SCHEDA DI APPROFONDIMENTO:
CONFESSIONE
1.1 – La conversione è la risposta alla
chiamata di Dio che ci dona la grazia di
essere suoi figli, aprendo la porta dell’eternità. La
vittoria sulla morte e la vita immortale sono il
nocciolo della nostra fede in Gesù Cristo, morto e
risorto per la nostra salvezza: Sappia dunque con
certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito
Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso ->
(At 2,36).
1.2 – Il sacramento della Penitenza o della
Riconciliazione (quello che noi chiamiamo
Confessione) è strettamente legato
all’annuncio del Kerygma che chiama a
Conversione che comprende in sé la determinazione
interiore di rompere definitivamente con il
peccato -> (cfr Sir 17,20), che è la causa di
tutte le nostre sofferenze. È il sacramento che ci fa
sperimentare il perdono dei peccati e il rinnovamento
della grazia del Battesimo.
1.3 – La vita nuova nel Cristo -> (Ef
4,22-23) non si realizza di botto, ma
progressivamente, attraverso l’ascolto della Parola di
Dio, accolta con fede e attraverso l’azione efficace
dei sacramenti che offrono ed aumentano la grazia di
Dio in noi. Questo ci porta a vivere una vita di
comunione con Dio e con i fratelli, nella carità.
Tutto questo è desiderato e ricercato nella preghiera
incessante per chiedere il dono del suo Spirito ->
(cfr Gal 5,23).
2.1 – LA CONFESSIONE. La confessione dei peccati
(l'accusa), anche da un punto di vista semplicemente
umano, ci libera e facilita la nostra riconciliazione
con gli altri. Con l'accusa, l'uomo guarda in faccia i
peccati di cui si è reso colpevole; se ne assume la
responsabilità e, in tal modo, si apre nuovamente a
Dio e alla comunione della Chiesa al fine di rendere
possibile un nuovo avvenire -> (Catechismo della
Chiesa Cattolica n° 1455).
2.2 – La confessione al sacerdote costituisce una
parte essenziale del sacramento della Penitenza: «E'
necessario che i penitenti enumerino nella confessione
tutti i peccati mortali, di cui hanno consapevolezza
dopo un diligente esame di coscienza, anche se si
tratta dei peccati più nascosti e commessi soltanto
con il pensiero -> (Cfr. Es 20,17 e Mt 5,28), perché
spesso feriscono più gravemente l'anima e si rivelano
più pericolosi di quelli chiaramente commessi»
(Concilio di Trento) -> (CCC 1456).
2.3 – Secondo il precetto della Chiesa, «ogni fedele,
raggiunta l'età della discrezione, è tenuto
all'obbligo di confessare fedelmente i propri peccati
gravi, almeno una volta nell'anno». Colui che è
consapevole di aver commesso un peccato mortale non
deve ricevere la santa Comunione, anche se prova una
grande contrizione, senza aver prima ricevuto
l'assoluzione sacramentale, a meno che non abbia un
motivo grave per comunicarsi e non gli sia possibile
accedere a un confessore -> (CCC 1457).
2.4 – Sebbene non sia strettamente necessaria, la
confessione delle colpe quotidiane (peccati veniali) è
tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa. In
effetti, la confessione regolare dei peccati veniali
ci aiuta a formare la nostra coscienza, a lottare
contro le cattive inclinazioni, a lasciarci guarire da
Cristo, a progredire nella vita dello Spirito.
Ricevendo più frequentemente, attraverso questo
sacramento, il dono della misericordia del Padre,
siamo spinti ad essere misericordiosi come lui -> (Cfr
Lc 6,36).
3.1 – LA PENITENZA. Molti peccati recano offesa al
prossimo. Bisogna fare il possibile per riparare (ad
esempio restituire cose rubate, ristabilire la
reputazione di chi è stato calunniato, risanare le
ferite). La semplice giustizia lo esige. Ma, in più,
il peccato ferisce e indebolisce il peccatore stesso,
come anche le sue relazioni con Dio e con il prossimo.
