I. MARIA, MADRE DEL VERBO INCARNATO
La "chiave di volta" di tutto ciò che la Chiesa insegna
riguardo a Maria è indicata nelle seguenti parole:
"Ciò che la fede cattolica crede riguardo a Maria si fonda
su ciò che essa crede riguardo a Cristo, ma quanto insegna
su Maria illumina, a sua volta, la sua fede in Cristo" (CCC
487). La dottrina mariana è tutta costruita in
riferimento a Cristo, in una duplice direzione (se così
possiamo dire): tutto ciò che la Chiesa crede di Maria, lo
crede come "conseguenza" di ciò che crede di Gesù Cristo, ma
è anche vero che la dottrina mariana guida ad una fede più
profonda in Cristo.
E’ questa la prospettiva con cui dobbiamo sempre "vedere" la
persona di Maria: il suo rapporto a Cristo Signore. Ora da
che cosa è costituito questo rapporto? Fondamentalmente
dalla maternità. Ella è la madre di Gesù Cristo, il
Figlio Unigenito del Padre, fattosi uomo.
Dunque, dobbiamo iniziare la nostra riflessione proprio da
questa che è l’affermazione centrale della fede della Chiesa
riguardo a Maria, che diciamo ogni volta che professiamo la
nostra fede: "il Quale fu concepito per opera dello Spirito
Santo e nacque da Maria Vergine".
1. [La divina Maternità]. Il titolo di "Madre
di Dio" è stato proclamato solennemente in un Concilio
Ecumenico, nel concilio di Efeso (431). Questa proclamazione
riguarda in primo luogo Cristo. Nel senso seguente.
Fin dall’inizio la Chiesa sapeva che Maria era la madre di
Gesù (Gal 4). E poiché Gesù di Nazareth, nato da Maria, è il
Verbo Unigenito Dio, Maria deve essere proclamata come vera
Madre del Verbo - Dio. Insomma, proclamare Maria Madre di
Dio significa proclamare che Gesù di Nazareth e il
Verbo Unigenito Dio non sono due persone, ma una sola e
identica persona.
Cerchiamo ora di balbettare qualcosa su questo mistero della
divina maternità di Maria, per averne una qualche
comprensione. Come già vi dissi, è il fondamento di tutto il
culto cristiano reso a Maria.
Proviamo ad introdurci in questo mistero, considerando la
parte dei genitori nelle generazioni ordinarie. Nel
concepimento di ogni persona umana si ha la simultanea
cooperazione dell’atto generativo compiuto dagli sposi con
l’atto creativo compiuto da Dio. Il primo ha come suo
termine (biologicamente) un corpo umano; il secondo, uno
spirito immortale che forma ed informa il corpo. In forza di
questa unione viene all’esistenza una nuova persona umana,
di cui Dio è l’unico creatore e gli sposi sono i
genitori.
Penetriamo ora nel mistero del concepimento di Gesù. Diciamo
subito che non vi fu alcun intervento di uomo: fu un
concepimento verginale (come vedremo). Maria ha generato
(biologicamente) il corpo umano in cui Dio infonde, nel
medesimo istante, l’anima (umana) creata: dall’unione del
corpo generato da Maria e dell’anima creata da Dio si
costituisce una natura umana concreta, individuale. Ma essa nello
stesso momento in cui questa natura umana comincia ad
essere, è assunta dalla Persona del Verbo: è la stessa
Persona del Verbo che l’assume come sua propria natura.
Questo significano le parole: "Il Verbo si fece carne e
venne ad abitare in mezzo a noi".
E così, Maria è la madre, vera e propria, di questo nuovo
membro della razza umana, questo uomo nuovo nato nel mondo.
Essa è la Madre del Verbo, poiché questo uomo nuovo non è
altri che il Verbo. Nella natura umana Egli è stato generato
da Maria. E’ per lei, generato nella nostra umanità storica,
che si è inserito nella storia, nel tempo: diviene uno di
noi, per Lei. E’ qui tutto il significato
dell’esistenza di Maria.
Possiamo ora dire qualcosa sulla relazione di
maternità che intercorre fra Maria ed il Verbo fattosi
carne. Essa è in una relazione unica, singolare della persona di
Maria, colla persona del Verbo, nella sua distinzione
dalle altre due Persone divine, poiché solo il Verbo si è
incarnato.
In forza di questa relazione, Maria ha raggiunto una dignità
unica: "ha toccato con l’opera del suo concepimento i limiti
della divinità" (Gaetano, in 2-2, 103,4). Leggiamo quanto
scrive S. Tommaso:
"L’umanità di Cristo, poiché è unita a Dio; la beatitudine
creata, poiché è la fruizione di Dio; e la Beata Vergine,
perché è Madre di Dio, hanno una dignità in un certo senso
infinita, che viene loro dal bene infinito che è Dio.
