1499
«
Con
la
sacra
Unzione
degli
infermi
e
la
preghiera
dei
presbiteri,
tutta
la
Chiesa
raccomanda
gli
ammalati
al
Signore
sofferente
e
glorificato,
perché
alleggerisca
le
loro
pene
e
li
salvi,
anzi
li
esorta
a
unirsi
spontaneamente
alla
passione
e
alla
morte
di
Cristo,
per
contribuire
così
al
bene
del
popolo
di
Dio
».96
I.
Suoi
fondamenti
nell'Economia
della
salvezza
La
malattia
nella
vita
umana
1500
La
malattia
e
la
sofferenza
sono
sempre
state
tra
i
problemi
più
gravi
che
mettono
alla
prova
la
vita
umana.
Nella
malattia
l'uomo
fa
l'esperienza
della
propria
impotenza,
dei
propri
limiti
e
della
propria
finitezza.
Ogni
malattia
può
farci
intravvedere
la
morte.
1501
La
malattia
può
condurre
all'angoscia,
al
ripiegamento
su
di
sé,
talvolta
persino
alla
disperazione
e
alla
ribellione
contro
Dio.
Ma
essa
può
anche
rendere
la
persona
più
matura,
aiutarla
a
discernere
nella
propria
vita
ciò
che
non
è
essenziale
per
volgersi
verso
ciò
che
lo
è.
Molto
spesso
la
malattia
provoca
una
ricerca
di
Dio,
un
ritorno
a
lui.
Il
malato
di
fronte
a
Dio
1502
L'uomo
dell'Antico
Testamento
vive
la
malattia
di
fronte
a
Dio.
È
davanti
a
Dio
che
egli
versa
le
sue
lacrime
sulla
propria
malattia;97
è
da
lui,
il
Signore
della
vita
e
della
morte,
che
egli
implora
la
guarigione.98
La
malattia
diventa
cammino
di
conversione99
e
il
perdono
di
Dio
dà
inizio
alla
guarigione.
100
Israele
sperimenta
che
la
malattia
è
legata,
in
un
modo
misterioso,
al
peccato
e
al
male,
e
che
la
fedeltà
a
Dio,
secondo
la
sua
Legge,
ridona
la
vita:
«
Perché
io
sono
il
Signore,
colui
che
ti
guarisce!
»
(Es
15,26).
Il
profeta
intuisce
che
la
sofferenza
può
anche
avere
un
valore
redentivo
per
i
peccati
altrui.
101
Infine
Isaia
annuncia
che
Dio
farà
sorgere
per
Sion
un
tempo
in
cui
perdonerà
ogni
colpa
e
guarirà
ogni
malattia.
102
Cristo-medico
1503
La
compassione
di
Cristo
verso
i
malati
e
le
sue
numerose
guarigioni
di
infermi
di
ogni
genere
103
sono
un
chiaro
segno
del
fatto
che
Dio
ha
visitato
il
suo
popolo
104
e
che
il
regno
di
Dio
è
vicino.
Gesù
non
ha
soltanto
il
potere
di
guarire,
ma
anche
di
perdonare
i
peccati:
105
è
venuto
a
guarire
l'uomo
tutto
intero,
anima
e
corpo;
è
il
medico
di
cui
i
malati
hanno
bisogno.
106
La
sua
compassione
verso
tutti
coloro
che
soffrono
si
spinge
così
lontano
che
egli
si
identifica
con
loro:
«
Ero
malato
e
mi
avete
visitato
»
(Mt
25,36).
Il
suo
amore
di
predilezione
per
gli
infermi
non
ha
cessato,
lungo
i
secoli,
di
rendere
i
cristiani
particolarmente
premurosi
verso
tutti
coloro
che
soffrono
nel
corpo
e
nello
spirito.
Esso
sta
all'origine
degli
instancabili
sforzi
per
alleviare
le
loro
pene.
1504
Spesso
Gesù
chiede
ai
malati
di
credere.
107
Si
serve
di
segni
per
guarire:
saliva
e
imposizione
delle
mani,
108
fango
e
abluzione.
109
I
malati
cercano
di
toccarlo
110
«
perché
da
lui
usciva
una
forza
che
sanava
tutti
»
(Lc
6,19).
Così,
nei
sacramenti,
Cristo
continua
a
«
toccarci
»
per
guarirci.
