende
talmente
propri
a
questa
funzione,
e
gli
oggetti
corporali
hanno
talmente
bisogno
di
essere
sollecitati
e
messi
in
movimento
da
un’attività
esteriore,
che
San
Tommaso
pone
chiaramente
questo
assioma:
“Occorre
che
la
creatura
corporale
sia
mossa
dalla
spirituale”,
“Oportet
quod
creatura
corporalis
a
spirituali
moveatur”
(Sum.
Prim.
Pars
q.
CX,
a.
1,
ad
prim).
Gli
angeli
non
sono
solamente
i
motori
degli
esseri
corporali;
essi
sono
anche
incaricati
di
dirigere
e
di
coordinare
i
loro
movimenti
rispettivi,
in
maniera
tale
che
non
ne
risulti
nessuna
confusione
e
che
tutto
resti
nell’equilibrio
che
è
la
pace
della
natura
inanimata.
Diamo
alcuni
esempi.
I
fisici
hanno
scoperto
quella
legge
che
ogni
movimento
può
trasformarsi
in
calorico
e,
reciprocamente,
che
ogni
calorico
può
trasformarsi
in
movimento.
Lo
stato
del
globo
poggerebbe
dunque
sulla
giusta
ripartizione
del
movimento
e
del
calorico
in
tutte
le
sue
parti.
Ma
qual
è
la
forza
intelligente
che
presiederà
a
questa
ripartizione,
se
non
qualche
spirito
angelico?
Portate
la
vostra
attenzione
sull’innumerevole
quantità
di
semi
che
si
disputano
il
suolo
della
terra.
Non
occorre
che
la
loro
distribuzione
e
la
loro
germinazione
siano
soggette
ad
alcune
leggi,
perché
le
specie
utili
non
scompaiano
davanti
alla
moltiplicazione
illimitata
dei
parassiti?
Ora,
qual
è,
noi
lo
ripetiamo,
la
forza
intelligente
che
veglia
all’esecuzione
di
queste
leggi
preservatrici,
se
non
è
l’energia
degli
esseri
spirituali
preposti
da
Dio
all’amministrazione
di
questo
mondo?
Potremmo
moltiplicare
questi
esempi;
sarebbe
inutile.
Basta
un
momento
di
riflessione
per
comprendere
che
l’universo
non
possa
essere
consegnato
alle
forze
cieche
che
sorgono
dalla
materia
e
che
queste
forze,
per
l’armonia
del
tutto,
debbano
essere
contenute
e
dirette
da
delle
forze
intelligenti.
Ponete
come
legge,
se
vi
sembra
bene,
la
lotta
per
l’esistenza;
ma
ammettete
l’intervento
in
questa
lotta
di
una
potenza
moderatrice
che
emana
da
Dio
e
che
si
esercita
tramite
il
ministero
dei
santi
angeli.
Grazie
ad
essa,
la
lotta
è
circoscritta
in
saggi
limiti,
essa
ritaglia
alcune
superfluità,
non
giunge
allo
stermino
delle
specie.
Queste
verità
hanno
per
esse
la
testimonianza
di
tutta
l’Antichità.
I
filosofi
Aristotele
e
Platone
hanno
costruito
diversi
sistemi
sull’intervento
degli
spiriti
come
moderatori
delle
cose
terrestri.
Istruiti
dalla
Bibbia,
i
Padri
della
Chiesa,
senza
perdersi
in
vani
sistemi,
sono
stati
ancor
più
affermativi
e
più
precisi.
Origene,
in
un
curioso
passo
relativo
all’asina
di
Balaam,
dice
che
il
mondo
ha
bisogno
di
essere
amministrato
dagli
angeli
e
che
essi
hanno
l’intendenza
sugli
animali
stessi,
provvedendo
alla
loro
moltiplicazione
così
come
alla
vegetazione
delle
piante
e
degli
alberi.
Sant’Agostino
dice,
da
parte
sua,
che
ogni
specie
distinta
d’uno
dei
regni
della
natura
è
governata
da
una
potenza
angelica.
Sant’Agostino
non
ha
lanciato
questa
affermazione
per
caso.
L’Apocalisse
menziona
“l’angelo
che
ha
potenza
sul
fuoco”
(14,
18),
e
“l’angelo
delle
acque”
(16,
5).
Questo
ci
fa
capire
che
vi
è
un
angelo
incaricato
di
regolare
la
distribuzione
delle
acque
sia
nelle
nubi,
sia
nelle
vene
delle
montagne,
sia
nei
fiumi,
sia
nei
mari.
Rimane
una
questione
da
chiarire:
fin
dove
si
estende
il
potere
degli
spiriti
angelici?
