La Bussola
Quotidiana:
Mendel
Day, una
sfida allo
scientismo.
(Di Giulia
Tanel)
«La
scienza
senza la
religione
è zoppa.
La
religione
senza la
scienza è
cieca»,
sosteneva
Albert
Einstein.
Eppure nel
pensiero
comune la
posizione
prevalente
è quella
che tra
Scienza e
Fede vi
sia un
contrasto
insanabile,
che l’una
escluda
l’altra.
È questa
l’idea
portata
avanti
dall’Unione
Atei e
Agnostici
Razionalisti
(UAAR),
che dal
2003
organizza
in tutta
Italia i
Darwin
Day, degli
appuntamenti
fondati su
una
visione
materialista
e
riduzionista
dell’esistenza
che
peccano
quanto a
rigore
scientifico,
ma non
solo.
A
dimostrazione
che sono
frutto
dell’ideologia
è
sufficiente
la sola
indagine
storica.
La scienza
moderna è
infatti
nata in
Europa, in
seno alla
cultura
cristiana,
grazie
all’apporto
di uomini
di fede:
Copernico,
Galilei,
Stenone,
Keplero,
Newton,
Spallanzani,
Mendel,
Pasteur,
Marconi,
Mercalli…
e l’elenco
potrebbe
continuare.
E questo è
perché
solamente
se si
ammette
l’esistenza
di Dio è
possibile
superare
l’impasse
che
vorrebbe
che alla
base di
tutto vi
sia la
casualità,
il Nulla,
e
accettare
che vi
siano
delle
leggi
ultime cui
potersi
riferire.
A questo
proposito
scrive ai
giorni
nostri il
premio
Nobel per
la Fisica
Carlo
Rubbia:
«La natura
è
costruita
in maniera
tale che
non c’è
dubbio che
non sia
costruita
così per
un caso.
Più uno
studia i
fenomeni
della
natura,
più si
convince
profondamente
di ciò.
Esistono
delle
leggi
naturali
di una
profondità
e di una
bellezza
incredibili.
Non si può
pensare
che tutto
ciò si
riduca a
un
accumulo
di
molecole.
Lo
scienziato,
in
particolare,
riconosce
fondamentalmente
l’esistenza
di una
legge che
trascende,
qualcosa
che è al
di fuori e
che è
immanente
al
meccanismo
naturale».
Scienza e
Fede,
razionalità
e
spiritualità
sono
dunque due
facce
della
stessa
medaglia:
l’una non
può
esistere
senza
l’altra, e
viceversa.
Ed è
proprio
per
divulgare
questa
visione
che, a
partire
dallo
scorso
anno, un
gruppo di
amici ha
lanciato i
Mendel Day
(www.mendelday.org),
da Gregor
Mendel
(1822-1884),
il frate
agostiniano
considerato
il
precursore
della
moderna
genetica.
L’iniziativa
è così
riassumibile:
“Mendel
Day per
ricordare
che la
genetica
penetra
l’intelligenza
del
Creatore
posta nel
creato;
per
rammentare
che la
vita non è
cosa
nostra, ma
realtà che
obbedisce
a leggi e
che nello
stesso
tempo
sprofonda
nel
Mistero;
per
tornare a
uno
sguardo –
sulla
natura e
sull’uomo
–
religioso,
cioè
stupito,
amorevole,
estraneo a
ogni
riduzionismo
materialista.
Dietro il
genoma,
infatti,
c’è un
mondo, e,
soprattutto,
una
domanda:
di Chi ci
parla
l’‘intelligenza’
della
vita?” (Il
Timone,
gennaio
2014).
Tra
febbraio e
marzo i
Mendel Day
animeranno
una
trentina
di città
italiane
(si
comincia
il 7
febbraio a
Rovereto),
e vedranno
il
contributo
di
storici,
filosofi,
medici,
scienziati
di varia
estrazione
e di
notevole
caratura,
tra i
quali si
segnala la
significativa
presenza
di
Domenico
Coviello,
co-presidente
nazionale
di Scienza
& Vita; di
Paolo
Musso,
membro del
SETI
Permanent
Study
Group per
la ricerca
della vita
nel cosmo
nell’ambito
dell’International
Academy of
Astronautics;
di Massimo
Gandolfini,
vicepresidente
nazionale
diScienza
& Vita;
del gruppo
di
Biomedi@
di
Antonello
Cavallotto
e di tanti
altri…
I temi
trattati
varieranno
di città
in città:
dalla
genetica
alle
neuroscienze;
da Gregor
Mendel a
Jerome
Lejeune;
dalla vita
prenatale
alla
contraccezione;
dalla
Sindone
alla
nascita
della
scienza
nell’Europa
cristiana…
Argomenti
anche
molto
differenti,
quindi, ma
accomunati
dallo
stesso
intento:
quello di
confrontarsi
in maniera
seria e
onesta,
senza
limiti
dettati
dall’ideologia,
sul perché
del mondo,
dell’esistenza
della vita
e della
razionalità.
Di Giulia
Tanel – La
Bussola
Quotidiana |