Consegue da ciò che non esiste nulla che sia migliore di
queste tre cose, poiché non vi è nulla migliore di Dio" (1,25,5,
4um)
Ogni maternità è costituita da una relazione interpersonale
ricca di conoscenza, amore, affezione, donazione, confidenza
reciproca: questo è "naturale". E dobbiamo pensare che tutto
questo fu presente nella relazione Maria - Cristo. Ma nel
caso di Maria si tratta di un figlio che è Dio. Ed allora
questa maternità è "piena di grazia" e di santità.
La grazia è prima di tutto l’amore stesso eterno con cui il
Padre ama la creatura umana: da questa fonte scaturiscono
tutti i doni che divinizzano la persona umana in Cristo.
Avendo il Padre deciso di inviare il Verbo nella nostra
umanità, nello stesso atto ha simultaneamente voluto che
Maria Gli fosse madre: per questo Ella è stata arricchita
della più alta santità.
2. [La verginità di Maria]. Strettamente
connessa col mistero della divina maternità, è la fede nella
verginità di Maria. Maternità e verginità sono talmente
collegate che bisognerebbe dire sempre: la maternità
verginale di Maria. E’ una verginità reale e perpetua.
Reale, perchè essa riguarda veramente l’intera persona di
Maria, anche il suo corpo. Perpetua, cioè prima del parto di
Gesù, durante il parto e dopo il parto.
Prima del parto:
Gesù è stato concepito nel corpo di Maria, senza intervento
di uomo, per opera dello Spirito Santo. Dio, cioè,
miracolosamente ha fatto sì che l’azione generatrice di
Maria, incapace per sua natura (come nel caso di ogni donna)
di dare origine da sola ad un nuovo individuo umano,
concepisse da sola il nuovo organismo umano. E’ stato
escluso qualsiasi intervento da parte di un uomo, Giuseppe.
Durante il parto:
Gesù è stato miracolosamente partorito, senza produrre nel
corpo di Maria ciò che inevitabilmente il parto produce nel
corpo di ogni donna.
Dopo il parto:
Maria non ebbe nessun rapporto sessuale né altri parti dopo
quello di Gesù.
E’ molto importante che si colga il significato profondo del
dono della verginità fatto dal Signore a Maria. Questo
significato lo si coglie rispondendo ad una domanda: perché
Cristo ha voluto nascere da una vergine? Perché Egli è il
nuovo Adamo, che inaugura la nuova umanità, la nuova
creazione. Perché Egli inaugura col suo concepimento la
nostra nuova nascita come figli di Dio.
Ma dobbiamo anche farci una seconda domanda: che significato
ebbe per Maria l’aver consentito a questa chiamata alla
verginità? La maternità di Maria per essere interamente
vera, comportava una dedizione totale di Maria al Verbo
incarnato: di tale dedizione la verginità è il segno e
l’effetto.
CONCLUSIONE
Maria, nella dottrina della fede e nella nostra esperienza
cristiana, non è una figura marginale: non si può essere
veramente cristiani, senza essere anche mariani.
All’origine di tutto sta l’imperscrutabile decisione del
Padre di comunicare la sua vita divina all’uomo, nel Figlio
mediante il dono dello Spirito Santo (= pre-destinazione in
Cristo). La realizzazione di questa decisione è
l’incarnazione del Verbo, il Verbo incarnato, nel quale ogni
cosa sussiste ed ad immagine del Quale ciascuno di noi è
stato creato.
Nella stessa decisione di inviare il suo Figlio, è inclusa
la persona di Maria come pre-destinata a generare nella
natura umana il Verbo - Unigenito Dio. L’esperienza di fede
della Chiesa ha progressivamente approfondito il mistero del
Cristo, vero Dio e vero uomo. In dipendenza da questa
progressiva scoperta, la Chiesa vive la progressiva scoperta
del mistero di Maria dentro al Mistero del Verbo incarnato:
una scoperta che ebbe la sua "pietra miliare" nella
definizione dogmatica della divina e verginale maternità di
Maria.
In vista di questa singolare missione, il Padre la preservò
dal peccato originale, la ricolmò dell’abbondanza dei doni
di grazia (piena di grazia) e, nel suo sapiente disegno,
"volle ... che l’accettazione di colei che era predestinata
a essere madre precedesse l’Incarnazione" (LG 56; EV 1/430).
In forza di questo consenso, Ella "quasi plasmata dallo
Spirito Santo" (cfr. LG 56; EV 1/430), consacrò totalmente
se stessa all’opera e alla persona del suo Figlio,
presentandolo al Padre nel tempio e soffrendo con Lui
morente sulla Croce. In tal modo, Maria, sotto di Lui e con
Lui, servì al mistero della nostra redenzione, partecipando
al mistero della Risurrezione del Cristo in modo unico,
essendo stata assunta nella Gloria in corpo e anima, appena
terminato il corso della sua vita.
Da questa sera cerchiamo di dire con più profonda
partecipazione del cuore la più semplice e la più bella
preghiera: Santa Maria, madre di Dio, prega per noi
peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
(fonte: http://www.caffarra.it/catmaria1.php) |