Nei
giorni scorsi si è tornati a parlare della sacra Sindone.
Un interessante
articolo di Andrea Tornielli
è stato pubblicato
su il Giornale del 19 marzo 2008
Noi non abbiamo
dubbi. L'immagine sulla Sacra Sindone
è quella del corpo
di Cristo. Ma non tutti concordano.
«Il Medioevo? Data inattendibile
Il lenzuolo risale al primo secolo»
di
Andrea Tornelli
«Sfido chiunque a riprodurre l’immagine sindonica. Nessuno
è in grado di farlo...». Il professor Giulio Fanti,
docente di misure meccaniche e termiche all’università di
Padova è convinto dell’inattendibilità della datazione al
radiocarbonio effettuata nel 1988 sulla Sindone di Torino,
il lenzuolo che secondo la tradizione avrebbe avvolto il
corpo di Gesù nel sepolcro. E lo intende dimostrare,
portando nuovi elementi sulla modalità in cui la
misteriosa immagine si è formata, con il volume La
Sindone. Una sfida alla scienza moderna (Aracne editrice,
pp. 608, 42 euro) a giorni in libreria. Il Giornale l’ha
intervistato, alla vigilia del documentario che la Bbc
manderà in onda il Sabato santo. Nel filmato uno degli
scienziati che fecero la datazione al carbonio 14
stabilendo che la Sindone risaliva al medioevo,
Christopher Ramsey, ha sostenuto che quei risultati
potrebbero essere messi in discussione dagli «effetti
ambientali». Partiamo dalla datazione. Che cosa ha
scoperto? «Non è una scoperta solo mia. Rifacendo i
calcoli sulla base dei dati forniti dai tre laboratori che
eseguirono l’esame al radiocarbonio nel 1988 ci si rende
conto che è stato commesso un errore di calcolo.
L’attendibilità della datazione medioevale è pari soltanto
all’1,2 per cento. Cioè assolutamente inattendibile».
Com’è potuto accadere un errore di questo genere? «Diversi
studiosi hanno dimostrato già da tempo che i risultati
della datazione, in base al test statistico cosiddetto di
Pearson, hanno una probabilità superiore al 95 per cento
di non corrispondere a quelli della Sindone. È stato
inserito nella formula un numero sbagliato, che ha falsato
il risultato finale, un 31 è stato sostituito con un 17.
Questo farebbe pensare persino a una manomissione
finalizzata a ottenere il risultato desiderato». È
un’accusa grave... «I numeri sono numeri. E sono
inattendibili. Queste confutazioni sono scritte da
scienziati. Forse c’è una lobby che teme la verità su quei
calcoli, teme di doversi rimangiare il risultato sulla
Sindone di origine medioevale, quando tutto, invece,
lascia pensare che sia molto più antica e che risalga al
primo secolo».
Perché, allora, quella data medioevale? «Nel mio libro
pubblico i risultati di una recentissima ricerca fatta dal
ricercatore Gerardo Ballabio: riesaminando il dato delle
età dei tre campioni presi in considerazione dai
laboratori si nota una variazione che arriva anche a 200
anni nello stesso piccolo brandello di tessuto. In pochi
centimetri quadrati, una variazione enorme. Questo indica
inequivocabilmente che c’è stata una contaminazione
esterna e dimostra l’inattendibilità del risultato». Quali
contaminazioni potrebbero aver falsato l’età della
Sindone? «Sono diverse. Dal sudore delle mani di chi
stendeva il lenzuolo, tenendolo proprio nella zona da cui
sono stati prelevati i campioni, all’incendio avvenuto nel
1532 a Chambery. Infine, non bisogna sottovalutare
l’elemento delle radiazioni... ». Che cosa c’entrano le
radiazioni con la Sindone?«Per riprodurre un’immagine in
quel modo bisogna supporre una fonte di energia agente a
distanza, ma che si scatena dall’interno del corpo
dell’uomo che vi è avvolto. Una radiazione di grande
intensità ma di brevissima durata, millisecondi, forse
solo nanosecondi. Stiamo cercando di verificarlo a livello
sperimentale all’Enea di Frascati. È stato come un lampo».
E che cosa l’avrebbe provocato? La risurrezione? «Non lo
sappiamo. Sappiamo solo che l’unico modo per cercare di
ottenere qualcosa di simile alla Sindone, anche se per il
momento in un frammento piccolissimo di tessuto, è una
forte radiazione».Dunque la Sindone non è dipinta... «No.
Assolutamente no. Chi continua a dire che è stata
realizzata da Leonardo, o che è stata fatta scaldando un
bassorilievo, non sa quel che dice. Nella Sindone non c’è
passaggio di colorazione attraverso le fibre del lino.
L’immagine si è formata per irradiazione». Non credo che
il Comitato di controllo sul paranormale, sarebbero
d’accordo... «Devo smentirla. Proprio il Cicap, a Torino,
nel 2002, ha concluso che il modo in cui l’immagine si è
formata non è chiarito. Sfido chiunque a rifare una copia
della Sindone con le stesse caratteristiche microscopiche
e macroscopiche. Sono a capo di un gruppo di un centinaio
di studiosi che discute su questo argomento, “Shroud
Science”: abbiamo stilato un elenco di 100 caratteristiche
che ha la Sindone e che dovrebbe avere un’eventuale
riproduzione. Nessuno però è in grado di farla».
Dal blog.ilgiornale.it/tornielli/
PER
APPROFONDIRE E VEDERE
"Chi è l'Uomo della Sindone"
Università Pontificia Regina Apostolorum Via degli Aldobrandeschi, Roma
E'
aperta al pubblico la seconda mostra permanente al mondo
sulla Santa Sindone, sullo schema di quella inaugurata con
successo il 22 luglio
2007 nel
centro di Notre Dame di Gerusalemme. Essa ospita, fra
l’altro, una copia della Sindone di Torino, una scultura
di Luigi Mattei, che ha cercato di ricostruire in tre
dimensioni il corpo dell’uomo del lenzuolo, ed una
riproduzione della corona di spine, dei chiodi, dei
flagelli utilizzati con Gesù, secondo quanto è stato
possibile rilevare dall’immagine. Inoltre una serie di
grandi pannelli ripercorre la storia della Sindone ed
illustra le principali ricerche scientifiche degli ultimi
anni, con particolare riferimento ai recenti studi nel
settore della botanica.
Negli ultimi anni, la Santa Sindone è stata al centro di
un grande interesse da parte del mondo scientifico. Si
tratta, forse, dell’oggetto più studiato al mondo, da
diversi punti di osservazione: storico, chimico,
informatico e perfino botanico e numismatico.
La mostra
permanente può essere visitata con ingresso libero,
dal lunedì al
venerdì, dalle ore 11 alle 13 e dalle ore 16 alle 19