SCHEDA DI APPROFONDIMENTO:
L’EUCARESTIA
1.1 – Il nostro Salvatore nell'ultima Cena, la notte
in cui veniva tradito, istituì il sacrificio
eucaristico del suo Corpo e del suo Sangue, col quale
perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il
sacrificio della croce, e per affidare così alla sua
diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua Morte
e Risurrezione: sacramento di pietà, segno di unità,
vincolo di carità, convito pasquale, "nel quale si
riceve Cristo, l'anima viene ricolmata di grazia e
viene dato il pegno della gloria futura" SC 47.
1.2 – Il sacramento dell’Eucaristia completa il
percorso dell’iniziazione cristiana in quanto fa
partecipare in pienezza al mistero di Cristo morto o
risorto, in unione a tutta la comunità dei credenti
che sono stati trasformati dal perdono dei peccati
(Battesimo) e dal dono dello Spirito Santo
(Confermazione), secondo l’annuncio di Pietro nel
giorno di Pentecoste At 2, 38.
Tutti i sacramenti convergono verso questo punto
culminante della vita cristiana, ne diventa la
sorgente e nello stesso tempo la meta del percorso,
fino a condurci in cielo Cf LG 11.
1.3 - La liturgia della chiesa è l’azione che fa
presente a tutti i battezzati il mistero della
Redenzione compiuta da Gesù Cristo che vince il
peccato e la morte per la nostra santificazione SC
5.6. Tutto il culto cristiano non è altro che una
continua celebrazione della PASQUA. Il cristianesimo
non è una religione, è un fatto, un evento inteso come
azione di Dio che si fa presente, che passa, in modo
che la Redenzione compiuta allora da Cristo, oggi
diviene la mia Qui riposa il senso della parola
MEMORIALE.
2.0 –
IL SACRAMENTO INESAURIBILE DELL’AMORE
2.1 –
LA DOMENICA,
il giorno del Signore, è il giorno della risurrezione
del Signore che trionfa sulla morte 1 Cor 15,54.
I cristiani si riuniscono in assemblea (Chiesa
significa convocazione) per celebrare nell’esultanza
l’Eucaristia e sperimentare la salvezza oggi. Tutta la
vita della chiesa diventa così una specie di
riproduzione della vita di Gesù nel senso che la sua
vita si propaga tra gli uomini, li trasforma in figli
di Dio, facendoli diventare nuove creature Gal 3,27,
facendo vivere in loro il Cristo stesso: Non sono io
che vivo, ma è Cristo che vive in me Gal 2,20.
Celebrando l’Eucaristia noi dunque, entriamo in
profondità nella vita divina di Cristo.
2.2 –
L’ISTITUZIONE
DELL’EUCARISTIA.
La sera del Giovedì santo Gesù celebra la Pasqua con i
suoi discepoli Mt 26,26, ricordando attraverso dei
segni appropriati, la schiavitù d’Egitto (il pane
azzimo), la liberazione e l’ingresso nella Terra
Promessa (La coppa del vino).
Gesù cambia profondamente il senso di questa Pasqua:
d’ora in poi questo pane non è più la schiavitù
dell’Egitto, ma il suo proprio corpo che è spezzato
come il pane per rompere la nostra schiavitù del
peccato. La coppa del vino d’ora in poi è il sangue
della nuova alleanza, la vera Terra promessa per tutta
l’umanità, il Regno dei cieli, la filiazione divina
che compie la Legge scritta nei nostri cuorià Ger
31,31. Celebrando l’Eucaristia dunque, la morte e
risurrezione di Gesù entra in noi attraverso il suo
corpo e il suo sangue per essere liberati ogni volta
dalle nostre schiavitù (l’Egitto dei nostri peccati) e
farci sperimentare la vita.
2.3 –
I SIMBOLI
PROFETICI DELL’EUCARISTIA.
Nell’Antico Testamento è la MANNA che ha nutrito
Israele nei 40anni di peregrinazione nel deserto Es
16,4. Gesù dice: Io sono il pane vivo disceso dal
cielo, chi mangia di questo pane vivrà in eterno Gv
6,51.54.