1505
Commosso
da
tante
sofferenze,
Cristo
non
soltanto
si
lascia
toccare
dai
malati,
ma
fa
sue
le
loro
miserie:
«
Egli
ha
preso
le
nostre
infermità
e
si
è
addossato
le
nostre
malattie
»
(Mt
8,17).
111
Non
ha
guarito
però
tutti
i
malati.
Le
sue
guarigioni
erano
segni
della
venuta
del
regno
di
Dio.
Annunciavano
una
guarigione
più
radicale:
la
vittoria
sul
peccato
e
sulla
morte
attraverso
la
sua
pasqua.
Sulla
croce,
Cristo
ha
preso
su
di
sé
tutto
il
peso
del
male
112
e
ha
tolto
il
«
peccato
del
mondo
»
(Gv
1,29),
di
cui
la
malattia
non
è
che
una
conseguenza.
Con
la
sua
passione
e
la
sua
morte
sulla
croce,
Cristo
ha
dato
un
senso
nuovo
alla
sofferenza:
essa
può
ormai
configurarci
a
lui
e
unirci
alla
sua
passione
redentrice.
«Guarite
gli
infermi...»
1506
Cristo
invita
i
suoi
discepoli
a
seguirlo
prendendo
anch'essi
la
loro
croce.
113
Seguendolo,
assumono
un
nuovo
modo
di
vedere
la
malattia
e
i
malati.
Gesù
li
associa
alla
sua
vita
di
povertà
e
di
servizio.
Li
rende
partecipi
del
suo
ministero
di
compassione
e
di
guarigione:
«
E
partiti,
predicavano
che
la
gente
si
convertisse,
scacciavano
molti
demoni,
ungevano
di
olio
molti
infermi
e
li
guarivano
»
(Mc
6,12-13).
1507
Il
Signore
risorto
rinnova
questo
invio
(«
Nel
mio
nome
[...]
imporranno
le
mani
ai
malati
e
questi
guariranno
»:
Mc
16,17-18)
e
lo
conferma
per
mezzo
dei
segni
che
la
Chiesa
compie
invocando
il
suo
nome.
114
Questi
segni
manifestano
in
modo
speciale
che
Gesù
è
veramente
«
Dio
che
salva
».
115
1508
Lo
Spirito
Santo
dona
ad
alcuni
un
carisma
speciale
di
guarigione
116
per
manifestare
la
forza
della
grazia
del
Risorto.
Tuttavia,
neppure
le
preghiere
più
intense
ottengono
la
guarigione
di
tutte
le
malattie.
Così
san
Paolo
deve
imparare
dal
Signore:
«
Ti
basta
la
mia
grazia;
la
mia
potenza
infatti
si
manifesta
pienamente
nella
debolezza
»
(2
Cor
12,9),
e
che
le
sofferenze
da
sopportare
possono
avere
questo
significato:
«
Io
completo
nella
mia
carne
ciò
che
manca
ai
patimenti
di
Cristo,
a
favore
del
suo
corpo
che
è
la
Chiesa
»
(Col
1,24).
1509
«
Guarite
gli
infermi!
»
(Mt
10,8).
La
Chiesa
ha
ricevuto
questo
compito
dal
Signore
e
cerca
di
attuarlo
sia
attraverso
le
cure
che
presta
ai
malati
sia
mediante
la
preghiera
di
intercessione
con
la
quale
li
accompagna.
Essa
crede
nella
presenza
vivificante
di
Cristo,
medico
delle
anime
e
dei
corpi.
Questa
presenza
è
particolarmente
operante
nei
sacramenti
e
in
modo
tutto
speciale
nell'Eucaristia,
pane
che
dà
la
vita
eterna
117
e
al
cui
legame
con
la
salute
del
corpo
san
Paolo
allude.
118
1510
La
Chiesa
apostolica
conosce
tuttavia
un
rito
specifico
in
favore
degli
infermi,
attestato
da
san
Giacomo:
«
Chi
è
malato,
chiami
a
sé
i
presbiteri
della
Chiesa
e
preghino
su
di
lui,
dopo
averlo
unto
con
olio,
nel
nome
del
Signore.
E
la
preghiera
fatta
con
fede
salverà
il
malato:
il
Signore
lo
rialzerà
e,
se
ha
commesso
peccati,
gli
saranno
perdonati
»
(Gc
5,14-15).
La
Tradizione
ha
riconosciuto
in
questo
rito
uno
dei
sette
sacramenti
della
Chiesa.