L'assoluzione toglie il peccato, ma non porta rimedio
a tutti i disordini che il peccato ha causato.
Risollevato dal peccato, il peccatore deve ancora
recuperare la piena salute spirituale. Deve dunque
fare qualcosa di più per riparare le proprie colpe:
deve «soddisfare» in maniera adeguata o «espiare» i
suoi peccati. Questa soddisfazione si chiama anche
«penitenza» -> (CCC 1459).
3.2 – La penitenza che il confessore impone deve tener
conto della situazione personale del penitente e
cercare il suo bene spirituale. Essa deve
corrispondere, per quanto possibile, alla gravità e
alla natura dei peccati commessi. Può consistere nella
preghiera, in un'offerta, nelle opere di misericordia,
nel servizio del prossimo, in privazioni volontarie,
in sacrifici, e soprattutto nella paziente
accettazione della croce che dobbiamo portare. Tali
penitenze ci aiutano a configurarci a Cristo che,
solo, ha espiato per i nostri peccati -> (cfr Rm 3,25)
una volta per tutte. Esse ci permettono di diventare i
coeredi di Cristo risorto, dal momento che
«partecipiamo alle sue sofferenze» -> (cfr Rm 8,17)
3.3 – Il dinamismo della conversione e della penitenza
è stato meravigliosamente descritto da Gesù nella
parabola detta «del figlio prodigo» il cui centro è
«il padre misericordioso» ( Lc 15,11-24 ): il fascino
di una libertà illusoria, l'abbandono della casa
paterna; la miseria estrema nella quale il figlio
viene a trovarsi dopo aver dilapidato la sua fortuna;
l'umiliazione profonda di vedersi costretto a
pascolare i porci, e, peggio ancora, quella di
desiderare di nutrirsi delle carrube che mangiavano i
maiali; la riflessione sui beni perduti; il pentimento
e la decisione di dichiararsi colpevole davanti a suo
padre; il cammino del ritorno; l'accoglienza generosa
da parte del padre; la gioia del padre: ecco alcuni
tratti propri del processo di conversione. L'abito
bello, l'anello e il banchetto di festa sono simboli
della vita nuova, pura, dignitosa, piena di gioia che
è la vita dell'uomo che ritorna a Dio e in seno alla
sua famiglia, la Chiesa. Soltanto il cuore di Cristo,
che conosce le profondità dell'amore di suo Padre, ha
potuto rivelarci l'abisso della sua misericordia in
una maniera così piena di semplicità e di bellezza
->(CCC.)
4.1 – Per un esame di coscienza
con la guida della Parola di Dio in
Levitico cap. 19. Volutamente lo lascio nella sua
versione integrale, anche se contiene elementi rituali
che non ci concernono più. E’ un esempio della
sensibilità della coscienza ebraica dell’Antico
Testamento. Il versetto 2 è stato ripreso nel Nuovo
Testamento (1 Pt 1,15-16). I Dieci Comandamenti in
Esodo 20,1-21. Richiesta di perdono: Sal 32, 1-11; Sal
50, 3-21; Daniele 9,3-19. La vita nuova in Cristo
Efesini 4,17 fino a 6,20.
LEVITICO 19
1
Il Signore disse ancora a Mosè: 2 “Parla a
tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro: Siate
santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo.
3
Ognuno rispetti sua madre e suo padre e osservi i miei
sabati. Io sono il Signore, vostro Dio.
4
Non rivolgetevi agli idoli, e non fatevi divinità di
metallo fuso. Io sono il Signore, vostro Dio.
5
Quando offrirete al Signore una vittima in sacrificio
di comunione, offritela in modo da essergli graditi.
6 La si mangerà il giorno stesso che
l’avrete immolata o il giorno dopo; ciò che avanzerà
fino al terzo giorno, lo brucerete nel fuoco. 7
Se invece si mangiasse il terzo giorno, sarebbe cosa
abominevole; il sacrificio non sarebbe gradito. 8
Chiunque ne mangiasse, porterebbe la pena della
sua iniquità, perché profanerebbe ciò che è sacro al
Signore; quel tale sarebbe eliminato dal suo popolo.