L’ACQUA DELLA ROCCIA.
Es 17,1-7 Gesù dice: Chi a sete venga a me e beva chi
crede in meàGv 7,38. Tutti bevvero la stessa bevanda
spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale
che li accompagnava e quella roccia era il Cristoà1
Cor 10,4. Ma uno dei soldati gli colpì il fianco con
la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua Gv 19,34.
IL SANGUE DELL’ASPERSIONE DI MOSE’
Es 24,1-11. Ecco il sangue dell’Alleanza che il
Signore ha concluso con voiàv. 8. Gesù con il proprio
sangue ci ha procurato una salvezza eternaàEb 9,12.
IL PANE DEL PROFETA ELIA,
in cammino verso il monte Oreb 1 Re 19,1-8. Gesù
stesso dice: Chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue ha la vita eterna Gv 6,54. Un antico poema
(Lauda Sion Salvatorem) canta: Ecco il pane degli
angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli.
Nel Nuovo Testamento l’Eucaristia è significata nel
miracolo della MOLTIPLICAZIONE DEI PANI Mt 13,13 e nel
discorso sul pane della vita, cibo che non perisce Gv
6,25-66. I primi credenti erano assidui alla FRAZIONE
DEL PANE At 2,42. Il pane che noi spezziamo non è
forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché c’è un
solo pane, noi , pur essendo molti, siamo un solo
corpo 1 Cor 10,16-17. Infine l’Eucaristia è
significata dalla manna nascosta, cibo dei giusti nel
Regno dei cieli che viene offerta segretamente
all’anima che crede Ap 2,17.
2.4-
COME VIENE
CHIAMATO QUESTO SACRAMENTO?
CCC 1328-1332
L'insondabile ricchezza di questo sacramento si
esprime attraverso i diversi nomi che gli si danno.
Ciascuno di essi ne evoca aspetti particolari. Lo si
chiama:
Eucaristia Lc 22,19 e Mt 26,26,
perché è rendimento di grazie a Dio. I termini in
greco ricordano le benedizioni ebraiche che,
soprattutto durante la benedizione del pasto
proclamano le opere di Dio: la creazione, la
redenzione e la santificazione.
Cena del Signore 1 Cor 11,20 (S.
Ireneo), perché si tratta della Cena che il Signore ha
celebrato nella Pasqua con i suoi discepoli la vigilia
della sua Passione e dell'anticipazione della cena
delle nozze dell'Agnello nella Gerusalemme celeste Ap
19,9.
Frazione del Pane, perché questo
rito, tipico della cena ebraica, è stato utilizzato da
Gesù quando benediceva e distribuiva il pane come capo
della mensa, soprattutto durante l'ultima Cena. Da
questo gesto i discepoli lo riconosceranno dopo la sua
Risurrezione Lc 24,13-35 e con tale espressione i
primi cristiani designeranno le loro assemblee
eucaristiche 1 Cor 10,16s. In tal modo essi intendono
significare che tutti coloro che mangiano dell'unico
pane spezzato, Cristo, entrano in comunione con lui e
formano in lui un solo corpo At 2,42.46.
Memoriale della Passione e della
Risurrezione del Signore. Santo Sacrificio,
perché attualizza l'unico sacrificio di Cristo
Salvatore e comprende anche l'offerta della Chiesa;
sacrificio di lode Eb 13,15,
sacrificio spirituale 1 Pt 2,5;
sacrificio puro Ml 1,11 e santo,
poiché porta a compimento e supera tutti i sacrifici
dell'Antica Alleanza.
Santa e divina Liturgia, perché tutta
la Liturgia della Chiesa trova il suo centro e la sua
più densa espressione nella celebrazione di questo
sacramento; è nello stesso senso che lo si chiama pure
celebrazione dei Santi Misteri. Si
parla anche del Santissimo Sacramento,
in quanto costituisce il Sacramento dei sacramenti.
Con questo nome si indicano le specie eucaristiche
conservate nel tabernacolo.