119
Un
sacramento
degli
infermi
1511
La
Chiesa
crede
e
professa
che
esiste,
tra
i
sette
sacramenti,
un
sacramento
destinato
in
modo
speciale
a
confortare
coloro
che
sono
provati
dalla
malattia:
l'Unzione
degli
infermi:
«
Questa
Unzione
sacra
dei
malati
è
stata
istituita
come
vero
e
proprio
sacramento
del
Nuovo
Testamento
dal
Signore
nostro
Gesù
Cristo.
Accennato
da
Marco,
120
è
stato
raccomandato
ai
fedeli
e
promulgato
da
Giacomo,
apostolo
e
fratello
del
Signore
».
121
1512
Nella
tradizione
liturgica,
tanto
in
Oriente
quanto
in
Occidente,
si
hanno
fin
dall'antichità
testimonianze
di
unzioni
di
infermi
praticate
con
olio
benedetto.
Nel
corso
dei
secoli,
l'Unzione
degli
infermi
è
stata
conferita
sempre
più
esclusivamente
a
coloro
che
erano
in
punto
di
morte.
Per
questo
motivo
aveva
ricevuto
il
nome
di
«
Estrema
Unzione
».
Malgrado
questa
evoluzione,
la
liturgia
non
ha
mai
tralasciato
di
pregare
il
Signore
affinché
il
malato
riacquisti
la
salute,
se
ciò
può
giovare
alla
sua
salvezza.
122
1513
La
Costituzione
apostolica
«
Sacram
Unctionem
infirmorum
»
(30
novembre
1972),
in
linea
con
il
Concilio
Vaticano
II
123
ha
stabilito
che,
per
l'avvenire,
sia
osservato
nel
rito
romano
quanto
segue:
«
Il
sacramento
dell'Unzione
degli
infermi
viene
conferito
ai
malati
in
grave
pericolo,
ungendoli
sulla
fronte
e
sulle
mani
con
olio
debitamente
benedetto
–
olio
di
oliva
o
altro
olio
vegetale
–
dicendo
una
sola
volta:
"Per
questa
santa
Unzione
e
per
la
sua
piissima
misericordia
ti
aiuti
il
Signore
con
la
grazia
dello
Spirito
Santo
e,
liberandoti
dai
peccati,
ti
salvi
e
nella
sua
bontà
ti
sollevi"
».
124
II.
Chi
riceve
e
chi
amministra
questo
sacramento?
In
caso
di
malattia
grave...
1514
L'Unzione
degli
infermi
«
non
è
il
sacramento
soltanto
di
coloro
che
sono
in
fin
di
vita.
Perciò
il
tempo
opportuno
per
riceverla
si
ha
certamente
già
quando
il
fedele,
per
malattia
o
per
vecchiaia,
incomincia
ad
essere
in
pericolo
di
morte
».
125
1515
Se
un
malato
che
ha
ricevuto
l'Unzione
riacquista
la
salute,
può,
in
caso
di
un'altra
grave
malattia,
ricevere
nuovamente
questo
sacramento.
Nel
corso
della
stessa
malattia
il
sacramento
può
essere
ripetuto
se
si
verifica
un
peggioramento.
È
opportuno
ricevere
l'Unzione
degli
infermi
prima
di
un
intervento
chirurgico
rischioso.
Lo
stesso
vale
per
le
persone
anziane
la
cui
debolezza
si
accentua.
«...chiami
a
sé
i
presbiteri
della
Chiesa»
1516
Soltanto
i
sacerdoti
(Vescovi
e
presbiteri)
sono
i
ministri
dell'Unzione
degli
infermi.
126
È
dovere
dei
Pastori
istruire
i
fedeli
sui
benefici
di
questo
sacramento.
I
fedeli
incoraggino
i
malati
a
ricorrere
al
sacerdote
per
ricevere
tale
sacramento.
I
malati
si
preparino
a
riceverlo
con
buone
disposizioni,
aiutati
dal
loro
Pastore
e
da
tutta
la
comunità
ecclesiale,
che
è
invitata
a
circondare
in
modo
tutto
speciale
i
malati
con
le
sue
preghiere
e
le
sue
attenzioni
fraterne.
III.
Come
si
celebra
questo
sacramento?
1517
Come
tutti
i
sacramenti,
l'Unzione
degli
infermi
è
una
celebrazione
liturgica
e
comunitaria,
127
sia
che
abbia
luogo
in
famiglia,
all'ospedale
o
in
chiesa,
per
un
solo
malato
o
per
un
gruppo
di
infermi.
