LA SANTA COMUNIONE RICEVUTA SULLA LINGUA E
IN
GINOCCHIO
Dal 2008 Benedetto XVI ha ripreso l'antichissima tradizione per
evitare al massimo la dispersione dei frammenti eucaristici e
favorire la crescita della devozione dei fedeli verso la
presenza reale di Cristo nel sacramento
da Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Papa
La più antica prassi di distribuzione della Comunione è stata,
con tutta probabilità, quella di dare la Comunione ai fedeli sul
palmo della mano. La storia della liturgia evidenzia, tuttavia,
anche il processo, iniziato abbastanza presto, di trasformazione
di tale prassi. Sin dall'epoca dei Padri, nasce e si consolida
una tendenza a restringere sempre più la distribuzione della
Comunione sulla mano e a favorire quella sulla lingua. Il motivo
di questa preferenza è duplice: da una parte, evitare al massimo
la dispersione dei frammenti eucaristici; dall'altra, favorire
la crescita della devozione dei fedeli verso la presenza reale
di Cristo nel sacramento.
All'uso di ricevere la Comunione solo sulla lingua fa
riferimento anche san Tommaso d'Aquino, il quale afferma che la
distribuzione del Corpo del Signore appartiene al solo sacerdote
ordinato. Ciò per diversi motivi, tra i quali l'Angelico cita
anche il rispetto verso il sacramento, che «non viene toccato da
nessuna cosa che non sia consacrata: e quindi sono consacrati il
corporale, il calice e così pure le mani del sacerdote, per
poter toccare questo sacramento. A nessun altro quindi è
permesso toccarlo fuori di caso di necessità: se per esempio
stesse per cadere per terra, o in altre contingenze simili»
(Summa Theologiae, III, 82, 3).
Lungo i secoli, la Chiesa ha sempre cercato di caratterizzare il
momento della Comunione con sacralità e somma dignità,
sforzandosi costantemente di sviluppare nel modo migliore gesti
esterni che favorissero la comprensione del grande mistero
sacramentale. Nel suo premuroso amore pastorale, la Chiesa
contribuisce a che i fedeli possano ricevere l'Eucaristia con le
dovute disposizioni, tra le quali figura il comprendere e
considerare interiormente la presenza reale di Colui che si va a
ricevere (cf. Catechismo di san Pio X, nn. 628 e 636). Tra i
segni di devozione propri ai comunicandi, la Chiesa d'Occidente
ha stabilito anche lo stare in ginocchio. Una celebre
espressione di sant'Agostino, ripresa al n. 66 della Sacramentum
Caritatis di Benedetto XVI, insegna: «Nessuno mangi quella carne
[il Corpo eucaristico], se prima non l'ha adorata. Peccheremmo
se non l'adorassimo» (Enarrationes in Psalmos, 98,9). Stare in
ginocchio indica e favorisce questa necessaria adorazione previa
alla ricezione di Cristo eucaristico.
In questa prospettiva, l'allora cardinale Ratzinger aveva
assicurato che «la Comunione raggiunge la sua profondità solo
quando è sostenuta e compresa dall'adorazione» (Introduzione
allo spirito della liturgia, Cinisello Balsamo, San Paolo 2001,
p. 86). Per questo, egli riteneva che «la pratica di
inginocchiarsi per la santa Comunione ha a suo favore secoli di
tradizione ed è un segno di adorazione particolarmente
espressivo, del tutto appropriato alla luce della vera, reale e
sostanziale presenza di Nostro Signore Gesù Cristo sotto le
specie consacrate» (cit. nella Lettera This Congregation della
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei
Sacramenti, del 1° luglio 2002: EV 21, n. 666)
Giovanni Paolo II nella sua ultima enciclica, Ecclesia de
Eucharistia, ha scritto al n. 61: «Dando all'Eucaristia tutto il
rilievo che essa merita, e badando con ogni premura a non
attenuarne alcuna dimensione o esigenza, ci dimostriamo
veramente consapevoli della grandezza di questo dono. Ci invita
a questo una tradizione ininterrotta, che fin dai primi secoli
ha visto la comunità cristiana vigile nella custodia di questo
"tesoro". [...] Non c'è pericolo di esagerare nella cura di
questo Mistero, perché "in questo Sacramento si riassume tutto
il mistero della nostra salvezza"».
In continuità con l'insegnamento del suo Predecessore, a partire
dalla solennità del Corpus Domini del 2008, il Santo Padre
Benedetto XVI ha iniziato a distribuire ai fedeli il Corpo del
Signore, direttamente sulla lingua e stando inginocchiati.
Fonte: Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Papa