Comunione, perché, mediante questo
sacramento, ci uniamo a Cristo, il quale ci rende
partecipi del suo Corpo e del suo Sangue per formare
un solo corpo 1 Cor 10,16s; viene inoltre chiamato
le cose sante è il significato
originale dell'espressione «comunione dei santi» di
cui parla il Simbolo degli Apostoli - pane
degli angeli, pane del cielo, farmaco d'immortalità,
viatico. . .
Santa Messa, perché la Liturgia,
nella quale si è compiuto il mistero della salvezza,
si conclude con l'invio dei fedeli (missio) affinché
compiano la volontà di Dio nella loro vita
quotidiana..
2.5 –
LA CELEBRAZIONE
LITURGICA DELLA EUCARISTIA.
La Liturgia dell'Eucaristia si svolge secondo una
struttura fondamentale che, attraverso i secoli, si è
conservata fino a noi. Essa si articola in due grandi
momenti, che formano un'unità originaria:
- la convocazione, la
Liturgia della Parola, con le letture,
l'omelia e la preghiera universale;
- la Liturgia eucaristica, con la
presentazione del pane e del vino, l'azione di grazie
consacratoria e la comunione. Liturgia della Parola e
Liturgia eucaristica costituiscono insieme «un solo
atto di culto» SC 56; la mensa preparata per noi
nell'Eucaristia è infatti ad un tempo quella della
Parola di Dio e quella del Corpo del Signore DV 21 e
CCC 1346.
Se i cristiani celebrano l'Eucaristia fin dalle
origini e in una forma che, sostanzialmente, non è
cambiata attraverso la grande diversità dei tempi e
delle liturgie, è perché ci sappiamo vincolati dal
comando del Signore, dato la vigilia della sua
Passione: «Fate questo in memoria di me» 1 Cor 11,24s.
A questo comando del Signore obbediamo celebrando il
memoriale del suo sacrificio. Facendo questo, offriamo
al Padre ciò che egli stesso ci ha dato: i doni della
creazione, il pane e il vino, diventati, per la
potenza dello Spirito Santo e per le parole di Cristo,
il Corpo e il Sangue di Cristo: in questo modo Cristo
è reso realmente e misteriosamente presente .
Dobbiamo dunque considerare l'Eucaristia - come azione
di grazie e lode al Padre , - come memoriale del
sacrificio di Cristo e del suo Corpo, - come presenza
di Cristo in virtù della potenza della sua Parola e
del suo Spirito CCC 1356-8.
2.6 –
LA PRESENZA
REALE DI CRISTO.
Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta
alla destra di Dio e intercede per noi Rm 8,34, è
presente in molti modi alla sua Chiesa: nella sua
Parola, nella preghiera della Chiesa, là dove sono due
o tre riuniti» nel suo «nome Mt 18,20, nei poveri, nei
malati, nei prigionieri Mt 25,31ss,
nei sacramenti di cui egli è l'autore, nel sacrificio
della messa e nella persona del ministro. Ma
soprattutto è presente sotto le specie eucaristiche SC
7.
Il modo della presenza di Cristo sotto le specie
eucaristiche è unico. Esso pone l'Eucaristia al di
sopra di tutti i sacramenti e ne fa quasi il
coronamento della vita spirituale e il fine al quale
tendono tutti i sacramenti (S. Tommaso d’Aquino). Nel
Santissimo Sacramento dell'Eucaristia è «contenuto
veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il
Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l'anima e la
divinità e, quindi, il Cristo tutto intero. Tale
presenza si dice" reale" non per esclusione, quasi che
le altre non siano "reali", ma per antonomasia, perché
è sostanziale, e in forza di essa Cristo, Uomo-Dio,
tutto intero si fa presente.
E' per la conversione del pane e del vino nel suo
Corpo e nel suo Sangue che Cristo diviene presente in
questo sacramento. I Padri della Chiesa hanno sempre
espresso con fermezza la fede della Chiesa
nell'efficacia della Parola di Cristo e dell'azione
dello Spirito Santo per operare questa conversione.