È
molto
opportuno
che
sia
celebrata
durante
l'Eucaristia,
memoriale
della
pasqua
del
Signore.
Se
le
circostanze
lo
consigliano,
la
celebrazione
del
sacramento
può
essere
preceduta
dal
sacramento
della
Penitenza
e
seguita
da
quello
dell'Eucaristia.
In
quanto
sacramento
della
pasqua
di
Cristo,
l'Eucaristia
dovrebbe
sempre
essere
l'ultimo
sacramento
del
pellegrinaggio
terreno,
il
«
viatico
»
per
il
«
passaggio
»
alla
vita
eterna.
1518
Parola
e
sacramento
costituiscono
un
tutto
inseparabile.
La
liturgia
della
Parola,
preceduta
da
un
atto
penitenziale,
apre
la
celebrazione.
Le
parole
di
Cristo,
la
testimonianza
degli
Apostoli
ravvivano
la
fede
del
malato
e
della
comunità
per
chiedere
al
Signore
la
forza
del
suo
Spirito.
1519
La
celebrazione
del
sacramento
comprende
principalmente
i
seguenti
elementi:
«
i
presbiteri
della
Chiesa
»
128
impongono
–
in
silenzio
–
le
mani
ai
malati;
pregano
sui
malati
nella
fede
della
Chiesa:
129
è
l'epiclesi
propria
di
questo
sacramento;
quindi
fanno
l'unzione
con
l'olio,
benedetto,
possibilmente,
dal
Vescovo.
Queste
azioni
liturgiche
indicano
quale
grazia
tale
sacramento
conferisce
ai
malati.
IV.
Gli
effetti
della
celebrazione
di
questo
sacramento
1520
Un
dono
particolare
dello
Spirito
Santo.
La
grazia
fondamentale
di
questo
sacramento
è
una
grazia
di
conforto,
di
pace
e
di
coraggio
per
superare
le
difficoltà
proprie
dello
stato
di
malattia
grave
o
della
fragilità
della
vecchiaia.
Questa
grazia
è
un
dono
dello
Spirito
Santo
che
rinnova
la
fiducia
e
la
fede
in
Dio
e
fortifica
contro
le
tentazioni
del
maligno,
cioè
contro
la
tentazione
di
scoraggiamento
e
di
angoscia
di
fronte
alla
morte.
130
Questa
assistenza
del
Signore
attraverso
la
forza
del
suo
Spirito
vuole
portare
il
malato
alla
guarigione
dell'anima,
ma
anche
a
quella
del
corpo,
se
tale
è
la
volontà
di
Dio.
131
Inoltre,
«
se
ha
commesso
peccati,
gli
saranno
perdonati
»
(Gc
5,15).
132
1521
L'unione
alla
passione
di
Cristo.
Per
la
grazia
di
questo
sacramento
il
malato
riceve
la
forza
e
il
dono
di
unirsi
più
intimamente
alla
passione
di
Cristo:
egli
viene
in
certo
qual
modo
consacrato
per
portare
frutto
mediante
la
configurazione
alla
passione
redentrice
del
Salvatore.
La
sofferenza,
conseguenza
del
peccato
originale,
riceve
un
senso
nuovo:
diviene
partecipazione
all'opera
salvifica
di
Gesù.
1522
Una
grazia
ecclesiale.
I
malati
che
ricevono
questo
sacramento,
unendosi
«
spontaneamente
alla
passione
e
alla
morte
di
Cristo
»,
contribuiscono
«
al
bene
del
popolo
di
Dio
».
133
Celebrando
questo
sacramento,
la
Chiesa,
nella
comunione
dei
santi,
intercede
per
il
bene
del
malato.
E
l'infermo,
a
sua
volta,
per
la
grazia
di
questo
sacramento,
contribuisce
alla
santificazione
della
Chiesa
e
al
bene
di
tutti
gli
uomini
per
i
quali
la
Chiesa
soffre
e
si
offre,
per
mezzo
di
Cristo,
a
Dio
Padre.
1523
Una
preparazione
all'ultimo
passaggio.
Se
il
sacramento
dell'Unzione
degli
infermi
è
conferito
a
tutti
coloro
che
soffrono
di
malattie
e
di
infermità
gravi,
a
maggior
ragione
è
dato
a
coloro
che
stanno
per
uscire
da
questa
vita
(«
in
exitu
vitae
constituti
»),
134
per
cui
lo
si
è
anche
chiamato
«
sacramentum
exeuntium
».
