Carissimi
fratelli,
sorelle,
accoliti
ed amici,
la pace e
la gioia
del
signore
sia con
tutti noi.
Il
Capitolo
Generale
che stiamo
preparando
si
presenta
come un
momento
sempre più
importante
per la
nostra
azione
futura.
Diversi di
noi
affronteranno
i loro
primi
passaggi e
le
rispettive
vestizioni
e
investiture,
assumendo
un ruolo
ed
una'azione
di ancora
maggiore
impegno e
testimonianza.
Altri
confermeranno
le loro
promissioni
nell'aiuto
che
sapranno
dare agli
ultimi,
dimostrandosi
"
primus
inter
pares
".
Si tratta
di un
Capitolo
molto
importante
anche
perché è
il primo,
dopo
diversi
anni, a
valenza
nazionale.
Non so se
siamo
pronti ad
affrontare
questo
importante
ed
ipegnativo
impegno,
ma, a Dio
piacendo,
sono certo
che faremo
tutti del
nostro
meglio per
risultarne
degni. La
nostra
forza
infatti
non sta in
noi, ma
nel
Signore
che ci
guida e
nella
nostra
Signora,
la Vergine
Maria che
ci ama e
ci
protegge
come
figli.
Il titolo
che
abbiamo
dato al
Capitolo "
Ubi
caritas et
amor, Deus
ibi est
"
rappresenta
molto bene
quello che
ci
apprestiamo
a vivere
in quei
giorni, ma
soprattutto
sempre,
tutti i
giorni
della
nostra
vita.
L'alleanza
che i
Cavalieri
e le Dame
della
nostra
Congregazione
stipulano
con il
Signore è
un'alleanza
d'amore e
di
servizio,
proprio
come Gesù
ci ha
insegnato.
Già da
sola
l'etica
cavalleresca
basterebbe
a fare di
un uomo un
uomo di
valore e
di valori
impossibili
da
ripudiare
(spergiurarare),
ma nel
nostro
caso -
seppur
indegnamente
- ci
facciamo
Cavalieri
Templari:
Milizia di
Cristo.
Portiamo
un abito
che non
passa
inosservato.
Siamo
testimoni
visibili
nel bene e
nel male,
per questo
serve una
disciplina
esemplare
ed una
vita
irreprensibile.
Abbiamo
insegne
sfavillanti,
ma che non
rappresentano
la nostra
maestà, ma
bensì
quella di
Cristo.
Per questo
la nostra
benedizione
dice, a
perpetua
memoria: "
Non
nobis
Domine,
non nobis,
sed nomini
Tuo da
gloriam
" Salmo
115, 1
(113B) .
La nostra
spada non
è un'arma
da usare
per
colpire
chi non è
come noi,
ma
rappresenta
la croce
che il
Signore ci
ha
invitato a
portare, e
non perché
ci
schiacci,
ma per
elevarci,
per
difenderci.
Portare la
spada
significa
che siamo
certi che
la vita
spirituale
è un
combattimento
(1).
Significa
che il
martirio
non
consiste
solo nel
dare la
vita nella
morte, ma
dare la
vita al
bene,
morire al
peccato,
morire al
mondo per
essere nel
patto,
nell'alleanza
con Dio
che mai ci
abbandonerà
(tradirà).
Unendoci
nella
Congregazione
siamo
chiamati a
vivere da
fratelli.
Ci
chiamiamo
fratelli,
ci
salutiamo
abbracciandoci
fraternamente,
ma occorre
che ci
sentiamo
fratelli.
Per
riuscirci
serve la
preghiera
costante
in
solitudine
ed in
comune, il
ricordo
quotidiano,
il
ritrovarci
ogni volta
che è
possibile,
facendo di
tutto
perché le
nostre
tristezze,
le nostre
paure, le
nostre
buone
ragioni
non
abbiano il
soppravvento
sull'unica
vera buona
ragione:
fare la
volontà di
Dio e non
la nostra.
Il Vangelo
e la Sacra
Scrittura
in
generale è
il primo
Codice da
seguire
per il
Cavaliere
Templare.
Poi vi è
la
Tradizione,
che ci
insegna
come gli
altri,
quelli
prima di
noi, hanno
fatto. Il
Magistero
della
Chiesa, ci
aiuta a
vivere la
Verità, ed
in fine le
nostre
Regole, ci
offrono il
metodo per
servire al
meglio nel
nostro
Carisma.
Ma non
voglio
dilungarmi
oltre e vi
rimando al
testo che
un nostro,
Minister
Templi ci
ha
preparato,
per
aiutarci a
capire il
grande
dono che
abbiamo
ricevuto
dal
Signore
nella
Comunione
e
nella
Comunità.
(LEGGI il
TESTO)
Forza
fratelli e
sorelle
cari, tra
pochi
giorni ci
incontreremo
e potremo
mettere al
centro
proprio
questi
doni.
Molti di
noi si
incontreranno
per la
prima
volta, ma
grazie a
Dio, è
come se ci
conoscessimo
da sempre.
Sta a noi
far si che
questo
momento
sia anche
l'inizio
ed il
proseguimento
di un
cammino di
fraternità
nella
fede,
attraverso
il carisma
templare
che ci è
stato
dato.
Fratelli e
sorelle,
ringraziamo
la Madonna
" Santa
Maria del
Tempio
" della
Sua
protezione.
Alla Sua
materna
intercessione
affidiamo
la nostra
Congregazione
e la Santa
Chiesa che
Cristo ci
ha dato.
fra Gianni
Battini -
praeceptor
ad majorem
Dei
gloriam -
non nobis
Domine...
______________________
(1) Per il
resto,
attingete
forza nel
Signore e
nel vigore
della sua
Potenza.
Rivestitevi
dell’armatura
di Dio,
per poter
resistere
alle
insidie
del
diavolo.
La nostra
battaglia
infatti
non è
contro
creature
fatte di
sangue e
di carne,
ma contro
i
Principati
e le
Potestà,
contro i
dominatori
di questo
mondo di
tenebra,
contro gli
spiriti
del male
che
abitano
nelle
regioni
celesti.
Prendete
perciò
l’armatura
di Dio,
perché
possiate
resistere
nel giorno
malvagio e
restare in
piedi dopo
aver
superato
tutte le
prove.
State
dunque ben
fermi,
cinti i
fianchi
con la
verità,
rivestiti
con la
corazza
della
giustizia,
e avendo
come
calzatura
ai piedi
lo zelo
per
propagare
il vangelo
della
pace.
Tenete
sempre in
mano lo
scudo
della
fede, con
il quale
potrete
spegnere
tutti i
dardi
infuocati
del
maligno;
prendete
anche
l’elmo
della
salvezza e
la spada
dello
Spirito,
cioè la
parola di
Dio.
Pregate
inoltre
incessantemente
con ogni
sorta di
preghiere
e di
suppliche
nello
Spirito,
vigilando
a questo
scopo con
ogni
perseveranza
e pregando
per tutti
i santi, e
anche per
me, perché
quando
apro la
bocca mi
sia data
una parola
franca,
per far
conoscere
il mistero
del
Vangelo,
del quale
sono
ambasciatore
in catene,
e io possa
annunziarlo
con
franchezza
come è mio
dovere.”
(Efesini
6, 10-20)
|