San Giovanni Crisostomo, ad esempio, afferma: Non è
l'uomo che fa diventare le cose offerte Corpo e Sangue
di Cristo, ma è Cristo stesso, che è stato crocifisso
per noi. Il sacerdote, figura di Cristo, pronunzia
quelle parole, ma la loro virtù e la grazia sono di
Dio. Questo è il mio Corpo, dice. Questa Parola
trasforma le cose offerte CCC 1375-7.
LA PAROLA DELLA CHIESA
1. La chiesa ha ricevuto
l’Eucaristia da Cristo suo Signore non come un dono,
pur prezioso fra tanti altri, ma come il dono per
eccellenza, perché dono di se stesso, della sua
persona nella sua santa umanità, nonché della sua
opera di salvezza. Questa non rimane confinata nel
passato, giacché tutto ciò che Cristo è, tutto ciò che
ha compiuto e sofferto per tutti gli uomini, partecipa
dell’eternità divina e perciò abbraccia tutti i tempi.
Quando la chiesa celebra l’Eucaristia, memoriale
della morte e risurrezione del suo Signore, questo
evento centrale di salvezza è reso realmente presente
e si effettua l’opera della nostra redenzione. Questo
sacrificio è talmente decisivo per la salvezza del
genere umano che Gesù Cristo l’ha compiuto ed è
tornato al Padre, soltanto dopo averci lasciato il
mezzo per parteciparvi come se vi fossimo stati
presenti.
Ogni fedele può così prendervi parte e attingerne
i frutti inesauribilmente. Questa è la fede di cui le
generazioni cristiane hanno vissuto lungo i secoli.
Questa fede il Magistero della chiesa ha continuamente
ribadito con gioiosa gratitudine per l’inestimabile
dono. Desidero ancora una volta richiamare questa
verità, ponendomi con voi, carissimi fratelli e
sorelle, in adorazione davanti a questo Mistero:
Mistero grande, Mistero di misericordia. Che cosa Gesù
poteva fare di più per noi? Davvero, nell’Eucaristia,
ci mostra un amore che va fino all’estremo, un amore
che non conosce misura.
SEQUENZA
Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il
tuo pastore con inni e cantici.
Impegna tutto il
tuo fervore:
egli supera ogni
lode, non vi è canto che sia degno.
Pane vivo, che dà
vita:
questo è tema del
tuo canto, oggetto della lode.
Veramente fu
donato
agli apostoli
riuniti in fraterna e sacra cena. .
Lode piena e
risonante,
gioia nobile e
serena sgorghi oggi dallo spirito.
Questa è la festa
solenne
nella quale
celebriamo la prima sacra cena.
E il banchetto del
nuovo Re,
nuova, Pasqua,
nuova legge; e l'antico è giunto a termine.
Cede al nuovo il
rito antico,
la realtà disperde
l'ombra: luce, non più tenebra.
Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto
nella cena: noi lo rinnoviamo,
Obbedienti al suo
comando,
consacriamo il
pane e il vino, ostia di salvezza.
È certezza a noi
cristiani:
si trasforma il
pane in carne, si fa sangue il vino.
Tu non vedi, non
comprendi,
ma la fede ti
conferma, oltre la natura.
È un segno ciò che
appare:
nasconde nel
mistero realtà sublimi.
Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo
intero in ciascuna specie.
Chi ne mangia non
lo spezza,
né separa, né
divide: intatto lo riceve.
Siano uno, siano
mille,
ugualmente lo
ricevono: mai è consumato.
Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la
sorte: vita o morte provoca.
Vita ai buoni,
morte agli empi:
nella stessa
comunione ben diverso è l'esito!
Quando spezzi il
sacramento non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in
ogni parte, quanto nell'intero.
È diviso solo il
segno non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.
Ecco il pane degli
angeli, pane dei pellegrini,
vero pane dei
figli: non dev'essere gettato.
Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte,
nell'agnello della
Pasqua, nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di
noi: nutrici e difendici,
portaci ai beni
eterni nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e
puoi, che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi
fratelli alla tavola del cielo
nella gioia dei
tuoi santi.
AMEN
(San Tommaso d’Acquino)
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