135
L'Unzione
degli
infermi
porta
a
compimento
la
nostra
conformazione
alla
morte
e
alla
risurrezione
di
Cristo,
iniziata
dal
Battesimo.
Essa
completa
le
sante
unzioni
che
segnano
tutta
la
vita
cristiana;
quella
del
Battesimo
aveva
suggellato
in
noi
la
vita
nuova;
quella
della
Confermazione
ci
aveva
fortificati
per
il
combattimento
di
questa
vita.
Quest'ultima
unzione
munisce
la
fine
della
nostra
esistenza
terrena
come
di
un
solido
baluardo
in
vista
delle
ultime
lotte
prima
dell'ingresso
nella
Casa
del
Padre.
136
V.
Il
viatico,
ultimo
sacramento
del
cristiano
1524
A
coloro
che
stanno
per
lasciare
questa
vita,
la
Chiesa
offre,
oltre
all'Unzione
degli
infermi,
l'Eucaristia
come
viatico.
Ricevuta
in
questo
momento
di
passaggio
al
Padre,
la
comunione
al
Corpo
e
al
Sangue
di
Cristo
ha
un
significato
e
un'importanza
particolari.
È
seme
di
vita
eterna
e
potenza
di
risurrezione,
secondo
le
parole
del
Signore:
«
Chi
mangia
la
mia
carne
e
beve
il
mio
sangue
ha
la
vita
eterna
e
io
lo
risusciterò
nell'ultimo
giorno
»
(Gv
6,54).
Sacramento
di
Cristo
morto
e
risorto,
l'Eucaristia
è,
qui,
sacramento
del
passaggio
dalla
morte
alla
vita,
da
questo
mondo
al
Padre.
137
1525
Come
i
sacramenti
del
Battesimo,
della
Confermazione
e
dell'Eucaristia
costituiscono
una
unità
chiamata
«
i
sacramenti
dell'iniziazione
cristiana
»,
così
si
può
dire
che
la
Penitenza,
la
santa
Unzione
e
l'Eucaristia,
in
quanto
viatico,
costituiscono,
al
termine
della
vita
cristiana,
«
i
sacramenti
che
preparano
alla
Patria
»
o
i
sacramenti
che
concludono
il
pellegrinaggio
terreno.
In
sintesi
1526
«
Chi
è
malato,
chiami
a
sé
i
presbiteri
della
Chiesa
e
preghino
su
di
lui,
dopo
averlo
unto
con
olio,
nel
nome
del
Signore.
E
la
preghiera
fatta
con
fede
salverà
il
malato:
il
Signore
lo
rialzerà
e,
se
ha
commesso
peccati,
gli
saranno
perdonati
»
(Gc
5,14-15).
1527
Il
sacramento
dell'Unzione
degli
infermi
ha
lo
scopo
di
conferire
una
grazia
speciale
al
cristiano
che
sperimenta
le
difficoltà
inerenti
allo
stato
di
malattia
grave
o
alla
vecchiaia.
1528
Il
momento
opportuno
per
ricevere
la
santa
Unzione
è
certamente
quello
in
cui
il
fedele
comincia
a
trovarsi
in
pericolo
di
morte
per
malattia
o
vecchiaia.
1529
Ogni
volta
che
un
cristiano
cade
gravemente
malato,
può
ricevere
la
santa
Unzione,
come
pure
quando,
dopo
averla
già
ricevuta,
si
verifica
un
aggravarsi
della
malattia.
1530
Soltanto
i
sacerdoti
(presbiteri
e
Vescovi)
possono
amministrare
il
sacramento
dell'Unzione
degli
infermi;
per
conferirlo
usano
olio
benedetto
dal
Vescovo
o,
all'occorrenza,
dallo
stesso
presbitero
celebrante.
1531
L'essenziale
della
celebrazione
di
questo
sacramento
consiste
nell'unzione
sulla
fronte
e
sulle
mani
del
malato
(nel
rito
romano)
o
su
altre
parti
del
corpo
(in
Oriente),
unzione
accompagnata
dalla
preghiera
liturgica
del
sacerdote
celebrante
che
implora
la
grazia
speciale
di
questo
sacramento.
1532
La
grazia
speciale
del
sacramento
dell'Unzione
degli
infermi
ha
come
effetti:
—
l'unione
del
malato
alla
passione
di
Cristo,
per
il
suo
bene
e
per
quello
di
tutta
la
Chiesa;
—
il
conforto,
la
pace
e
il
coraggio
per
sopportare
cristianamente
le
sofferenze
della
malattia
o
della
vecchiaia;
—
il
perdono
dei
peccati,
se
il
malato
non
ha
potuto
ottenerlo
con
il
sacramento
della
Penitenza;
—
il
recupero
della
salute,
se
ciò
giova
alla
salvezza
spirituale;
—
la
preparazione
al
passaggio
alla
vita
eterna.