9
Quando mieterete la messe della vostra terra, non
mieterete fino ai margini del campo, né raccoglierete
ciò che resta da spigolare della messe; 10
quanto alla tua vigna, non coglierai i racimoli e non
raccoglierai gli acini caduti; li lascerai per il
povero e per il forestiero. Io sono il Signore, vostro
Dio.
11
Non ruberete né userete inganno o menzogna gli uni a
danno degli altri.
12
Non giurerete il falso servendovi del mio nome; perché
profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.
13
Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di
ciò che è suo; il salario del bracciante al tuo
servizio non resti la notte presso di te fino al
mattino dopo.
14
Non disprezzerai il sordo, né metterai inciampo
davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il
Signore.
15
Non commetterete ingiustizia in giudizio; non
tratterai con parzialità il povero, né userai
preferenze verso il potente; ma giudicherai il tuo
prossimo con giustizia. 16 Non andrai in
giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né
coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il
Signore.
17
Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello;
rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti
caricherai d’un peccato per lui. 18 Non ti
vendicherai e non serberai rancore contro i figli del
tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso.
Io sono il Signore.
19
Osserverete le mie leggi. Non accoppierai bestie di
specie differenti; non seminerai il tuo campo con due
sorta di seme, né porterai veste tessuta di due
diverse materie.
20
Se un uomo ha rapporti con donna che sia una schiava
sposata ad altro uomo, ma non riscattata o affrancata,
saranno tutti e due puniti; ma non messi a morte,
perché essa non è libera.
21
L’uomo condurrà al Signore, all’ingresso della tenda
del convegno, in sacrificio di riparazione, un ariete;
22 con questo ariete il sacerdote farà per
lui il rito espiatorio davanti al Signore per il
peccato da lui commesso; il peccato commesso gli sarà
perdonato.
23
Quando sarete entrati nel paese e vi avrete piantato
ogni sorta d’alberi da frutto, ne considererete i
frutti come non circoncisi; per tre anni saranno per
voi come non circoncisi; non se ne dovrà mangiare.
24 Ma nel quarto anno tutti i loro frutti
saranno consacrati al Signore, come dono festivo.
25 Nel quinto anno mangerete il frutto di quegli
alberi; così essi continueranno a fruttare per voi. Io
sono il Signore, vostro Dio.
26
Non mangerete carne con il sangue.
Non praticherete alcuna sorta di divinazione o di
magia.
27
Non vi taglierete in tondo i capelli ai lati del capo,
né deturperai ai lati la tua barba. 28 Non
vi farete incisioni sul corpo per un defunto, né vi
farete segni di tatuaggio. Io sono il Signore.
29
Non profanare tua figlia, prostituendola, perché il
paese non si dia alla prostituzione e non si riempia
di infamie.
30
Osserverete i miei sabati e porterete rispetto al mio
santuario. Io sono il Signore.
31
Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini; non
li consultate per non contaminarvi per mezzo loro. Io
sono il Signore, vostro Dio.
32
Alzati davanti a chi ha i capelli bianchi, onora la
persona del vecchio e temi il tuo Dio. Io sono il
Signore.
33
Quando un forestiero dimorerà presso di voi nel vostro
paese, non gli farete torto. 34 Il
forestiero dimorante fra di voi lo tratterete come
colui che è nato fra di voi; tu l’amerai come tu
stesso perché anche voi siete stati forestieri nel
paese d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio.
35
Non commetterete ingiustizie nei giudizi, nelle misure
di lunghezza, nei pesi o nelle misure di capacità.
36 Avrete bilance giuste, pesi giusti, efa
giusto, hin giusto. Io sono il Signore, vostro Dio,
che vi ho fatti uscire dal paese d’Egitto.
37
Osserverete dunque tutte le mie leggi e tutte le mie
prescrizioni e le metterete in pratica. Io sono il
Signore”.
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