Essi
mettono
tutto
in
movimento,
questo
è
ammesso.
Possono
essi
produrre
degli
esseri
corporali,
e
produrli
senza
impiegare
nessun
germe?
San
Tommaso
risponde
negativamente.
Secondo
lui,
gli
angeli
e,
generalmente,
gli
esseri
spirituali
mischiati
nel
movimento
di
questo
mondo,
non
possono
creare
germi,
né
produrre
di
colpo
un
animale
od
una
pianta.
Il
loro
potere
si
ferma
all’utilizzo
dei
germi
preesistenti,
per
trarne
gli
esseri
che
vi
sono
contenuti.
In
una
parola,
essi
non
prendono
il
posto
degli
agenti
naturali
e
non
suppliscono
alla
loro
azione
che
rimane
necessaria;
essi
non
fanno
che
mettere
questi
agenti
in
movimento
in
una
maniera
molto
occulta
e
molto
sottile,
e
sviluppare
la
loro
azione
con
una
rapidità
che
dona
l’illusione
di
una
creazione
o
di
una
produzione
istantanea.
E’
così,
per
dare
un
esempio,
che
occorre
spiegare
i
prodigi
operati
da
Mosé
e
dai
maghi
del
Faraone,
tali
come
l’Esodo
ce
li
racconta
(7,
8).
Mosé
ed
i
maghi
fanno
uscire
dal
fiume
legioni
innumerevoli
di
rane.
Mosé
cambia
la
polvere
in
insetti,
cosa
che
i
maghi
non
possono
imitare.
Mosé
agiva
con
la
virtù
degli
angeli
buoni,
i
maghi
operavano
con
la
potenza
dei
demoni.
Né
il
primo,
né
i
secondi
hanno
agito
per
via
di
creazione
o
di
generazione
spontanea.
I
buoni
angeli,
come
i
cattivi,
si
sono
limitati
in
quella
circostanza
a
vivificare
dei
germi
ch’essi
avevano
sottilmente
raccolti
ed
ammassati;
solamente
Dio
volle
che
il
potere
dei
buoni
angeli
avesse
il
sopravvento
visibilmente
sulla
potenza
dei
demoni.
Insomma,
l’azione
degli
spiriti
rassomiglia
a
quella
degli
uomini,
ma
con
incomparabilmente
più
sottilità.
Gli
uomini
utilizzano
le
forze
della
natura
e
ne
traggono
degli
effetti
meravigliosi.
Essi
non
si
accontentano
di
prendere
dei
semi
e
di
farli
crescere
al
centuplo
in
dei
terreni
ben
preparati
a
riceverli,
di
far
rendere
agli
alberi
dei
buoni
frutti
con
l’innesto
e
il
taglio;
essi
si
impadroniscono
ancora
di
queste
forze
imprendibili
che
si
chiamano
il
radio
e
l’elettricità,
le
padroneggiano,
le
fanno
servire
a
tutti
i
loro
bisogni,
per
non
dire
a
tutti
i
loro
capricci.
Questo
ci
fa
intravedere
fin
dove
può
penetrare
l’influenza
dirigente
degli
angeli.
Aventi
per
forza
motrice
un’energia
spirituale
che
tocca
nell’intimo
della
materia
ed
alle
sue
qualità
più
segrete,
essi
potrebbero
trarre
dalla
creazione
gli
effetti
più
straordinari
e
sconvolgere
tutto
e
trasformare
in
un
colpo
d’occhio,
se
il
loro
ruolo
non
consistesse
precisamente
nel
mantener
l’ordine
provvidenziale
nel
mondo
col
funzionamento
regolare
delle
forze
di
ogni
specie
che
vi
sono
in
gioco.
E
che
non
si
dica
che
l’angelo,
dal
fatto
stesso
che
è
uno
spirito,
non
può
entrare
in
contatto
con
la
materia.
Questa
obiezione
è
di
nessun
valore
agli
occhi
della
fede
e
della
ragione
che
riconoscono
Dio
come
il
motore
necessario
del
mondo
e
l’anima
come
il
motore
del
suo
proprio
corpo.
Precisamente
perché
l’angelo
è
uno
spirito,
egli
è
adatto
ad
impadronirsi
di
questi
imponderabili,
di
quell’etere
luminoso,
di
quel
calorico
latente
che
la
scienza
moderna
ci
presenta
come
i
grandi
agenti
fisici
del
globo.
Noi
ne
siamo
convinti,
è
per
mezzo
di
queste
forze
sottili
che
gli
angeli
guidano
le
macchina
mondiale;
e
queste
forze,
essendo
da
se
stesse
ceche,
reclamano
la
loro
direzione
intelligente.