(96)
Concilio
Vaticano
II,
Cost.
dogm.
Lumen
gentium,
11:
AAS
57
(1965)
15.
(97)
Cf
Sal
38.
(98)
Cf
Sal
6,3;
Is
38.
(99)
Cf
Sal
38,5;
39,9.12.
(100)
Cf
Sal
32,5;
107,20;
Mc
2,5-12.
(101)
Cf
Is
53,11.
(102)
Cf
Is
33,24.
(103)
Cf
Mt
4,24.
(104)
Cf
Lc
7,16.
(105)
Cf
Mc
2,5-12.
(106)
Cf
Mc
2,17.
(107)
Cf
Mc
5,34.36;
9,23.
(108)
Cf
Mc
7,32-36;
8,22-25.
(109)
Cf
Gv
9,6-15.
(110)
Cf
Mc
3,10;
6,56.
(111)
Cf
Is
53,4.
(112)
Cf
Is
53,4-6.
(113)
Cf
Mt
10,38.
(114)
Cf
At
9,34;
14,3.
(115)
Cf
Mt
1,21;
At
4,12.
(116)
Cf
1
Cor
12,9.28.30.
(117)
Cf
Gv
6,54.58.
(118)
Cf
1
Cor
11,30.
(119)
Cf
Sant'Innocenzo
I,
Lettera
Si
instituta
ecclesiastica:
DS
216;
Concilio
di
Firenze,
Decretum
pro
Armenis:
DS
1324-1325;
Concilio
di
Trento,
Sess.
14a,
Doctrina
de
sacramento
extremae
Unctionis,
c.
1-2:
DS
1695-1696;
Id.,
Sess.
14a,
Canones
de
extrema
Unctione,
canoni
1-2:
DS
1716-1717.
(120)
Cf
Mc
6,13.
(121)
Concilio
di
Trento,
Sess.
14a,
Doctrina
de
sacramento
extremae
Unctionis,
c.
1:
DS
1695.
Cf
Gc
5,14-15.
(122)
Cf
Concilio
di
Trento,
Sess.
14a,
Doctrina
de
sacramento
extremae
Unctionis,
c.
2:
DS
1696.
(123)
Cf
Concilio
Vaticano
II,
Cost.
Sacrosanctum
Concilium,
73:
AAS
54
(1964)
118-119.
(124)
Paolo
VI,
Cost.
ap.
Sacram
Unctionem
infirmorum:
AAS
65
(1973)
8.
Cf
CIC
847,
§
1.
(125)
Concilio
Vaticano
II,
Cost.
Sacrosanctum
Concilium,
73:
AAS
56
(1964)
118-119;
cf
CIC
canoni
1004,
§
1.
1005.
1007;
CCEO
canone
738.
(126)
Cf
Concilio
di
Trento,
Sess.
14a,
Doctrina
de
sacramento
extremae
Unctionis,
c.
3:
DS
1697;
Id.,
Sess.
14a,
Canones
de
extrema
Unctione,
canone
4:
DS
1719;
CIC
canone
1003;
CCEO
canone
739,
§
1.
(127)
Concilio
Vaticano
II,
Cost.
Sacrosanctum
Concilium,
27:
AAS
56
(1964)
107.
(128)
Cf
Gc
5,14.
(129)
Cf
Gc
5,15.
(130)
Cf
Eb
2,15.
(131)
Concilio
di
Firenze,
Decretum
pro
Armenis:
DS
1325.
(132)
Cf
Concilio
di
Trento,
Sess.
14a,
Canones
de
extrema
Unctione,
canone
2:
DS
1717.
(133)
Concilio
Vaticano
II,
Cost.
dogm.
Lumen
gentium,
11:
AAS
57
(1965)
15.
(134)
Concilio
di
Trento,
Sess.
14a,
Doctrina
de
sacramento
extremae
Unctionis,
c.
3:
DS
1698.
(135)
Ibid.
(136)
Cf
Concilio
di
Trento,
Sess.
14a,
Doctrina
de
sacramento
extremae
Unctionis,
Prooemium:
DS
1694.
(137)
Cf
Gv
13,1. |